L’attuale modello economico, basato sulla massimizzazione del profitto, sta mostrando i suoi limiti. Le crisi ambientali e sociali evidenziano come un’economia che ignora il benessere collettivo non sia più sostenibile. È necessario un cambiamento profondo, in cui le imprese non siano solo motori di crescita economica, ma anche strumenti di progresso sociale e ambientale.
L’Italia è stato il primo paese al mondo a sviluppare una soluzione a questo problema, con l’introduzione delle “società benefit”nel 2016. Queste imprese, pur operando in un mercato competitivo, si impegnano a generare un impatto positivo su ambiente e comunità, integrando la sostenibilità nella propria missione. Non si tratta di semplice responsabilità sociale, ma di una nuova concezione dell’impresa, capace di conciliare redditività e bene comune.
Come dimostra una ricerca che, con i colleghi di NATIVA, presenteremo a Roma il 20 febbraio alla presenza del Ministro del Made in Italy, le società benefit performano meglio di tutte le altre: sono più competitive, più innovative, vantano una maggiore soddisfazione del personale e hanno anche margini di fatturato più alti. Sono la punta di diamante del nuovo capitalismo italiano, che recupera in chiave moderna i valori tradizionali del “fare impresa” con un’attenzione particolare al territorio ed alle comunità locali.
Per troppo tempo il successo aziendale è stato misurato solo in termini finanziari, non dando alcun valore agli impatti negativi sulla società e sull’ambiente, che però hanno un costo collettivo spesso superiore a tutti i profitti. Questo ha portato ad una competizione senza controllo nello sfruttamento delle risorse naturali, generando anche disuguaglianze e precarietà lavorativa. Il modello tradizionale di business ha spesso generato conflitti tra interessi economici e benessere collettivo, alimentando sfiducia nei confronti delle imprese.
Oggi è sempre più evidente che la crescita economica non può essere disgiunta dalla sostenibilità. Le aziende devono adottare un approccio più equilibrato, che tenga conto dell’impatto sociale e ambientale.
Le società benefit si impegnano legalmente a bilanciare gli interessi degli azionisti con quelli di lavoratori, comunità e ambiente. Non è solo un cambio di strategia, ma un’evoluzione del modo in cui le aziende vengono gestite e valutate.
Il modello di società benefit realizzato in Italia si sta rapidamente diffondendo nel mondo, con altri paesi come la Francia, la Spagna e le economie latinoamericane che hanno adottato modelli analoghi o molto simili.
Negli ultimi anni, le società benefit sono cresciute in numero del 900%: è arrivato il momento di diventare maggioritare. Ma per questo servono incentivi fiscali, normative favorevoli e accesso al credito agevolato.
Cambiare la cultura d’impresa è una sfida complessa, ma necessaria. L’Italia ha l’opportunità di guidare questa trasformazione nel mondo, dimostrando che un’economia più giusta e sostenibile non solo è possibile, ma rappresenta l’unica strada per affrontare le sfide del futuro.
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