Quale futuro per Gaza? – Il Nuovo Terraglio

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Oggi un cumulo di macerie, domani una terra con mega resort di lusso?

GAZA. Prosegue la trattativa per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. Tra contrapposizioni e proposte avveniristiche, in cui si decide il futuro di un popolo,  sorge spontanea una domanda alla gente comune che sente parlare da troppo tempo di questo luogo: “Che cos’è la striscia di Gaza?”

La striscia di Gaza è un territorio costiero situato nella parte orientale del Mediterraneo, lungo la costa occidentale di Israele. È una striscia di terra relativamente stretta e lunga, che si estende per circa 41 chilometri.  

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L’area è importante per diverse ragioni geopolitiche. La posizione geografica la rende un punto focale nei conflitti israelo-palestinesi e nel più ampio contesto del Medio Oriente. Controllare questa area è cruciale per l’accesso a Israele e l’instabilità nella regione.

Riconoscimento internazionale

Dal 2012 l’ONU riconosce formalmente lo Stato di Palestina, come entità statale semiautonoma, guidata dall’ANP, e comprendente anche la striscia di Gaza.Lo Stato di Palestina rivendica sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, sebbene il suo centro amministrativo si trovi a Ramallah.

Dal 2007 la Striscia di Gaza è governata da Hamas, un gruppo militante palestinese considerato organizzazione terroristica da molti paesi, compresi Israele, gli Stati Uniti e l’Unione Europea. La popolazione della Striscia di Gaza è composta principalmente da palestinesi, e la regione è densamente popolata. L’accesso a Gaza è fortemente controllato da Israele, il che ha portato a restrizioni sul movimento delle persone e delle merci. Ciò ha reso la vita nella Striscia di Gaza estremamente difficile, con problemi di approvvigionamento di beni essenziali, accesso limitato all’assistenza medica e altre sfide umanitarie.

L’integrità territoriale della Palestina è una questione che si trascina da tempo: a luglio, la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato illegittima la presenza di Israele nei Territori palestinesi occupati. Sebbene gli Stati Uniti non riconoscano la Palestina come Stato osservatore permanente, le Nazioni Unite lo fanno.

La fine dei combattimenti
Il cessate il fuoco è entrato in vigore domenica 19 gennaio dopo 15 mesi di conflittoe tutti i combattimenti e i bombardamenti israeliani si sono interrotti alle 11:15 della mattina (le 10:15 in Italia). Israele ha anche lasciato alcune posizioni soprattutto nel nord della Striscia di Gaza, e il ritiro dell’esercito dovrebbe continuare gradualmente nelle prossime settimane.

La proposta di Trump

 Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scatenato una polemica globale quando la scorsa settimana ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero “preso il controllo della Striscia di Gaza, affermando di voler trasformare il territorio in una “Riviera del Medio Oriente”.

Trump ha annunciato la decisione durante una conferenza stampa tenuta insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con quest’ultimo che ha definito l’idea come “rivoluzionaria” e “creativa”. Il primo ministro israeliano ha dichiarato che “al popolo di Gaza deve essere data la possibilità di scegliere di andarsene”.

La soluzione proposta da Trump prevede che tutti i palestinesi siano trasferiti fuori dal loro territorio nei Paesi limitrofi, che hanno espresso il loro “no”, così come tutto il mondo arabo e la stessa Cina che ha dichiarato “Gaza appartiene ai Palestinesi ed è parte integrante del territorio palestinese.”

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Evacuare la Striscia espellendo 2 milioni di palestinesi che abitano questa zona per realizzare la ricostruzione di un’area distrutta dalle bombe trasformandola in una zona di resort di lusso sul mar Mediterraneo Orientale, ha aperto un aspro dibattito a livello internazionale in cui si è paragonata la proposta ad una “deportazione forzata in quanro i palest non dovrebbero più tornare .

La deportazione forzata è vietata da diverse disposizioni della Convenzione di Ginevra, firmata dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, e dalla Corte Penale Internazionale. Diventa un crimine contro l’umanità quando viene presa di mira una parte sostanziale della popolazione.

Mentre continuano gli incontri a tutti i livelli per valutare un piano di pace, gli abitanti di Gaza temono ancora per il loro destino.



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