Si narra che ogni neonato della Mitteleuropa trovi nella culla uno strumento donatogli dalle fate. È un’antica tradizione per sottolineare che nell’area germanica la musica è considerata da sempre un linguaggio assolutamente spontaneo e naturale.
E in Italia? Da noi è stata invece spesso considerata come evasione piuttosto che come arte. D’altronde nel percorso scolastico la musica non ha avuto lo stesso peso delle altre materie, e questo già a partire dalla legge Casati del 1859 e subito dopo con Francesco De Sanctis, primo ministro della Pubblica Istruzione nell’Italia unita, che la escluse come disciplina d’insegnamento lasciandola esclusivamente negli istituti specificatamente destinati a formare i musicisti, ovvero i Conservatori. Solo più recentemente c’è stata una svolta grazie alle scuole a indirizzo musicale.
Eppure l’insegnamento di uno strumento e del fare musica assieme in orchestra sono, nel percorso scolastico, elementi di fondamentale importanza. Ed è proprio questo il cuore del progetto “Sistema Musica Arnesano”, che ha letteralmente trasformato una piccola cittadina di circa 4000 abitanti alla periferia di Lecce ne “Il Paese degli Archi”, significativo titolo del documentario, firmato dalla giornalista Azzurra De Razza e dal videomaker Daniele Pignatelli, che racconta questa affascinante storia di musica e bambini.
Un “miracolo” che trova il suo fondamento in una fantastica famiglia di musicisti: Vincenzo Rana e Maria Pina Solazzo, entrambi docenti al Conservatorio “Tito Schipa”, e le figlie Beatrice Rana, regina mondiale del pianoforte, e Ludovica Rana, eccellente violoncellista nel panorama internazionale.
Il progetto
Tutto è nato nel 2017 quando Vincenzo e Maria Pina costituirono ad Arnesano l’associazione “Opera Prima” per organizzare “Classiche Forme”, il festival estivo diretto e fondato da Beatrice, e contemporaneamente promuovere una stagione invernale nello stesso paese affidandola a Ludovica.
Ma la vera novità fu il lancio di “SMA”, curato da Maria Pina, progetto innovativo di formazione strumentale inclusiva che ha fatto entrare lo studio di violino e violoncello in due scuole primarie del Salento, inserendolo tra le materie curriculari. La prima è stata l’Istituto Comprensivo “Vittorio Bodini” di Monteroni di Lecce – sezione di Arnesano – con l’allora dirigente Addolorata Natale e ora con Graziano Palma. Successivamente è stato coinvolto anche l’Istituto Comprensivo “Salvatore Colonna” di Monteroni di Lecce, oggi diretto da Loredana Signore.
«C’è una frase bellissima di Guy de Maupassant che definisce la musica come “arte perfetta, perché vaga come un sogno ed è precisa come l’algebra”. Secondo me racchiude benissimo quello che la musica può essere per un bambino. Perché la musica fa sognare, rende liberi di immaginare futuri possibili, e allo stesso fornisce un metodo perché questi sogni possano avvenire. La musica è civiltà»: sono le belle parole di Beatrice Rana con le quali si apre il documentario.
«Ad Arnesano ormai tutti i bambini tra i 6 e 10 anni studiano uno strumento ad arco – dice l’autrice del documentario Azzurra De Razza – e nel teatrino nato dal restauro dell’ex oratorio, nella piazza del paese, vive una comunità di famiglie che si intende parlando il linguaggio della musica, dei grandi autori classici e di nuove storie in musica, creando un senso dell’ascolto a cui oggi i nostri bambini non sempre sono preparati».
Ed ha veramente del miracoloso la grande orchestra d’archi che si è formata all’interno del progetto, diretta da Antonio Martino. Inizialmente composta da oltre 60 bambini e ragazzi tra i 6 e i 14 anni che continuano a studiare musica gratuitamente, da un mese l’orchestra è suddivisa in quattro compagini con differenti livelli per un totale di 100 ragazzi.
