La fortuna, dopo l’autogol di Marusic, si è girata all’improvviso. Conte ha cambiato due volte il Napoli, trovando prima il gol del vantaggio e poi subendo quello del pari della Lazio. Il terzo pareggio consecutivo per la capolista, già raggiunta in rimonta da Roma e Udinese.
Per difendere il primo posto Conte deve confidare stasera nell’aiuto della Juve, la squadra che ha rappresentato il capitolo più intenso delle sue carriere di calciatore e allenatore: batta l’Inter e consenta al Napoli di restare a +2, a due settimane dallo scontro diretto al Maradona, quando l’ago della bilancia potrebbe pendere da un lato o dall’altro in maniera significativa. Gli azzurri, in emergenza per la serie di infortuni, non hanno risparmiato le loro forze in una partita che si è accesa nel secondo tempo dopo essere stata bruttarella. Botta e risposta, con Isaksen che ha portato la Lazio avanti (errori di Rrahmani e Meret) e Raspadori che ha segnato il secondo gol in campionato con un gran numero dopo la triangolazione con Lukaku (settimo assist per il belga).
Conte e il suo Napoli “tosto” (l’aggettivo che piace all’allenatore) non potevano avere un atteggiamento rinunciatario e accontentarsi del punto e allora quella del tecnico – fuori il difensore Buongiorno e dentro l’esterno d’attacco Politano al 60’ – è sembrata una mossa chiara: il segnale di voler conquistare i 3 punti contro la Lazio che aveva vinto le precedenti due partite. Proprio Politano ha avviato l’azione del temporaneo vantaggio, arrivato con l’autorete di Marusic. Poi Conte ha inserito il giovane centrale Marin (arrivato a metà febbraio senza giocare un minuto in campionato) perché Mazzocchi aveva chiesto il cambio e formando una linea difensiva a 5. Il Napoli non si è protetto adeguatamente nel finale sul lato sinistro, dove era stato dirottato Politano e dove vi era l’emergenza causata da tre assenze (Olivera, Spinazzola e Neres), lasciando a Dia – proprio quello che con un suo gol il 30 aprile 2023 aveva costretto Spalletti e i suoi uomini a rinviare di quattro giorni la festa scudetto – lo spazio per pareggiare. Minuto 87 e non c’è da sorprendersi perché la squadra di Baroni è quella che ha segnato più gol negli ultimi 15 minuti.
Disattenzioni fatali, in questa come nelle precedenti partite, che hanno tolto al Napoli un bel po’ di punti. Meritate o meno, tre vittorie si sono trasformate in altrettanti pareggi e rischiano di pesare sul duello con l’Inter. Comprensibile l’amarezza per il terzo successo sfumato. Il Napoli non riesce più a vincere. Può essere stato penalizzato dalla catena di infortuni, però la squadra deve essere in grado di andare oltre emergenze ed errori anche perché ci sono i mezzi per tenere aperto il confronto con l’Inter. Anzitutto, si sono visti miglioramenti sul piano atletico rispetto alle partite con Roma e Udinese. E poi l’esperto Conte sa fare di necessità virtù: si veda la risposta che ha avuto da Raspadori, schierato alle spalle di Lukaku. Da fine agosto Jack non giocava da titolare e lo ha fatto bene, segnando e duettando con il belga, arretrando per offrire sostegno al centrocampo. Lo spirito che vuole Conte, non arrabbiato davanti ai microfoni: «Questi ragazzi straordinari stanno facendo qualcosa di straordinario». Lottare per un posto in Champions o per l’obiettivo più alto. La “partita” scudetto con l’Inter è più che mai aperta a dispetto di questi tre pareggi consecutivi e delle differenze degli organici più volte evidenziati dall’allenatore che ricorda che il progetto di rilancio del Napoli è soltanto al primo step. A proposito della rosa, è stata riferita la domanda del tecnico ad un suo collaboratore («Chi posso mettere?») quando Mazzocchi ha chiesto il cambio perché esausto. Ha inserito Marin, il difensore spagnolo che è rimasto a Napoli soltanto perché non sono arrivati Danilo e Comuzzo.
L’Inter, che lunedì scorso si era portata a -1, ha la chance del sorpasso stasera in una partita in cui la Juve potrebbe fare turnover perché mercoledì è attesa dal match di Champions League contro il Psv Eindhoven, decisivo per il passaggio agli ottavi. Inzaghi ha evitato il botta e risposta con Conte sul tema degli arbitraggi, che non devono pesare sul confronto tra due grandi squadre. La direzione di Massa ieri all’Olimpico è stata senza ombre, una di quelle che ci vogliono.
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