Sbranata a 9 mesi dal pitbull di casa: le indagini sul caso

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di Giorgio Brescia





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Una bimba di appena 9 mesi è morta nella notte tra sabato e domenica all’ospedale di Acerra in provincia di Napoli a causa delle gravissime ferite alla testa e al volto causate dai morsi del cane pitbull di famiglia.

Secondo quanto si è appreso, la piccola era in casa con il padre. La tragedia è avvenuta nella tarda serata di sabato in un appartamento di Acerra. In ospedale sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Acerra che hanno avviato le indagini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola.

Secondo i primi accertamenti, pare che la bimba sia stata aggredita dal cane di famiglia mentre il padre dormiva e la madre era assente da casa perché impegnata al lavoro. Sul caso sono in corso accertamenti anche indirizzati a verificare le condizioni in cui era custodito normalmente il cane all’interno dell’abitazione. Incensurati e sotto i 30 anni, i genitori sono sotto shock. Il padre ha riferito agli agenti di polizia di aver trovato la piccola nel suo letto in una pozza di sangue dopo che era stata sbranata dal cane. La neonata è stata portata al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori, una casa di cura privata della cittadina in provincia di Napoli – ma i medici non hanno potuto fare nulla per salvarla.

L’episodio, solo il più recente di una lunga catena di tragici fatti mortali che hanno coinvolto bambini e adulti – stavolta a morire è stata una neonata di soli 9 mesi – , ripropone una questione ancora irrisolta, nonostante una rigida normativa che è da anni vigente nel nostro Paese, pure prorogata e precisata dall’attuale governo nel corso della scorsa estate. Norme che che purtroppo vedono inevasi frequentemente sia gli obblighi di custodia dei cani appartenenti a razze ritenute pericolose che la predisposizione, che lo Stato impone a cura delle amministrazioni locali, di percorsi di formazione per i loro proprietari.

Secondo alcune ricostruzioni e notizie diffuse online che finora non trovano conferma in attività d’intervento da parte della Procura di Nola, il padre della neonata uccisa dal cane avrebbe provato, nelle iniziali dichiarazioni, ad addossare la colpa del fatto ad un cane randagio e poi, all’arrivo della moglie in ospedale, sarebbe stato pure da lei aggredito riportando anche alcune escoriazioni. Si apprende inoltre che il pitbull che ha sbranato la neonata avrebbe già aggredito (qualcuno scrive “ucciso”) un altro cane che veniva portato in giro da una dogsitter, fatti per i quali – nonostante una denuncia – non sarebbero stati adottati provvedimenti da parte dei proprietari e da parte delle autorità. Particolari che non potranno non essere oggetto di verifiche e accertamenti da parte degli inquirenti.


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