Asili nido, c’è il nuovo regolamento: bagarre sulla residenzialità

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Piacenza ha il nuovo regolamento per l’accesso agli asili nido. L’aula ha votato il testo, presentato dall’assessore al welfare Nicoletta Corvi. «L’obiettivo – ha detto l’esponente della Giunta Tarasconi – è quello di creare maggiore omogeneità nel rispetto della normativa, che si è evoluta, e del lessico, che richiede alcuni accorgimenti e modifiche. Abbiamo analizzato le difficoltà riscontrate dalle famiglie, perciò abbiamo deciso alcuni cambiamenti».

Ora le famiglie potranno presentare domanda per 6 strutture, invece che 3, aumentando le loro possibilità di accoglienza. Le graduatorie saranno tre, per fasce d’età dei bimbi (il nido va da 0 a 3 anni). Nei punteggi si vaglia anche la situazione familiare e lavorativa dei genitori. Sono state escluse le iscrizioni dei bimbi non residenti in città. «Avendo, come noto, purtroppo, una lista d’attesa consistente, è evidente che le famiglie non residenti vanno in fondo alla lista, con una possibilità remota di accedere. Così come è complesso ammettere le domande pervenute in ritardo sui tempi del bando». «Il regolamento era già positivo, lo abbiamo migliorato, per rispondere ai bisogni delle famiglie e dei bambini», ha concluso Corvi.

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I COMMENTI IN AULA

«Giusto allargare le opzioni – ha giudicato Sara Soresi (Fdi) – e creare una graduatoria unica. Escludere dai criteri le invalidità è però un errore». «Il regolamento – è l’intervento di Luigi Rabuffi (ApP) – impatta sulla vita delle famiglie. I bimbi fino ai 5 anni sono il 4% della popolazione, parliamo di 4.715, contro il 24% della popolazione cittadina che ha più di 65 anni. Tra i bimbi il 30% non ha la nazionalità italiana. I soldi investiti in questo settore non sono buttati via, ma sono la miglior spesa per il futuro». Per Rabuffi è «sbagliato escludere i non residenti», tesi che ha scatenato un vivace dibattito in aula.

«Positivo razionalizzare e semplificare – il commento di Gloria Zanardi (Fdi) – e puntare tutto sui punteggi e non sulle preferenze. Giusto tenere in considerazione, tesi condivisa anche da Federica Sgorbati (Civica Barbieri-Liberi), i lavoratori autonomi».

«Abbiamo le liste d’attesa per i residenti – ha rilevato Massimo Trespidi (Civica Barbieri-Liberi) – come si può pensare di aprire a quelli non residenti? Anche perché i soldi ce li mette il Comune di Piacenza. Prima di portare i bimbi dai paesi alla città perché si lavora qui, pensiamo a quelli che ne avrebbero diritto. Rimaniamo con i piedi per terra. Poi lo sappiamo: in queste graduatorie la popolazione straniera è avvantaggiata».

«Bella notizia questo regolamento», ha espresso Stefano Cugini (ApP). «Piacenza non è una grande città – ha preso la parola Andrea Fossati (Pd) – vedersi assegnato ad una struttura lontana da casa, in un altro quartiere, è comunque un bene. Soprattutto se non si hanno nonni ad aiutare. L’assessore regionale Isabella Conti ha promesso che in questo nuovo mandato si esauriranno le liste d’attesa dei nidi di tutta la Regione». Non è d’accordo il collega di partito Stefano Perrucci: «Per chi abita a Sant’Antonio non è appetibile attraversare la città».

«Attualmente abbiamo 620 posti nido – ha detto Boris Infantino (Pc Coraggiosa) – 30 in più rispetto all’inizio del mandato. Oggi due – “Girasole” e “Astamblam” – sono in ristrutturazione grazie ai fondi Pnrr. Poi avremo il nuovo asilo di Borgotrebbia, per 180 ulteriori posti. Le rette delle famiglie coprono solo il 25% dei costi, ogni bimbo costa al Comune 10mila euro». Trespidi ha fatto notare che la Regione ha annunciato, oltre all’obiettivo di azzerare le liste d’attesa, l’aumento di tutte le tasse. «Sono 800 le domande pervenute, ne abbiamo accolte poco più di 600. Diventa difficile giustificare ad una famiglia residente il fatto di essere stata esclusa per una non residente», il giudizio di Angela Fugazza (Civica Tarasconi). «Bisogna tenere conto della realtà», l’appunto di Sandro Spezia (Pc Oltre).

L’ASSESSORE CORVI: «NON VOGLIAMO CREARE FALSE ASPETTATIVE AI NON RESIDENTI»

«La domanda delle famiglie è crescente – ha replicato l’assessore Corvi – ci mette in crisi, dai tempi della pandemia. Però rivolgendosi a noi significa che le famiglie hanno fiducia in noi e nel pubblico». Sulla scelta di escludere i non residenti: «capiamo le esigenze di quelle famiglie, è una decisione di correttezza, non creiamo false aspettative, viste le condizioni. Oggettivamente la città non ha la possibilità di soddisfare le necessità del territorio provinciale».

L’ordine del giorno di ApP che chiedeva di ragionare con gli altri comuni piacentini sulla gestione e accoglienza al nido è stato approvato con 14 voti a favore (una parte della maggioranza e ApP). Contro il centrodestra, che si è scagliato contro ApP: «una bandierina politica la vostra», ha tuonato Trespidi. Sono stati accolti emendamenti di Fratelli d’Italia e Civica Barbieri che hanno sistemato dal punto di vista formale il regolamento.

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