Protesta nel carcere di Pescara dopo che, questa mattina, un detenuto di 24 anni, egiziano, tossicodipendente, si è impiccato. Qualche detenuto è riuscito ad arrivare sul tetto, altri hanno dato fuoco ai materassi, come conferma Francesco Lo Piccolo, direttore della rivista “Voci di dentro”, che ospita contributi da tutte le carceri d’Italia, e che è sul posto. “C’è la polizia – dice all’Adnkronos Lo Piccolo – e un forte clima di tensione. C’è anche il viavai di ambulanze che portano in ospedale i detenuti rimasti intossicati. Tutto ciò – rimarca – è frutto di anni di mala gestione da parte dell’Amministrazione penitenziaria. I problemi si sono aggravati e sono stati ignorati: qui dovrebbero esserci 240 detenuti e inveve ce ne sono 440, il doppio. Addirittura ci sono celle con sei persone che non hanno neppure brande, ma i materassi sono stati messi a terra. Una situazione ne che era già al limite”.
‘La situazione è molto grave”, denuncia Giuseppe Ninu, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. ”Ci arrivano segnali allarmanti di una crescente tensione. La situazione è molto critica e sul posto sono presenti anche operatori di polizia penitenziaria di altre sedi della regione. Tre piani del reparto penale non hanno acqua ed elettricità e ci sono devastazioni ovunque. Mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione della Giustizia, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Pescara tutelando gli Agenti di Polizia Penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione nelle carceri lombarde”.
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta “irresponsabile e gravissima. Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione penitenziaria è sempre ad alta tensione. Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della Polizia Penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento. È sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti alla polizia penitenziaria. Ora è però fondamentale dare supporto ai colleghi che a Pescara sono in prima linea a fronteggiare la grande tensione in atto”.
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