L’ex sindaco di Rende Marcello Manna in vista delle elezioni annuncia la nascita della Federazione civica: «Pronti con una coalizione» e aggiunge: «Non escludo una mia candidatura per la carica di consigliere»
NON saremo di fronte alle corazzate che hanno vinto le amministrative nel 2014 e nel 2019 ma l’ex maggioranza e l’ex Giunta di Marcello Manna vogliono essere protagonisti nella tornata elettorale di primavera. In questi anni, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose con il conseguente commissariamento del Municipio, lo zoccolo duro dell’area politica dell’ex sindaco di Rende non ha subito nessuna diaspora e, alla vigilia delle elezioni, continua a lavorare per costituire una coalizione civica con un proprio candidato a sindaco.
I rapporti di forza e il peso specifico, dicevamo, sono notevolmente mutati ma nessuno, nemmeno tra i più acerrimi avversari dei “manniani”, ha la presunzione di sottovalutare le mosse dell’ex primo cittadino e della sua squadra. Questi ultimi non hanno mai digerito le circostanze che hanno condotto allo scioglimento per mafia. Contestazioni che si sono materializzate in ricorsi nelle relative sedi giudiziarie e su cui si annunciano «novità».
In effetti nell’infuocato dibattito degli ultimi giorni che ha visto sugli scudi i conflitti nel Comitato del no alla fusione, i tentavi di una parte del centrosinistra di fare sintesi e i (pochi) passi in avanti del centrodestra, in molti si sono chiesti a che punto fosse il progetto politico-amministrativo dell’ex maggioranza. È lo stesso Marcello Manna a fornire dettagli in tal senso. «Stiamo lavorando alla stesura del programma elettorale che a breve concluderemo e presenteremo alla cittadinanza. L’obiettivo è di creare una coalizione civica con un nostro candidato a sindaco che presto individueremo», spiega Manna al Quotidiano del Sud. «Nascerà la “Federazione civica” che guarderà all’area urbana e a tutta la regione. Abbiamo già ricevuto molte adesioni e altre ne arriveranno», annuncia.
Il canovaccio è quello utilizzato nelle due ultime competizioni elettorali. «Stiamo lavorando insieme ad Annamaria Artese, Romina Provenzano, Marco Greco e tanti altri per le prossime amministrative. Ma devo dire che stiamo raccogliendo consensi e “attenzioni” anche da esponenti degli altri schieramenti. Confermo che è in atto un dialogo continuo e proficuo con una parte del Partito democratico. Ma anche con personalità di Forza Italia e più in generale del centrodestra.
Le forze politiche tradizionali evidentemente in questa fase nutrono interesse per il nostro progetto. Andremo come sempre oltre i simboli di partito mettendo al centro le idee e le persone».
Manna non nasconde di aver fatto un pensierino a una sua personale discesa in campo. Ricordiamo che nei mesi scorsi il Tribunale di Cosenza ha respinto la richiesta d’incandidabilità avanzata dal ministero dell’Interno nei confronti dell’ex sindaco.
«Seguo con grande attenzione il dibattito nazionale sul divieto del terzo mandato. Allo stato attuale, ovviamente, non mi sarebbe consentito di candidarmi a sindaco. Ma potrei comunque correre in qualità di candidato al Consiglio comunale in una delle liste che formeranno la nostra coalizione. Nulla è ancora deciso nonostante mi siano giunte delle sollecitazioni. Discuteremo e valuteremo, se il mio gruppo e i cittadini dovessero chiedere la mia disponibilità non mi tirerei indietro», afferma Manna. Dichiarazioni che hanno il retrogusto della provocazione ma che in questa nebulosa e snervante pre-campagna elettorale sono destinate ad avere un impatto rilevante.
Infine Manna commenta le pregiudiziali che vengono mosse da molte forze politiche nei confronti dell’ex maggioranza in riferimento alle vicende giudiziarie che hanno portato allo scioglimento. «Nulla da dire contro chi, da un punto di vista politico, ci ha sempre osteggiati in questi anni collocandosi all’opposizione e che non intende ovviamente dialogare per una questione di coerenza politico-amministrativa ma va invece stigmatizzato il comportamento di chi ostenta pubblicamente prese di distanza figlie dell’ignoranza e dell’in-cultura del giustizialismo».
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