La relazione tra innovazione digitale e sostenibilità si sta espandendo, anche se c’è ancora molto da fare. Seppure l’84% delle grandi imprese stia attuando investimenti su entrambe, lato Pmi la percentuale cala vistosamente: meno di un terzo investe in maniera sensibile su digital & green.
Soprattutto, sono ancora poco esplorate le sinergie tra le due dimensioni: solo un’azienda su tre utilizza l’innovazione digitale in modo intensivo come strumento per perseguire obiettivi sostenibili e solo una su quattro si fa guidare dalle linee di sviluppo sostenibile per rivedere la politica di adozione digitale. Sono alcuni dei risultati che emergono dal lavoro dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano, in collaborazione con Assolombarda.
Il valore aggiunto di combinare innovazione digitale e sostenibilità
C’è bisogno di conciliare innovazione digitale e sostenibilità per ottenere benefici durevoli in molteplici ambiti. La digital innovation può contribuire a portare più persone online, contribuendo così a promuovere lo sviluppo sostenibile e la trasformazione digitale.
Inoltre, le tecnologie digitali possono rivelarsi strumenti chiave per accelerare il raggiungimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ricordavano le Nazioni Unite in occasione della COP29. Queste tecnologie svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio del clima, nei sistemi di allerta precoce e nell’adattamento e nella mitigazione dei cambiamenti climatici in generale.
Si pensi al valore crescente dell’impiego dell’intelligenza artificiale: essa sta assumendo rapidamente il ruolo di architetto di pratiche aziendali sostenibili, con applicazioni che spaziano dalla raccolta dati automatizzata alla previsione del rischio climatico. AI e i big data possono svolgere un ruolo centrale nell’ottimizzare il consumo energetico del mondo digitale.
Si consideri, inoltre, l’impatto del digitale nel settore produttivo. Secondo il World Economic Forum, oltre due terzi della nuova creazione di valore nel prossimo decennio potrebbe provenire da piattaforme abilitate digitalmente.
Lo stimolo dell’Europa su digital & green
Anche l’Europa, specie negli ultimi anni, ha messo in rilievo la necessità di coniugare innovazione digitale con la sostenibilità. La Commissione UE, trattando di come “plasmare il futuro digitale dell’Europa”, mette in evidenza, da subito, come la transizione digitale dell’Europa va di pari passo con il Green Deal europeo.
A livello legislativo e non solo, proprio nell’ultimo decennio, la stessa Commissione europea ha promosso numerose misure. Tuttavia, come specifica il report dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel lavoro di analisi nel dettaglio di 92 iniziative, legislative e non, solo una minoranza tratta in modo congiunto e strategico sia sostenibilità che digitale.
Delle 53 iniziative sulla sostenibilità, solo il 13% di esse tratta il digitale come elemento centrale, mentre delle 39 iniziative sul digitale, il 90% affronta la sostenibilità in modo strategico, trattando però quasi esclusivamente temi sociali e di governance.
“Nelle iniziative della Commissione europea, emerge, quindi, ancora timidamente il ruolo che il digitale può avere nell’affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità, mentre in modo più approfondito l’indirizzo che la sostenibilità, soprattutto sociale e di governance, può indicare nel processo di trasformazione digitale”, rileva l’Osservatorio.
La pervasività della digital innovation
Se il connubio tra innovazione digitale e sostenibilità stenta ancora a espandersi, così non si può dire della penetrazione della digital innovation in molti ambiti. Gli esempi sono molteplici. Si pensi all’aumento di Pmi italiane che adottano tecnologie cloud: si è passati dal 42% nel 2020 al 67% nel 2024. Inoltre, il tasso di adozione di progetti industrial IoT dalle grandi imprese è passato dal 42% al 59% negli stessi anni.
