Il DDL Turismo approvato dall’ARS ridisegna il settore ricettivo. Ecco cosa prevede

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Il DDL Turismo approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana il 12 febbraio 2025 ridisegna l’intero settore ricettivo, introduce strumenti innovativi per la tracciabilità e punta a trasformare la Sicilia in un laboratorio di turismo sostenibile e integrato. Frutto di un lungo processo di confronto tra istituzioni, associazioni di categoria e operatori economici, la legge affronta nodi storici come il sommerso, l’eterogeneità dell’offerta e la necessità di diversificazione, con un’attenzione particolare alle potenzialità del mare e delle comunità costiere.

Cosa prevede il nuovo DDL turismo

Il cuore del provvedimento è il riordino organico delle strutture turistico-ricettive, un intervento atteso da anni per superare frammentazioni legislative e garantire standard qualitativi omogenei. Tra le novità più significative spicca l’introduzione di nuove tipologie di strutture extralberghiere, pensate per rispondere alla domanda di flessibilità e personalizzazione dei viaggiatori moderni. Bed & breakfast, case vacanza e strutture esperienziali dovranno ora adeguarsi a criteri di classificazione aggiornati, con verifiche periodiche da parte del Dipartimento Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.

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«Finalmente diamo certezze a chi investe in Sicilia», ha sottolineato Fabrizio Ferrara, presidente della Commissione Cultura e Turismo dell’ARS, durante il dibattito in aula. «Questa legge non solo combatte il sommerso e l’evasione, ma incentiva un’offerta di qualità, essenziale per competere a livello internazionale. Il turista che sceglie la nostra regione deve trovare servizi certificati, in linea con le aspettative di un mercato globale».

Un pilastro fondamentale è l’obbligo del Codice Identificativo Nazionale (CIN), già previsto a livello nazionale ma ora reso operativo con sanzioni specifiche per chi non lo adotta. Il CIN consentirà un monitoraggio dettagliato dei flussi turistici, offrendo dati precisi su presenze, provenienze e preferenze dei visitatori. «Grazie a questo strumento, potremo pianificare investimenti mirati e politiche di promozione basate su evidenze statistiche», ha spiegato l’assessore al Turismo Elvira Amata, evidenziando come la legge risponda anche all’esigenza di tracciabilità e trasparenza.

Turismo Azzurro: la rivoluzione dell’Ittiturismo e del Pescaturismo

La vera novità rivoluzionaria del DDL è l’introduzione del “turismo azzurro”, un concetto che trasforma le attività ittiche in leve per lo sviluppo turistico. Con un emendamento presentato dall’On. Giuseppe Bica (Fratelli d’Italia), le aziende di pesca potranno offrire servizi di ospitalità analoghi a quelli degli agriturismi, accogliendo turisti sia a terra che direttamente a bordo delle imbarcazioni.

«Con questa norma, colmiamo un vuoto legislativo che durava da decenni», ha dichiarato Bica, protagonista di un dialogo serrato con cooperative di pescatori e imprenditori ittici. «Oggi riconosciamo il valore strategico della cultura marinara: i pescherecci non saranno più solo luoghi di lavoro, ma spazi di accoglienza, dove i visitatori potranno dormire, degustare prodotti locali e vivere un’esperienza immersiva nella tradizione siciliana».

Le attività di ittiturismo e pescaturismo saranno inserite in un Registro Regionale del Turismo Azzurro, con l’assegnazione di un codice identificativo unico valido a livello nazionale dal 1° gennaio 2025. Per accedervi, le aziende dovranno superare verifiche tecniche condotte dall’Assessorato all’Agricoltura e alla Pesca, garantendo standard di sicurezza e sostenibilità. «Non si tratta solo di aprire le porte delle barche», ha precisato Natale Amoroso, presidente della Cooperativa La Tramontana, tra i principali promotori della riforma. «Vogliamo creare un circuito virtuoso: i turisti impareranno a conoscere il ciclo del pesce, dalla rete alla tavola, mentre le comunità costiere avranno nuove opportunità economiche. Questo è un modello che valorizza le nostre radici e include giovani e donne, spesso marginalizzati nella filiera tradizionale».

Controlli rafforzati e lotta all’abusivismo

Per contrastare fenomeni di evasione e concorrenza sleale, la legge introduce regole più stringenti in tema di vigilanza e sanzioni. Il Dipartimento del Turismo potrà effettuare ispezioni a campione o su segnalazione, con multe fino al 30% del fatturato annuo per chi opera senza licenza o viola gli standard qualitativi. «Non possiamo permettere che il lavoro serio di migliaia di imprenditori sia danneggiato da chi agisce nell’illegalità», ha affermato l’assessore Amata, sottolineando l’importanza della copertura assicurativa obbligatoria, altro tassello centrale della normativa. Le sanzioni riguardano anche la mancata comunicazione dei dati statistici, considerata fondamentale per una governance moderna del settore. «Senza informazioni accurate, non possiamo attrarre investimenti o programmare infrastrutture», ha aggiunto Ferrara, ricordando come il turismo rappresenti ormai oltre il 15% del PIL regionale, con margini di crescita ancora ampi.

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Impatto economico e sociale: Giovani, Donne e nuovi lavori

Oltre agli aspetti normativi, il DDL Turismo punta a generare ricadute concrete sul tessuto socioeconomico. Il turismo azzurro, in particolare, è visto come un volano per contrastare lo spopolamento delle aree costiere. «Molti ragazzi lasciano i paesi marinari per mancanza di prospettive», ha raccontato Amoroso. «Ora, invece, potranno gestire pacchetti turistici che uniscono pesca, cucina e ospitalità. Le donne, spesso relegate a ruoli marginali, avranno spazio come guide esperte o chef specializzate in cucina marinara». La legge prevede anche incentivi per la formazione professionale, con corsi finanziati dalla Regione per chi vuole specializzarsi in servizi legati al turismo esperienziale. «Non stiamo solo creando posti letto», ha chiosato Bica, «ma un intero ecosistema che unisce economia, cultura e ambiente. La Sicilia può diventare un modello per tutta Italia».

Prospettive future: dalla Sicilia all’Italia, un modello da esportare

L’approvazione del DDL Turismo ha già attirato l’attenzione di altre regioni costiere, dalla Sardegna alla Calabria, interessate a replicare il modello del turismo azzurro. «Abbiamo dimostrato che dialogo e visione possono produrre risultati concreti», ha concluso l’assessore Amata, rivendicando il carattere bipartisan della riforma. «Ora tocca agli imprenditori cogliere questa opportunità. La Sicilia ha tutte le carte in regola per essere non solo una meta, ma un esempio di come il turismo possa rigenerare un territorio». 

 





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