C’è un ministro in carica, Giuseppe Valditara, che tra un impegno di governo e l’altro siede in alcuni comitati scientifici di think tank di destra.
Ci sono, poi, altri big della politica, come la reggente di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni, e il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che restano nel consiglio di amministrazione della fondazione Alleanza nazionale. Gasparri, peraltro, conserva pure il ruolo di presidente onorario della “sua” fondazione Italia protagonista. Ma in questi pensatoi trovano spazio altri ex ministri, da Angelino Alfano a Giulio Terzi di Sant’Agata, o intellettuali, su tutti l’onnipresente Francesco Giubilei, e dirigenti ministeriali, come Giuseppina Rubinetti, capo segreteria del guardasigilli Carlo Nordio.
Grazie a enti, associazioni, think tank riescono ad avere un contatto stretto con il potere tra convegni ed eventi. Non senza casi di potenziali conflitti di interessi. E risulta difficile tracciare un quadro chiaro anche sui conti: sono tenute a pubblicare i bilanci solo le realtà che percepiscono risorse pubbliche o hanno un’ampia presenza di parlamentari negli organi decisionali.
Farefuturo di Urso
Il peso resta, soprattutto a destra. Lo testimonia Farefuturo, un tempo fucina della destra di Gianfranco Fini sotto l’egida di Adolfo Urso. La fondazione è sempre molto attiva. Il tempo di Fini è passato, ma l’organismo resta prezioso per il ministro delle Imprese nella tessitura di reti internazionali. Il segretario della fondazione è il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti, fedelissimo del ministro che ha pure affidato al figlio, Pietro Urso, il ruolo di direttore responsabile della rivista Charta minuta (il direttore editoriale è Mauro Mazza).
Il 23 gennaio Farefuturo ha animato un incontro alla sala Zuccari del Senato sulle «sfide e le opportunità del dialogo transatlantico tra Europa e Usa». Un’occasione di confronto con altri think tank come l’Heritage Foundation, molto vicino a Donald Trump e base delle teorie del presidente Usa. Il ministro Urso ha portato il proprio saluto all’inizio dei lavori, come era avvenuto già a un evento sull’Ue nel 2023. Il 26 febbraio toccherà a un confronto, sempre promosso da Farefuturo, sul rapporto con l’India. Lo scenario sarà la sala Nassirya di palazzo Madama, dove Gelmetti è di casa.
C’è poi la fondazione Alleanza nazionale, esempio massimo di think tank partitico. Guai a chiamarla «cassaforte di Fratelli d’Italia», nonostante gestisca un patrimonio netto che nel 2023 era di 53,5 milioni di euro di cui 50 milioni di immobilizzazioni finanziarie. Un ruolo – come svelato da Domani – è stato ricoperto nell’acquisto dell’ex sede del Msi di Acca Larentia, dove si celebra il raduno del 7 gennaio. Molte sedi di FdI, tra cui quella nazionale in via della Scrofa a Roma, sono proprio della fondazione. Al netto dell’aspetto finanziario, il legame è stretto con il partito di Giorgia Meloni.
Il presidente è Giuseppe Valentino, ex sottosegretario della Giustizia nel governo Berlusconi e più volte parlamentare di An (è presidente onorario anche della fondazione Tatarella). Tra i componenti del cda spicca Arianna Meloni, sorella della premier.
Al suo fianco ci sono il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, padre nobile della destra postmissina, e i parlamentari Marco Cerreto, Antonio Iannone, Roberto Menia e Luca Sbardella. Un posto nel cda è riservato a Maria Modaffari, capo segreteria di Francesco Lollobrigida al ministero dell’Agricoltura. Al di fuori del perimetro ufficiale di FdI, ci sono Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ora in carcere a Rebibbia per scontare la condanna per traffico di influenze, e Italo Bocchino, ex deputato e attuale volto mediatico della destra meloniana che di recente è tornato ad affacciarsi in Transatlantico.
Magna Carta futurista
Dalla fiamma all’azzurro postberlusconiano, il passo non è così lungo. Nel mare magnum delle fondazioni è in auge Magna Carta, nata per volere dell’ex ministro delle Riforme berlusconiano (nel governo Letta) Gaetano Quagliariello, che – come ha raccontato Domani – ha incassato 120mila euro da Palazzo Chigi, attraverso la struttura di missione per gli anniversari, con lo scopo di creare eventi collaterali alla mostra sul futurismo al MAXXI. Nel comitato scientifico del think tank è presente Gaetano Caputi, potente capo di gabinetto della presidenza del Consiglio.
