Milano, il boom delle dipendenze: droga, alcol, fumo e gioco d’azzardo, più di 50 mila i lombardi in cura

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di
Simona Buscaglia

I dati della Regione: si consolida il primato della cocaina, Aumenta l’uso di ansiolitici e psicofarmaci. Cresce la ketamina

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Sempre più dipendenti dalla cocaina e ora anche da psicofarmaci ottenuti senza prescrizione. Aumentano i lombardi presi in carico dai servizi territoriali e residenziali che si occupano di dipendenza. A evidenziarlo sono i dati complessivi del 2023 ora disponibili e forniti dalla direzione Welfare della Regione Lombardia: si parla di poco più di 46 mila cittadini contro gli oltre 44 mila del 2022, e di 12.668 nuovi assistiti contro gli 11.945 dell’anno precedente. Guardando l’andamento storico, i numeri, dopo il calo legato alla pandemia, si stanno assestando sui livelli pre Covid: in Lombardia i cittadini affetti da una dipendenza, che sia da droghe, alcol, fumo o gioco, oscillano in modo abbastanza stabile tra i 45 mila e i 50 mila, quello che cambia però sono i «consumi». Rispetto al 2019 si consolida il primato della cocaina tra gli stupefacenti: sono 14.323 pazienti in cura nel 2023 mentre erano 13.514 nel 2019.

Tra i nuovi «trend» cresce la dipendenza dai farmaci, che nel 2023 colpiva 243 persone contro le 172 del 2019. «Le sostanze stupefacenti più utilizzate sono cocaina, oppiacei e cannabis, fra tutte le altre la ketamina è incrementata soprattutto nella popolazione giovanile, in contesti di divertimento particolare, dove viene usata sostanzialmente con microdosi, ovvero con effetti che sono meno dirompenti e allucinogeni — afferma Marco Riglietta, presidente di FeDerSerD Lombardia e direttore della struttura complessa Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni XXIII —. È in crescita anche l’assunzione di ansiolitici e psicofarmaci senza prescrizione che per la maggior parte sfugge ai servizi perché è più difficile da intercettare». 




















































Riglietta sottolinea come sia cresciuto il numero di chi fa uso di più sostanze, i cosiddetti «policonsumatori», e precisa: «Bisogna smetterla di distinguere tra droghe leggere e pesanti, facendo invece una distinzione tra quelle che creano più o meno dipendenza. Tra quelle che ne provocano di più troviamo la nicotina». Qui aumentano i pazienti in cura per il tabacco, dai 917 del 2019 ai 1.194 del 2023. Sembra anche più difficile intercettare prima i nuovi consumatori: «Soprattutto nella fascia giovanile esiste una modalità di consumo più capace di “nascondersi”, che stabilisce dei confini e che non sempre fa scattare il meccanismo d’aiuto — racconta Giacomo Invernizzi, responsabile della Fondazione Opera Bonomelli di Bergamo —. Questo vuol dire che quando si rivolgono ai servizi sono in condizioni già molto problematiche». 

Dai dati aggiornati forniti dall’Asst Valle Olona, che conta 32 Comuni e 442 mila utenti, i pazienti in carico ai servizi del territorio per dipendenze (nei tre SerD di Busto, Saronno e Gallarate) nel 2024 sono 1.845, in leggero aumento rispetto ai 1.797 del 2023. Nei servizi di neuropsichiatria infantile dell’Asst Valle Olona, dei 558 adolescenti tra i 12 e i 18 anni presi in carico tra il 2023 e il 2024, in 75 di loro è stato riscontrato un abuso di cannabinoidi, mentre i minori con una dipendenza da droghe cosiddette «pesanti», risultano essere 23. 

«I dati sono comunque in linea con i livelli pre-Covid ma per gli adolescenti serve una precisazione importante — spiega John Tremamondo, direttore sanitario dell’azienda —. Non accedono mai ai nostri servizi autodenunciando un consumo di sostanza. Solo in un secondo momento viene identificato il problema. Per questo il nostro lavoro prevede un approccio multidisciplinare, con l’intervento di un neuropsichiatra, uno psicologo e un educatore, non solo in ospedale ma anche attraverso percorsi domiciliari».

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