«Il progetto si articola in una parte curriculare obbligatoria e in una in cui invece invitiamo i bambini che abbiamo individuato con caratteristiche più idonee a misurarsi nella quotidianità e nell’individualità dello strumento musicale – racconta nel documentario Maria Pina Solazzo -, questo significa venire in associazione e avere a disposizione insegnanti di violino e violoncello e, soprattutto, partecipare al laboratorio orchestrale che crea un’energia incredibile. Un vivaio di crescita sociale nella nostra comunità. E poi offriamo a ridosso di uno spettacolo la possibilità di partecipare a delle masterclass di perfezionamento con maestri di altissimo profilo».
Grazie al progetto sono già stati consegnati in comodato d’uso gratuito oltre 200 strumenti ad arco ai bambini coinvolti, finora oltre 300.
«Il progetto è nato con la possibilità offerta da un bando dalla Regione Puglia di restaurare l’oratorio – ricorda Vincenzo Rana – l’idea geniale di Maria Pina è stata però quella di non limitarsi alla parte strutturale e alle suppellettili, ma di calcolare nel finanziamento anche gli strumenti musicali».
Obiettivo finale di “SMA” è infatti la sensibilizzazione all’arte musicale e dunque la formazione del pubblico di domani. «Veniamo da circa vent’anni in cui lo Stato ha investito tantissimo in lingue straniere e in tecnologia – aggiunge Maria Pina – e il vero risultato è che le sale da concerto sono popolate solo da teste bianche. Adesso stiamo cominciando un processo di conoscenza di un segmento artistico e culturale i cui veri benefici si vedranno fra 30 anni».
E sull’importanza di questo concetto insiste anche Ludovica Rana, direttrice artistica di “SMA”. «Puntiamo molto a sensibilizzare i bambini alla formazione del nuovo pubblico – sottolinea infatti la violoncellista – e se all’inizio abbiamo riscontrato qualche resistenza nel fare ascoltare loro una sonata di Brahms, ora invece quegli stessi bambini che sono cresciuti e frequentano la prima media ascoltano con facilità un intero quartetto di Beethoven senza battere ciglio. C’è poi l’usanza dopo ogni concerto della stagione di far salire sul palco tutti i bambini presenti in sala e che sono parte del progetto, e i musicisti suonano per loro».
Il documentario
Il documentario mette molto bene in evidenza la storia di quest’orchestra di comunità che racconta il territorio attraverso produzioni originali tra cui “La Regina”, dal soggetto originale di Simonetta Longo, con le musiche di Raffaele Quarta e l’attrice Alessandra De Luca.
«La colonna sonora de “Il Paese degli Archi” è interamente tratta da eventi live di Opera Prima – dice l’autore Daniele Pignatelli – tra cui appunto i concerti ma anche le prove dei bambini e lo spettacolo musicale “La Regina”. Questo per dire che credo che sia bellissimo anche solo semplicemente da ascoltare, grazie alla musica e al suo potere evocativo di emozioni».
Tutta l’emozione dei concertisti in erba si evince perfettamente dalle loro parole poco prima di salire sul palco per suonare durante la Festa della Polizia, lo scorso 10 aprile al Teatro Apollo di Lecce.
«Classiche Forme è nato nel momento in cui SMA veniva concepito – conclude Beatrice Rana – e sono cresciuti di pari passo. Ricordo benissimo la prima volta che abbiamo fatto un concerto per la cittadinanza di Arnesano quando Sistema Musica ancora non esisteva. Ricordo soprattutto lo sgomento di fare una cosa che affascinava le persone ma che in realtà non comprendevano. E poi ho visto il pubblico di Classiche Forme 2024 dopo sei anni di SMA, e vedere tanti bambini è stata una cosa molto emozionante perché li ho sentiti veramente parte di questa grandissima avventura che è la musica».
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