Sud Sardegna – Mi chiamo Michela e faccio la libraia. Nel 2021 ho aperto una libreria a Siliqua, paese del Sud Sardegna nel quale sono cresciuta e che ho lasciato per tanti anni, per poi ritornare. Il mio paese mi ha insegnato che le storie più potenti spesso si nascondono nei luoghi più piccoli e impensati. Questo spazio si chiamerà Tutto il mondo è paese e nasce dall’idea che anche dalla provincia, dalla periferia, dai luoghi ignorati, calpestati, usati e abbandonati, si può osservare e raccontare il mondo intero, da lontano, come quando da bambini si guardava dal buco della serratura.
Nei 28 metri quadri della mia libreria ho imparato l’importanza di ascoltare le voci che emergono da contesti diversi e di quanto sia fondamentale creare spazi per il dialogo e la riflessione. E allora inizio da lontano, inizio dalla Palestina, dalla storia di Mahmoud e Ahmad Muna che nel 1984 hanno aperto l’Educational Bookshop e hanno fatto della loro libreria a Gerusalemme Est un rifugio di cultura, resistenza e passione politica.
Lo descrivono così: «In Palestina, poche cose vanno come pianificato. I sogni si infrangono ogni giorno. Ma mentre passano da un’era all’altra su una perpetua giostra politica, i palestinesi portano con sé resilienza, generosità, senso della famiglia, preoccupazione per gli altri e un’infinita riserva di storie che non vengono mai stampate. E questa è la vera storia della Educational Bookshop».
L’EDUCATIONAL BOOKSHOP, UN PUNTO DI RIFERIMENTO
L‘Educational Bookshop non è solo un negozio di libri, ma un faro di conoscenza e dialogo in una regione complessa e segnata da sanguinosi conflitti. Questo spazio è diventato un punto di riferimento per chi desidera comprendere le dinamiche della regione e la storia del popolo palestinese. È un luogo dove le persone possono incontrarsi per discutere, scambiare idee e trovare ispirazione.
L’incursione dell’esercito israeliano in questa iconica libreria, culminata con l’arresto dei fratelli Muna – poi rilasciati su cauzione – e la confisca di molti libri, è un atto che va oltre la semplice repressione. È un tentativo di soffocare la capacità di pensare criticamente e di discutere liberamente delle realtà politiche e sociali che li riguardano. Questa notizia ha aperto in me una serie di interrogativi sul ruolo delle librerie come spazi di resistenza pacifica, di espressione culturale, di elaborazione di idee.
La violenza esercitata contro l’Educational Bookshop è un tentativo di spegnere una luce di speranza e resistenza pacifica
Le librerie sono luoghi preziosissimi di elaborazione e passione politica, dove le idee possono crescere, diffondersi e prosperare. Sono spazi in cui le narrazioni delle comunità oppresse possono trovare voce e ascolto, diventando strumenti importanti per il cambiamento sociale. In un mondo sempre più scuro, dove la censura e la repressione incombono sulle voci dissenzienti, le librerie continuano a rappresentare un baluardo di libertà intellettuale e di connessione umana.
IL POTERE DELLE PAROLE
La violenza esercitata contro l’Educational Bookshop è un tentativo di spegnere una luce di speranza e resistenza pacifica. È un promemoria doloroso del potere delle parole e del perché, sempre più spesso, esse vengano percepite come una minaccia. Le parole hanno il potere di ispirare, di educare e di unire, ma anche di sfidare lo status quo e di innescare cambiamenti significativi.
Le librerie sono luoghi di resistenza e connessione, capaci di unire le comunità e stimolare dialoghi significativi. In un mondo che cambia, tutte sono accomunate da un impegno a mantenere viva la fiamma della conoscenza e della libertà di pensiero. È attraverso le librerie che possiamo continuare a sostenere la diversità delle idee e a promuovere una cultura di apertura e di tolleranza.
Le librerie indipendenti – a Siliqua come a Gerusalemme, a Isili come a New York, a San Sperate come a Parigi, a Macomer come a Milano – sono custodi di storie e di sogni, di passione e di resistenza, di idee e rivoluzione. Sono rifugi dove riscoprire la bellezza e il potere della parola scritta. In questi spazi le comunità possono costruire ponti tra culture e generazioni, coltivando un senso di appartenenza e di solidarietà. Sono luoghi di pace. O almeno dovrebbero esserlo.
Il lavoro dell’Educational Bookshop mostra chiaramente il ruolo cruciale che le librerie potrebbero svolgere nel tessuto sociale delle nostre comunità. È attraverso le storie che possiamo comprendere il mondo e noi stessi e che possiamo continuare a lottare. Grazie a Mahmoud e Ahmad Muna dunque per quello che hanno costruito fino oggi, nella speranza che nessuna forma di oppressione e violenza li allontani più dai loro libri.
Questo articolo fa parte della rubrica “Tutto il mondo è paese” a cura di Michela Calledda della Libreria La Giraffa di Siliqua
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