Fotovoltaico, il Giappone ha l’arma “rivoluzionaria” per sfidare la Cina



Vuoi leggere questo articolo senza pubblicità? Entra qui e abbonati a Vaielettrico Premium


Fotovoltaico: il Giappone lancia la sfida alla supremazia della Cina sui pannelli solari. Il governo di Tokyo sta investendo oltre un miliardo e mezzo di euro per la produzione celle solari ultrasottili che usano come materiale principale la perovskite. E’ considerata dagli esperti la tecnologia del futuro per l’installazione di impianti solari su ogni tipo di edificio.   

Per molti è l’ultima possibilità per contrastare il primato della Cina nel settore delle rinnovabili. Nel fotovoltaico, il Giappone ci prova, per diventare autonomo rispetto alle importazioni di pannelli. Ma anche per diventare uno dei leader della transizione energetica. E lo fa con una tecnologia che al momento viene prodotta ancora in perdita, da qui la necessità degli incentivi finanziari. Ma che nel giro di tre anni diventerà “dirompente” è assolutamente in grado di stare sul mercato.

Per quale motivo la perovskite e di cosa si tratta?

Le celle di perovskite sono circa 20 volte più sottili rispetto ai tradizionali pannelli solari e possono essere applicate su una vasta gamma di superfici, dalle coperture degli impianti sportivi agli aeroporti, per edifici pubblici e centri direzionali per uffici. Una caratteristica che gli rende particolarmente adatti per un Paese come il Giappone. Perché è per lo più montagnoso e non dispone di grandi pianure, per cui lo spazio per i  parchi solari tradizionali è limitato. Come accade, invece, negli Stati Uniti e in Cina.

La perovskite deve il suo nome l mineralogista russo Lev Perovski a cui è dedicato, che l’ha scoperta sugli Urali nel 1839. Per le sue caratteristiche, i pannelli solari rendono molto di più del silicio per trasformare la luce del sole in energia. In altre parole, è il materiale del futuro nella produzione di pannelli solari: è un ottimo conduttore, è meno costoso perché si trova più abbondantemente in natura ed è più facile da lavorare. Oltre a poter essere ridotto a pannelli sottili pochi millimetri.

Nel fotovoltaico, il Giappone vuole installare pannelli a celle ultrasottili per l’equivalente di 20 centrali nucleari entro il 2040

Il governo giapponese ha come obiettivo l’installazione di celle di questo tipo in numero sufficiente per generare energia equivalente a 20 centrali nucleari entro il 2040. E per raggiungere l’obiettivo nazionale di produrre fino al 50% dell’elettricità da fonti rinnovabili. Come primo passo fondamentale, il governo di Tokyo ha già stanziato sussidi per quasi 1 miliardo di euro a Sekisui Chemical, l’azienda leader nello sviluppo della pellicola solare in perovskite.

La Cina attualmente domina il mercato globale delle celle solari, producendo l’85% delle celle solari mondiali e il 79% del polisilicio necessario per la loro fabbricazione. Tuttavia, le celle di perovskite utilizzano lo iodio come ingrediente principale, un materiale di cui il Giappone e il Cile sono i principali fornitori mondiali. Questo potrebbe ridurre i rischi legati alla dipendenza da un singolo Paese per le catene di approvvigionamento critiche e le infrastrutture energetiche.

I pannelli solari di perovskite sono perfetti in città sovraffollate come Tokyo o Singapore

Al momento, le celle di perovskite siano più costose da produrre rispetto ai pannelli in silicio. Ma come è avvenuto per il fotovoltaico “tradizionale”, la produzione di massa è destinata a ridurre significativamente i costi. Inizialmente, la domanda potrebbe provenire da città asiatiche densamente popolate come Tokyo, Taipei e Singapore. Dove lo spazio è limitato, l’efficienza energetica è una priorità e la domanda è in continua crescita. Ma anche altrove potrebbe essere una risposta per superare l’effetto Nimby delle comunità locali e per archiviare i combustibili fossili.

Sekisui Chemical ha già fatto progressi significativi. Ha risolto uno dei principali ostacoli tecnici legati all’infiltrazione di umidità nelle celle. L’azienda prevede di investire 1, miliardi di dollari per produrre 1 gigawatt di celle entro il 2030, con l’obiettivo di rendere i costi competitivi rispetto ai tradizionali pannelli solari al silicio. Per non dire che già ora ha il primato nella produzione della tecnologia. Anche grazie al fotovoltaico, il Giappone vuole raggiungere la carbon neutrality al 2050 e per questo ha istituito il Green Innovation Fund, fondo da 12,5 miliardi.

Tra l’altro, il Giappone non trascura nessuna strada per lo sviluppo delle rinnovabili “alternative”. Come dimostra l’esperimento che sta portando avanti per ottenere  elettricità dallo spazio. Il gruppo Japan Space System ha utilizzato velivoli dotati di panelli solari che hanno inviato energia – sotto forma di microonde – sulla terra.

Studi sui pannelli ultrasottili e più performanti in perovskite sono in corso in tutto il mondo. In Italia, anche l’Enea ha in corso un progetto presso l’Enea, l’ente nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Ma è il Giappone che ci sta credendo più di tutti. E, quello che più di tutto conta, ha investito per accelerare i processo di produzione industriale.

– Iscriviti alla Newsletter e al nostro canale YouTube –





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link