Le Marche sono interessate direttamente e indirettamente da 21 progetti per la realizzazione di circa 188 pale eoliche alte a oltre 200 metri. Di preciso, almeno 98 delle pale dovrebbero venire realizzate sui crinali dei monti nei Comuni marchigiani di Carpegna, Borgo Pace, Mercatello sul Metauro, Apecchio, Pergola, San Lorenzo in Campo, Sassoferrato, Fabriano, San Severino, Serrapetrona, Caldarola, Camerino, Pieve Torina, Monte Cavallo e Serravalle di Chienti. A queste se ne aggiungono altre 56 alte dai 180 ai 200 metri nella dorsale appenninica umbra (nei Comuni di Foligno, Trevi, Sellano, Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino), e altre 34 in quella toscana (Badia Tedalda, Sestino), tutte al confine con le Marche. Considerando che la lunghezza di tutti i confini regionali tra le Marche e le regioni confinanti corrisponde a circa 288 chilometri, se volessimo azzardare una stima indicativa della distribuzione delle pale nel nostro territorio regionale, qualora tutti i progetti citati venissero approvati, nei crinali del nostro Appennino ci ritroveremo un mega aerogeneratore ogni 1,53 km.
Molti dei progetti violerebbero uno dei principi fondamentali che sta alla base della loro stessa costruzione: quello di «non recare danno significativo all’ambiente» e al paesaggio. Gli impianti sono finanziati dai fondi stanziati dalle normative europee per la transizione verde. Quelle medesime normative, tuttavia, impongono che essi siano compatibili con il conseguimento degli obiettivi di mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi ambientali.
A San Severino un gruppo di cittadini – assieme ad altri di Comuni limitrofi – ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Macerata in merito al progetto del parco eolico “Energia Monte San Pacifico” proposto dalla società Fred Olsen Renewables Italy Srl.
L’esposto, che evidenzia potenziali violazioni di legge e irregolarità amministrative, si basa sull’analisi dettagliata della documentazione progettuale e sulla Valutazione di impatto ambientale (VIA) rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Infatti, nonostante le numerose osservazioni critiche presentate da cittadini, enti locali e associazioni, il Ministero ha espresso parere favorevole al progetto, ignorando elementi fondamentali che potrebbero configurare reati e danni al territorio.
Ecco la nota dei legali del gruppo di cittadini che si sono rivolti alla magistratura.
“Si riscontrano molte e importanti criticità: 1. Manipolazione della rappresentazione cartografica: nel progetto la società avrebbe “ritagliato” la mappa di inquadramento territoriale per escludere il centro abitato di San Severino, minimizzando in modo strumentale l’impatto visivo e paesaggistico delle gigantesche pale eoliche alte 206 metri, posizionate a soli 2,5 km dal centro cittadino. 2. Mancato rispetto dei termini di consegna delle integrazioni richieste dal Ministero, il quale aveva richiesto alla società precise integrazioni istruttorie, che dovevano essere consegnate entro termini perentori. Tuttavia, la società avrebbe superato tali scadenze senza conseguenze, mettendo in dubbio la regolarità dell’iter autorizzativo. 3. Omissione di interferenze con altri progetti approvati: la società non ha dichiarato la presenza di altri impianti autorizzati o in corso di realizzazione che potrebbero risultare incompatibili con il parco eolico, tra cui il metanodotto Snam e un impianto agrivoltaico cofinanziato dal Pnrr. 4. Impatto devastante sul patrimonio culturale e ambientale: il progetto minaccia direttamente il paesaggio e i simboli storici di San Severino, tra cui il Castello al monte, il santuario di San Pacifico e l’area naturale del Monte San Pacifico, arrecando un danno irreversibile all’identità del territorio. 5. Effetti negativi sul valore immobiliare e sul turismo: studi scientifici confermano che la presenza di impianti eolici di tali dimensioni riduce il valore degli immobili e impatta negativamente sull’attrattività turistica della zona”.
“Alla luce di queste evidenze – continua il comunicato stampa – si chiede con forza che il Comune di San Severino, la Provincia di Macerata e la Regione Marche, nell’ambito delle loro competenze, assumano una posizione netta contro la realizzazione del parco eolico e intraprendano tutte le azioni necessarie per fermare il progetto. Si chiede inoltre che si apra un dibattito pubblico trasparente con i cittadini, affinché il territorio possa decidere il proprio futuro in modo democratico e informato. E’ necessario inoltre che si verifichino eventuali profili di rilevanza penale legati alle omissioni e alle irregolarità riscontrate, affinché venga garantita la tutela della legalità e del patrimonio ambientale e culturale della comunità. Infine, si invita la cittadinanza a rimanere vigile e informata su un progetto che potrebbe stravolgere in modo irreversibile il paesaggio e la qualità della vita di San Severino”.
Sul piede di guerra anche alcuni Comitati che propongono di rafforzare l’impianto normativo per tutelare l’area appenninica umbro-marchigiana, nominando il versante appenninico area non idonea, individuando nuove aree naturali protette e facendo «ampio ricorso delle fasce di rispetto che individuano le aree ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela». La normativa italiana prevede infatti che le aree naturali, culturali, paesaggistiche, “che si distinguono per la loro non comune bellezza” vengano automaticamente considerate non idonee, e che non possano venire costruiti maxi-impianti come quelli previsti dal progetto della società norvegese.
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