La rottamazione dell’occidente e un “nuovo 1990” alle porte – Economia e dintorni

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di Giuseppe Masala per l’AntiDiplomatico

 

Non pare azzardato dire che le ore da quando è stata annunciata la telefonata tra Putin e Trump sono diventate convulse in tutte le cancellerie del mondo ed in particolare in quelle d’Occidente. Pare infatti sempre più evidente che siamo di fronte ad una svolta storica paragonabile a quella che avvenne nel 1990 quando Michail Gorbaciov al vertice del Comecon tenutosi a Sofia annunciò che l’Unione Sovietica non era più disponibile a finanziare a piè di lista le spese dei paesi “fratelli” dell’Europa dell’Est sancendo così il “liberi tutti” e la fine dell’equilibrio sancito a Yalta che vedeva l’Europa divisa in due: da una parte quella capitalista e dall’altra quella comunista.

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Che stiamo vivendo qualcosa di simile a quanto visto nel 1990 lo si capisce non solo dalle sprezzanti dichiarazioni di Trump, che in ogni circostanza chiarisce di non considerare l’Europa un interlocutore credibile ma anche dalle dichiarazioni del Segretario alla Difesa Hegseth che ha ribadito al vertice Nato come i paesi europei saranno chiamati a pagare il dovuto per la sicurezza e del vice Presidente Vance che alla conferenza di Monaco sulla Sicurezza ha preso a pesci in faccia la “democrazia” europea considerata come priva di libertà e in completa decadenza.  Anche la nuova portavoce della Casa Bianca Caroline Leavitt reagisce al commento di Scholz sui colloqui Putin-Trump senza la Germania e l’Europa dicendo in maniera sprezzante che l’unico posto dove dovrebbe sedere la Germania in questi colloqui di pace è sul banco degli imputati.  Probabilmente quest’ultima dichiarazione è la più tagliente e sprezzante ma anche la più sincera:  Leavitt ha chiarito una volta per tutte come la folle politica di deflazione imposta all’Europa dalla Merkel sia alla base del conflitto europeo, perchè per decenni a impoverito molti paesi europei (tra i quali l’Italia e la Grecia) arricchendo sfacciatamente la Germania e conseguentemente facendo diventare Berlino l’Egemone europeo, a tal punto che lanciò il guanto di sfida a Washington invadendo i suoi mercati di prodotti made in Germany. Una follia che ha scatenato l’ira di Washington che in risposta ha fatto deflagrare la crisi ucraina per obbligare l’Europa ad imporre sanzioni contro la Russia che si sono rivelate mortali per la stessa economia europea. 

Ora all’Europa rimane da pagare il conto di una guerra scellerata sia sotto l’aspetto della ricostruzione dell’Ucraina, sia sotto l’aspetto delle future spese per la difesa visto che Washington non pagherà più nulla.  In più anche la pubblica umiliazione del mancato invito al tavolo della pace (del resto il tacchino da servire cotto al forno arriva per ultimo, a tavolo apparecchiato e a commensali accomodati).

A tutto questo i nani europei rispondono con una conferenza d’Emergenza che si terrà oggi all’Eliseo e che vede convenuti l’Italia, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, la Spagna, la Polonia, l’Olanda, la Danimarca, la von der Layen e Costa a nome della UE e Rutte per la Nato. I trombettieri dei giornali europei hanno definito il vertice con il fumoso nome (peraltro di pessimo auspicio) di Weimar Plus mentre i russi già chiamano questo vertice “The League of Nobodies”. Il vertice dei nessuno.

Invece martedì a Riad si terrà il vertice per la pace in Ucraina molto probabilmente vedrà la partecipazione del Segretario di Stato Rubio e del Ministro degli Esteri Lavrov. A volte la location dice più di mille parole: per decidere le sorti dell’Europa si è scelto un paese extra europeo (senza europei invitati a partecipare), esattamente come quando le potenze europee dell’ottocento decidevano in Europa i destini dell’Africa senza che manco un africano partecipasse all’evento. C’è poco da aggiungere.


Giuseppe Masala


Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in “finanza etica”. Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), “Una semplice formalità” vincitore  della terza edizione del premio letterario “Città di Dolianova” e  pubblicato anche in Francia con il titolo “Une simple formalité” e un  racconto “Therachia, breve storia di una parola infame” pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che “Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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