Agrumicoltura calabrese tra innovazione e sostenibilità

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Si è tenuto il 13 febbraio 2025, presso il Grand Hotel Lamezia di Lamezia Terme, il convegno conclusivo del progetto “IFAC – Innovazione della Filiera Agrumicola Calabrese: Competitività e Sostenibilità delle Produzioni Agrumicole”

L’iniziativa, nata nell’ambito della Misura 16.01.01 del PSR Calabria 2014/2020, ha visto Donne in Campo Calabria nel ruolo di capofila e CIA Calabria tra i principali partner.

L’evento ha rappresentato il culmine di un intenso lavoro di ricerca e innovazione che ha coinvolto esperti del settore, agricoltori e istituzioni accademiche con l’obiettivo di rendere più competitiva e sostenibile la filiera agrumicola calabrese, un comparto che riveste un ruolo chiave nell’economia agricola regionale.

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Un progetto di rete tra scienza e agricoltura

Nel corso dell’evento, moderato dalla Dott.ssa Milone, sono stati illustrati i risultati ottenuti grazie alla collaborazione tra agrumicoltori, aziende vivaistiche e centri di ricerca. Il progetto ha coinvolto alcune delle più autorevoli istituzioni scientifiche italiane nel settore agrario e fitosanitario. Tra queste, il CREA-OFA di Acireale, impegnato nel miglioramento genetico delle colture agrumicole, e il CNR-IPSP di Bari, specializzato nella diagnosi e nella prevenzione delle malattie delle piante.

Un ruolo centrale è stato svolto anche dal Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che ha approfondito l’analisi delle patologie che colpiscono gli agrumi, e dal Basile Caramia di Locorotondo, che ha curato la certificazione vivaistica del materiale risanato. Infine, l’ARSAC Calabria ha contribuito allo sviluppo di nuove tecniche di produzione e alla sperimentazione in campo.

 

Le voci istituzionali e il valore dell’innovazione

Il Presidente di CIA Agricoltori Italiani della Calabria, Nicodemo Podella, ha evidenziato come il progetto abbia avuto un impatto concreto nella valorizzazione della filiera agrumicola, offrendo strumenti innovativi per migliorare la qualità del prodotto e la sostenibilità delle aziende agricole. Un intervento che si è focalizzato sull’importanza di garantire un giusto reddito agli agricoltori, allineando innovazione e competitività nel settore.

Anche Antonella Greco, Presidente di Donne in Campo Calabria, ha sottolineato l’impegno dell’associazione nel promuovere un’agricoltura moderna e sostenibile, capace di coniugare tradizione e innovazione per rispondere alle sfide del mercato globale.

A rafforzare il messaggio di sostegno alla ricerca e all’innovazione è stato Enzo Perri, Direttore del CREA-OFA di Acireale, il quale ha ribadito l’importanza di continuare a investire nella sperimentazione per garantire un futuro solido alla produzione agrumicola calabrese.

Infine, Alessandro Tallarico, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catanzaro, ha elogiato il progetto per il contributo dato alla crescita e alla competitività del comparto, fondamentale per l’economia della Calabria.

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Le nuove varietà risanate e le tecniche diagnostiche avanzate

Uno degli aspetti centrali del progetto è stato il miglioramento genetico delle piante di agrumi. Il Dott. Marco Caruso del CREA-OFA di Acireale ha illustrato i progressi ottenuti con la risanazione di varietà di particolare interesse per la regione. Il materiale genetico migliorato è stato poi affidato al Basile Caramia, per avviare il processo di certificazione, garantendo così una maggiore resistenza delle piante alle malattie e migliori rese produttive.

Le nuove varietà sono state testate in diversi ambienti pedoclimatici della Calabria, con campi sperimentali avviati in San Pietro Lametino, Mirto-Crosia, Locri, Gioia Tauro e Caulonia. Inoltre, una prova di adattabilità su nuovi portinnesti è stata attivata in un’azienda di Corigliano, per verificarne la capacità di resistere a condizioni ambientali differenti.

Parallelamente, il progetto ha introdotto tecniche innovative per il monitoraggio e la diagnosi delle malattie agrumicole. La Dott.ssa Giuliana Loconsole del CNR-IPSP ha presentato le più recenti metodologie di diagnosi molecolare, capaci di individuare in tempi rapidi patologie come Xylella fastidiosa, Citrus tristeza virus e Candidatus Liberibacter spp.. L’impiego di questi strumenti avanzati consentirà agli agricoltori e ai tecnici di rilevare precocemente le infezioni, limitando i danni e garantendo una produzione più sana e sostenibile.

Convegno progetto IFAC

Nuove opportunità per la diversificazione produttiva

Il progetto IFAC non si è limitato a migliorare la produzione tradizionale, ma ha anche esplorato nuove possibilità di utilizzo degli agrumi. L’ARSAC Calabria ha avviato una ricerca sull’impiego dei sottoprodotti agrumicoli per la realizzazione di biocosmetici naturali.

Un’attività che ha visto il coinvolgimento della Cooperativa Sociale “Le Agricole”, composta da donne che hanno ricevuto una formazione specifica sulla trasformazione degli agrumi in prodotti cosmetici, contribuendo così alla valorizzazione del settore in ottica no-food e favorendo l’inclusione lavorativa.

 

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Le prospettive future e il ruolo della ricerca

A chiudere i lavori è stato Cristiano Fini, Presidente Nazionale di CIA – Agricoltori Italiani, che ha posto l’accento sull’importanza di sostenere la ricerca scientifica per affrontare le sfide sempre più complesse dell’agricoltura. Ha inoltre sottolineato il ruolo strategico delle TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita), citando un recente atto vandalico ai danni del vigneto sperimentale dell’Università di Verona, dove si testavano queste innovazioni.

L’evento si è concluso con un applauso in memoria del Prof. Vito Nicola Savino, figura di spicco nel mondo della patologia vegetale, il cui contributo è stato fondamentale per l’avanzamento delle ricerche nel settore agrumicolo.

 

Un modello di agricoltura sostenibile e innovativa

Il progetto IFAC ha dimostrato che la collaborazione tra ricerca, imprese e istituzioni rappresenta un modello vincente per garantire un’agricoltura più moderna, competitiva e sostenibile. L’auspicio è che il lavoro svolto possa continuare anche oltre la conclusione del progetto, favorendo l’adozione di nuove tecnologie, varietà più resistenti e pratiche agricole più sostenibili.

La filiera agrumicola calabrese si conferma un’eccellenza da tutelare e valorizzare, capace di coniugare tradizione e innovazione per affrontare le sfide del mercato globale con strumenti concreti ed efficaci.

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