Non ha avuto ruoli operativi nell’attribuzione di risorse sugli anniversari da celebrare (la firma finale era del ministro dello Sport, Andrea Abodi), ma quantomeno è singolare che la presidenza del Consiglio assegni fondi a un’organizzazione dove è presente il capo di gabinetto. Dentro Magna Carta figurano altri ex parlamentari, presenti nel cda, presieduto da Quagliarello: dell’ex senatrice di Italia viva, Annamaria Parente, e dell’ex deputata Claudia Porchietto, di Forza Italia.
Nel 2023 la fondazione ha incassato oltre 54mila euro di fondi del Pnrr, oltre ai 39mila euro destinati dal ministero della Cultura, all’epoca ancora guidato da Gennaro Sangiuliano, e altri 3mila dal ministero dell’Università. Nel 2024 è stata beneficiaria di altre migliaia di euro del Mic. E non sono solo i politici a trovare spazi con i think tank. Ci sono vari incroci.
Collaboratori e intellettuali
Lo scorso 15 e 16 novembre la fondazione Iniziativa Europa ha organizzato un forum a cui ha partecipato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Non sarà stato difficile l’invito: Giuseppina Rubinetti, capo segreteria dello stesso Nordio, è vicepresidente esecutiva di Iniziativa Europa, animata dal suo mentore professionale, Michele Vietti, più volte deputato dell’Udc ed ex vicepresidente del Csm.
Pochi giorni fa, il 5 febbraio, si è tenuto un altro interessante convegno sull’intelligenza artificiale. A organizzarlo, questa volta, è stata la fondazione Luigi Einaudi. Moderatore dell’evento era il segretario generale della fondazione, ovvero Andrea Cangini, ex parlamentare di Forza Italia poi passato ad Azione. A concludere i lavori è stato ancora una volta il ministro Nordio. E caso vuole che Rubinetti sia presente pure nel direttivo della fondazione Einaudi. In buona compagnia. All’interno ci sono però Sergio Boccadutri, ex deputato che è passato da Sel di Nichi Vendola alla fede renziana, e Andrea Marcucci, altro renziano doc, a lungo capogruppo del Pd al Senato, ora impegnato nella creazione di un soggetto liberaldemocratico.
Nel comitato scientifico spicca Giulio Terzi di Sant’Agata, ministro degli Esteri nel governo Monti e attuale senatore di FdI. È una fondazione attiva, che beneficia di contributi pubblici: nelle sue casse sono confluiti, nel 2023, oltre 310mila euro solo dal ministero dell’Economia tra tutti i contributi. Un’altra fondazione che ha incassato 65mila euro è la De Gasperi, presieduta dall’ex ministro Angelino Alfano, e che vede nel consiglio pure il deputato meloniano ed ex segretario della fondazione Lorenzo Malagola, chiamato a divulgare il pensiero dello storico leader democristiano. Per Malagola è stato un trampolino di lancio verso il parlamento.
Ci sono poi gli intellettuali d’area, collezionisti di ruoli. Uno di questi è Francesco Giubilei, spesso ospite nei talk show televisivi. Pur di conservare il proprio posto nei think tank di destra, Giubilei rinunciò al contratto di collaborazione che aveva stipulato con l’allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’accusa di conflitto di interessi era scontata: il Collegio romano eroga i finanziamenti alle fondazioni. E Giubilei era (ed è) presidente della fondazione Tatarella che, stando all’ultimo bilancio disponibile, ha ricevuto 96mila euro dal Mic.
Nel comitato scientifico della fondazione ritorna il nome di Quagliariello al fianco del presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, e degli intellettuali d’area, Giordano Bruno Guerri e Marcello Veneziani. Giubilei è poi nel comitato scientifico della fondazione Tricoli (fondata per ricordare due ex dirigenti di Msi e An), ed è soprattutto presidente di Nazione futura, altro think tank – un «movimento di idee», è la definizione – che conta una presenza d’eccezione nel comitato scientifico: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che è consigliere scientifico anche nel Centro studi Machiavelli, che si muove al motto di «Diamo idee all’Italia sovrana». Come? Organizzando presentazioni di libri, tra cui quelli di Roberto Vannacci, ora eurodeputato della Lega. Gli impegni governativi non impediscono al ministro di collaborare con le fondazioni. Ricavandone un lustro reciproco, vero punto di forza di questi think tank.
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