L’Home care si trasforma, parola di Luana Rossolini (Unilever)

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Una rivoluzione sta interessando il mondo della casa e il trend in Europa risulta sempre più evidente. Cambia l’approccio con cui la casa viene vissuta, le attenzioni di chi la abita e il modo in cui ci si relaziona ad essa.

E spesso fare le pulizie diventa una vera e propria forma di intrattenimento che spopola sui social network. Ne abbiamo parlato con Luana Rossolini, General Manager Home Care Unilever Italia.

Dottoressa Rossolini, con oltre 100 anni di storia e la presenza in 190 Paesi, la vostra è una delle più grandi aziende di prodotti di consumo al mondo. Il mercato italiano ha particolari esigenze?

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Unilever è una multinazionale presente in molti Paesi e in molte categorie che vanno dalla Home Care, quindi detergenti per la casa, alla cura della persona; dal beauty fino al food e al mondo dei gelati. Nel complesso, per ogni comparto, rileviamo dei trend che sono sia globali sia europei.

Questi ultimi sono più vicini a noi, ma quello che emerge in particolar modo per l’Italia è la presenza di un consumatore sempre più attento all’accessibilità economica, alla salute e alla sostenibilità. Inoltre, rileviamo anche delle tendenze differenti tra le diverse generazioni.

Ad esempio, la salute è un aspetto importante per i millennial, per la generazione X o per un baby boomer mentre per i più giovani la sostenibilità e la presenza digitale del prodotto sono un dettaglio essenziale.

A supporto di questo ultimo dato è interessante sottolineare proprio come, nel nostro Paese, il 33% dei consumatori oggi segua degli influencer e il 51% si affidi a loro per raccomandazioni sugli acquisti da fare.

Tra i segmenti che stanno crescendo maggiormente c’è quello dell’Home Care di cui lei è a capo. Quali sono le direttrici su cui si sta evolvendo?

Negli ultimi anni ci si è spostati da una dimensione in cui i consumatori volevano vivere la propria esperienza di acquisto mantenendola per sé ad una fase in cui preferiscono invece condividerla, spesso proprio sui social media.

Nella divisione di Unilever Italia, di cui sono responsabile, vediamo dei trend interessanti anche su come si vive la casa e sull’atto di fare le pulizie. Rispetto al passato, quando quest’ultime si interpretavano in un modo prettamente funzionale, adesso si cerca un’esperienza che si colleghi al piacere e al benessere.

Durante le faccende domestiche si possono infatti creare dei momenti di condivisione con i propri cari, con la propria famiglia o con il proprio compagno. Perché in Italia, ancora di più che in altri Paesi, di fatto prendersi cura della casa significa prendersi cura della famiglia e di noi stessi.

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Come si combina la crescita del mercato con la tutela dell’ambiente?

Un consumatore oggi si aspetta che un prodotto sia sostenibile e che il produttore rispetti determinati standard.

Questo porta il nostro segmento di ricerca e sviluppo a cercare tecnologie che siano sempre più avanzate sia nell’ambito del packaging, della formula, della filiera sia nei processi produttivi.

Per rispondere a tali esigenze, dunque, abbiamo definito degli obiettivi molto ambiziosi da raggiungere nei prossimi cinque anni: entro il 2030 vorremmo abbandonare i combustibili fossili nei prodotti e utilizzare di fatto il 100% di energie rinnovabili. Per arrivare a questo traguardo sono in atto dei cambiamenti importanti.

Come interagite con i più giovani?

Cercando di essere vicini a loro e abbracciando un po’ tutti i canali di comunicazione che utilizzano.
Il primo qui da noi rimane ancora il mezzo televisivo, un dettaglio che in altri Paesi sta venendo meno, ma adesso viene rafforzato e affiancato da nuove piattaforme di comunicazione e da diversi momenti di contatto con i nostri brand e con il cliente finale, a cui si cerca di regalare esperienze personalizzate.

L’intelligenza artificiale come si sposa con Unilever?

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L’intelligenza artificiale è una realtà che può aumentare l’efficienza e di fatto la produttività di un’azienda perché, se applicata nel modo giusto, ne semplifica i processi. In Unilever la stiamo utilizzando in diversi ambiti.

Vi faccio degli esempi. Partiamo dai clienti. Con questi stiamo impostando relazioni nuove e connessioni diverse sia nella pianificazione che nella previsione, nell’approvvigionamento e nel rifornimento. E poi la stiamo mettendo in pratica anche nei processi interni con l’obiettivo di diventare sempre più agili e veloci e poter rispondere rapidamente alle esigenze del consumatore.

L’intelligenza artificiale generativa, inoltre, la stiamo applicando anche nel marketing per offrire esperienze sempre più uniche, nuove, digitali, personalizzate e regalare quell’elemento di superiorità a cui i consumatori ambiscono e che vogliono vivere.

Lei è una donna ed è in una posizione apicale, ha trovato difficoltà nella sua carriera?

Devo dire che ho la fortuna di lavorare in un contesto in cui il merito esiste. Questa è un’azienda in cui di fatto non si guarda all’essere uomo o donna ma si tiene conto del merito.

Io potrei affermare di aver dimostrato qui le mie capacità nel saper gestire determinate situazioni sia di team sia di business.

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Però, a prescindere dalla mia esperienza personale, devo dire che ad oggi in Unilever più del 50% del board in Italia è composto da donne e questo dato rende chiaro l’approccio dell’azienda alla leadership e al management.

 



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