“Le aziende nel 2019 avevano il 65% dei progetti attivi in ambito smart working, una quota percentuale che è passata al 96% nel 2024. Altro dato importante riguarda l’adozione dell’intelligenza artificiale. La quota di aziende italiane con un progetto attivo in ambito AI è passata dal 31% nel 2019 al 59% cinque anni dopo”, ha illustrato Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable, ricordando, tra l’altro che la digital transfomation tocca anche la popolazione nazionale. Basti pensare alla quota di persone in possesso di un’identità digitale, passata dall’11% nel 2019% al 79% nel 2024.
Tuttavia, sono ancora poco esplorate le sinergie tra digitale e sostenibilità:
- solo il 34% delle grandi imprese utilizza l’innovazione digitale in modo intensivo come strumento per perseguire obiettivi di sostenibilità a tutto tondo,
- solo il 22% si fa guidare dalle linee di sviluppo sostenibile per rivedere la politica di adozione digitale.
Decisamente meno interesse suscita il binomio digital & green nelle piccole e medie imprese. Il report dell’Osservatorio rileva che il 35% delle Pmi investe poco o nulla in entrambe le dimensioni, il 31% lo fa intensamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità, mentre l’impiego sinergico è assai limitato: “solo l’8% utilizza il digitale in modo intensivo per perseguire obiettivi di sostenibilità a tutto tondo, il 6% utilizza le linee guida sulla sostenibilità per guidare la digitalizzazione”.
I motivi per puntare su innovazione digitale per la sostenibilità
Perché è da incentivare la combinazione “digitale e sostenibilità”? Per i benefici che può assicurare. Si pensi all’uso combinato di sensori IoT per la raccolta dati e algoritmi di AI, capace di abilitare l’agricoltura di precisione.
Oppure si considerino i vantaggi offerti, in termini di riduzione delle emissioni, dal lavoro da remoto per due giorni a settimana con workspace technology e piattaforme di collaboration: esso comporta un risparmio di 60 kg di CO2 l’anno per lavoratore.
Certo, non si può dimenticare l’impatto che hanno i data center in termini di consumi energetici e idrici. Ma, nel complesso, se attentamente regolato, il connubio tra innovazione digitale e sostenibilità può garantire diversi vantaggi.
Casi concreti
Interessante, a tale proposito, è il lavoro svolto da Assolombarda con la collaborazione dell’Osservatorio Digital & Sustainable, con 27 studi di casi che rappresentano concreti esempi della possibilità di utilizzare l’innovazione digitale come mezzo per raggiungere obiettivi di sostenibilità, in modo diretto o indiretto.
Tra questi, si possono ricordare quanto fatto da IBM e Gruppo Hera per ottimizzare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, grazie a IoT, Big Data & Analytics e cloud. Il progetto introduce un modello avanzato di digitalizzazione per ottimizzare la gestione dei rifiuti, integrando tecnologie come sensori, tag sui cassonetti e sistemi di riconoscimento visivo. “Questi strumenti permettono di mappare dettagliatamente i punti di raccolta e monitorare il livello di riempimento dei cassonetti in tempo reale”, si ricorda nel documento di Assolombarda.
La città di Venezia
Un altro caso di forte interesse in ambito ambientale è quello, in ambito smart city, condotto da TIM per la città di Venezia. Il progetto Urban Genius ha visto la creazione di una control room centrale, mediante cui gestire servizi smart per la città di Venezia. L’esigenza di attivare una piattaforma digitale e di arrivare alla creazione della smart city di Venezia “è legata alla necessità di affrontare e risolvere in tempo reale alcuni dei problemi specifici come l’intenso flusso turistico e i rischi ambientali”.
Così, la soluzione digitale, che utilizza Intelligenza Artificiale e il Digital Twin, sfruttando la rete 5G di TIM per raccogliere dati dai sensori distribuiti in tutta la città, può attivare le misure necessarie in base agli eventi monitorati.
Tra i benefici ottenuti, progetto della smart city di Venezia ha un impatto positivo sulla sicurezza ambientale, “in particolare nella gestione delle emergenze legate all’acqua alta e ai cambiamenti climatici – rileva il documento di Assolombarda –. Grazie a sensori e AI, la Smart Control Room monitora in tempo reale il livello delle maree”.
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