I capi di governo di Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Olanda e Danimarca all’Eliseo per la riunione informale, convocata dal presidente francese Emmanuel Macron, è dedicata alla sicurezza europea e alla situazione in Ucraina alla luce delle dichiarazioni di Trump che la scorsa settimana si è detto fiducioso dell’avvio di accordi di pace tra Usa e Russia.
Un gruppo ristretto per lavori “che potranno poi prolungarsi in altri formati — dice l’Eliseo — e riunire l’insieme dei partner interessati alla pace e alla sicurezza in Europa”.
L’Europa tenta una reazione e inizia a riunirsi solo tra i Paesi che hanno un certo peso militare, con l’aggiunta significativa del Regno Unito, che non è più nell’Ue ma è una potenza nucleare (l’unica, oltre alla Francia), anche se il suo arsenale non è paragonabile a quello russo. I leader europei sanno che, quando non si ha un posto al tavolo, il rischio è di averlo nel menu. All’Eliseo dunque con Macron il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro britannico Keir Starmer (arrivato per primo), la premier Giorgia Meloni (giunta poco prima delle 17), il polacco Donald Tusk, lo spagnolo Pedro Sanchez, l’olandese Dick Schoof e la danese Mette Frederiksen, oltre alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e al segretario generale della Nato Mark Rutte. La delicatezza del momento è sottolineata anche dal fatto che, per ora, non sono previste ufficialmente comunicazioni alla stampa. Prima dell’inizio della riunione, Macron ha parlato al telefono con Donald Trump per una ventina di minuti, hanno fatto sapere fonti dell’Eliseo. Su diversi giornali oggi è filtrata l’irritazione di Palazzo Chigi per il formato scelto, che esclude Paesi direttamente interessati dalla guerra in Ucraina e confinanti con la Russia o con l’Ucraina, come la Finlandia, i Paesi Baltici, la Romania e altri. La presenza a questa riunione dei vertici Ue deve aver provocato qualche irritazione tra gli esclusi, tanto che il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha precisato via social che oggi è solo l’ “inizio di un percorso” che vedrà coinvolta l’Ue. Ma non sono in pochi a pensare che l’Unione, con i suoi tempi di reazione gioco forza lenti, vista la necessità di trovare consenso a 27, si stia rivelando poco adatta all’epoca attuale, con la storia che ha ripreso a correre di gran carriera, dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
All’uscita dal vertice di Parigi sulla questione Ucraina, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha spiegato che nel corso della riunione è stato ribadito che l’Europa deve continuare a sostenere l‘Ucraina e che a Kiev non possono essere imposti diktat. Scholz ha aggiunto che il tema dell’aumento delle spese di difesa degli stati europei è stato largamente discusso e che si stanno studiando le misure necessarie per agevolare agli stati membri della Nato nel sostenere queste spese.
Olaf Scholz, 17 febbraio 2025 (Behrouz MEHRI / AFP)
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen con il presidente francese Emmanuel Macron, 17 febbraio 2025, Eliseo, Parigi (AFP)
Ungheria: “Il vertice di Parigi ostacola gli sforzi di pace in Ucraina”
L’Ungheria attacca l’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron per concordare una linea europea comune in relazione ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia.
“I leader europei che sostengono la guerra e sono contrari a Trump si riuniscono oggi a Parigi per bloccare gli sforzi di pace in Ucraina”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó.
Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, “l’era della politica interventista è finita” ha detto Szijjártó. “A differenza di coloro che si riuniscono a Parigi, che hanno alimentato l’escalation per tre anni, noi sosteniamo gli sforzi di pace”.
A Riad colloqui Usa-Russia, Zelensky: non li riconosciamo
Il Cremlino fa sapere intanto che che rappresentanti di Usa e Russia si incontreranno domani a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, dove arriverà anche il presidente ucraino Zelensky. “Oggi, su istruzione del presidente Putin, il ministro degli Esteri Lavrov e l’assistente presidenziale Yuri Ushakov voleranno a Riad. Si prevede che martedì si terrà a Riad un incontro con i loro omologhi americani, che sarà dedicato principalmente al ripristino dell’intero complesso delle relazioni russo-americane”.
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