In Argentina azzardo Milei: così la criptovaluta affossa la borsa

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Il presidente cancella il post di supporto ma l’opposizione lo accusa per frode

Pubblicato:17-02-2025 17:36

Ultimo aggiornamento:17-02-2025 17:36


ROMA – S&P Merval, ossia il principale indice azionario della borsa di Buenos Aires, stamani è crollato di 4 punti percentuali: i mercati cominciano a risentire dello scandalo che sta investendo da sabato il presidente dell’Argentina, Xavier Milei. Le opposizioni hanno infatti annunciato che presenteranno richiesta di impeachment per il capo dello Stato, accusato di aver sostenuto una manovra speculativa legata a una criptovaluta poco conosciuta, tramite un semplice post su X: se prima valeva pochi centesimi, dopo la condivisione social il prezzo della moneta digitale è schizzato arrivando a quasi 5 milioni di dollari, per poi ripiombare a pochi centesimi in meno di tre ore. Ciò a sua volta ha provocato perdite milionarie tra gli investitori.

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IL “PUMP & DUMP”

L’esperto di cryptocurrency Pablo Sabbatella all’emittente Cnn ha raccontato come sarebbero andate le cose: dopo il post su X alcuni account, dopo aver acquistato moneta a un prezzo molto basso, hanno guadagnato, rivendendola, tra i quattro e gli 87 milioni dollari. “Si tratta del fenomeno pump and dump“, ossia “gonfia e sgonfia”, una tipologia di frode che, come scrive Borsa italiana, “consiste nel far lievitare artificialmente il prezzo di un’azione a bassa capitalizzazione con l’obiettivo finale di vendere titoli azionari acquistati a buon mercato ad un prezzo superiore”. Una pratica che prima si faceva telefonicamente e ora, con l’avvento di internet, consente di raggiungere molti più utenti in pochissimo tempo.
In questo caso, è stato sufficiente un post sul profilo ufficiale sulla piattaforma X, dove Milei conta 3,8 milioni di follower. “Questo progetto privato sarà dedicato a incoraggiare la crescita dell’economia argentina”, recitava il post di Milei di venerdì, accompagnato dal link alla criptovaluta $Libra, sviluppata da Kip Protocol. Il messaggio infatti non è più online: il presidente lo ha cancellato poche ore dopo. Anche questo ha causato ripercussioni: bruciati in pochissimo tempo milioni di dollari degli investitori della valuta, così come ha riferito il sito finanziario Dexscreener. Di questo, Hayden Mark Davis, uno dei proprietari di Kip Protocol, ha incolpato l’amministrazione Milei: “Nonostante gli impegni presi, hanno improvvisamente cambiato posizione”.

LA DENUNCIA PER ASSOCIAZIONE FRAUDOLENTA

Nel frattempo, l’opposizione invocava la messa in stato d’accusa per il presidente mentre domenica un gruppo di avvocati e studiosi denunciava il capo dello Stato per associazione a scopo di frode. Jonatan Baldiviezo, uno di questi legali, ha spiegato alla Cnn che nella manovra intorno a $Libra sarebbe possibile intravedere “un’associazione illecita” in grado potenzialmente di commettere “un numero imprecisato di frodi”. Baldiviezo ha aggiunto: “All’interno di questa associazione illecita è stato commesso il reato di frode, rispetto al quale le mosse del presidente sono state essenziali”. Inoltre, Milei avrebbe violato la legge sull’etica pubblica. Tra le personalità che hanno deciso di sostenere la denuncia figura anche l’economista Claudio Lozano, ex presidente della Banca centrale argentina durante l’amministrazione Fernandez.

MILEI SI GIUSTIFICA: “NON CONOSCEVO I DETTAGLI DEL PROGETTO”

Milei, dopo aver cancellato il post incriminato, ha immediatamente respinto tutte le accuse, affermando: “Non ero a conoscenza dei dettagli del progetto e, dopo essere stato informato, ho deciso di non continuare a promuoverlo (motivo per cui ho cancellato il tweet)”.
Quanto all’Ufficio di presidenza, ha assicurato che sulla vicenda si è attivato l’Ufficio per l’anti-corruzione e garantito collaborazione alle indagini della magistratura. In una nota ha riferito: “Il presidente ha condiviso un post sui suoi account personali annunciando il lancio del progetto del Kip Protocol, come fa quotidianamente con molti imprenditori che desiderano avviare progetti in Argentina per creare posti di lavoro e attrarre investimenti”.
La Casa Rosada ha infine confermato che Milei, insieme ad altri membri del suo staff, hanno avuto un incontro con i rappresentanti di Kip Protocol.
Vari i politici che si sono schierati con Milei, tra cui la ministra della Sicurezza Patricia Bullrich, la quale ha sostenuto il diritto alla “libertà di espressione” del capo dello Stato paragonando il post su X a una “visita in fabbrica: non implica che si stia creando una lobby”.

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