In seguito all’aggressione della settimana scorsa ai danni di uno studente al liceo Pigafetta, la comunità vicentina ha deciso di non restare in silenzio. Per questo ieri, sabato 15 febbraio, in piazza sono scese 500 persone per una manifestazione regionale ampia di risposta, ferma e determinata, e di condanna ad ogni tipo di fascismo.
L’aggressione di venerdì scorso al liceo Pigafetta di Vicenza non è un fatto isolato: “Ma l’ennesimo segnale di un clima in cui l’estrema destra si sente legittimata ad usare la violenza – spiega in una nota la Rete degli studenti Medi – Da Firenze a Roma, fino a Vicenza, vediamo sempre più episodi di violenza organizzata da gruppi come Azione Studentesca, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, che nelle scuole e nelle città prova a imporsi con intimidazioni e aggressioni”.
“Quello che è successo il 7 febbraio davanti al liceo Pigafetta è gravissimo – afferma Alessia Spillare, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Vicenza – Un’aggressione in pieno giorno, davanti a tutti, come se fosse normale, come se fosse lecito. Questo dimostra il clima sempre più marcio che gruppi come Azione Studentesca stanno portando in tutta Italia. Ed è ancora più assurdo pensare che, nonostante la presenza di così tanti testimoni, i militanti si siano sentiti comunque sicuri di poter agire così. Perché? Perché sanno di potersela cavare, perché sentono di avere il terreno spianato. Stiamo parlando degli stessi giovani che, solo un anno fa, inneggiavano al fascismo nell’inchiesta di FanPage. Ora sono dentro alle nostre scuole, a giocare agli squadristi, a imporre con la violenza la loro ideologia. E dobbiamo dircelo chiaro: mentre parlano di “libertà di espressione”, usano la forza per zittire chi la pensa diversamente. E non è un caso isolato. È successo a Firenze, è successo a Roma, ora succede a Vicenza. Succederà ancora, se non ci opponiamo. Nel frattempo, questi stessi personaggi girano per i quartieri di Vicenza a fare ronde per “prevenire il degrado”, con la polizia che li scorta invece di fermarli. Si sentono impuniti, legittimati a fare quello che vogliono. La destra estremista sta portando avanti la solita retorica: da una parte si finge vittima, dall’altra usa la violenza per mettere a tacere il dissenso. E il governo? Silenzio. Non una parola di condanna, non una presa di posizione. Anzi, con il ddl sicurezza si spinge ancora di più verso la repressione, schedando studenti, criminalizzando le proteste, restringendo sempre di più gli spazi di libertà.”
“Come collettivo 44gatti – continua – siamo stufi di sentire strumentalizzazioni sulle storie di sofferenza di molte persone, siamo stanchi di sentire che è la violenza di Stato l’unica soluzione, siamo stanchi di vedere teatrini in televisione, in consiglio comunale, della destra che cerca di guadagnare qualche scheda elettorale in più sui corpi e sul disagio degli altri, vogliamo vere risposte, vogliamo finanziamenti, investimenti, un piano sociale per risolvere la vera piaga la vera emergenza, la povertà. Solidarietà a Paolo, vittima della violenza del partito di Fratelli d’Italia e della violenza dei giornali che hanno provato ad etichettarlo come lui stesso un aggressore”.
“Oggi domenica 16 febbraio si terrà il derby Vicenza Padova – dichiara il collettivo vicentino 44Gatti – dove la partita purtroppo si sta perdendo dal punto di vista dei diritti di libertà all’interno della città con l’istituzione delle zone rosse, aree vere e proprie dove le forze dell’ ordine a discrezione di qualche pregiudizio possono decidere di allentare o daspare chiunque, anche chi non ha ricevuto sentenze definitive o chi all’occhio da volpe di qualche agente non va a genio. Ovviamente questa partita è solo un pretesto per sperimentare questo tipo di repressione all interno della città, perché se tutti i media gridano all emergenza sicurezza, il governo poi è legittimato a utilizzare queste pratiche nelle città. I primi saranno gli ultras, una delle poche culture contro corrente rimaste, ma poi è un modo per controllare e utilizzare la forza contro qualsiasi minoranza, persona povera, militanti antifascisti.”
“In piazza oggi c’è una risposta: c’è la risposta ad una situazione critica, impossibile da non vedere: quanto accaduto al liceo Pigafetta venerdì scorso, è la punta dell’iceberg di ciò che si sta organizzando nel paese, nel resto d’Europa e nel mondo – dichiara il collettivo Vicenza Ribelle – il fascismo e i suoi metodi persuasivi cercano di cambiare volto ma la sostanza è ben chiara: aizzare la cittadinanza gli uni contro gli altri, alzare la tensione. La risposta unitaria è evidente nella solidarietà di questa piazza al ragazzo aggredito e contro ogni tipo di violenza squadrista. Siamo e resteremo qui. Contro ogni violenza squadrista, contro il militarismo coloniale e il nuovo feudalesimo che avanza abilmente mascherato. Possiamo costruire un alternativa. Rimaniamo uniti, compagni che sognano e creano, resistendo e organizzando le nostre azioni quotidiane, verso un mondo migliore, di condivisione collettiva e orizzontale.”
“È stata un’aggressione squadrista – afferma Viola Carollo, della Rete degli Studenti Medi del Veneto – l’ennesima dimostrazione di come i gruppi neofascisti, protetti e legittimati dal governo, si sentano liberi di colpire chiunque osi opporsi alla loro retorica. Uno studente è stato inseguito, accerchiato e picchiato all’interno della sua scuola da militanti di Azione Studentesca, la gioventù di cui Giorgia Meloni dice di essere fiera. Questi sono i loro metodi: non il confronto, non il dibattito, ma la violenza, l’intimidazione, la sopraffazione. E guardiamo anche il contesto in cui accade tutto questo: da mesi vediamo le nostre città tappezzate di croci celtiche, svastiche, scritte minacciose, mentre nelle scuole questi fascisti provano a fare proselitismo, a reclutare giovani per il loro progetto reazionario e violento. Non è un caso, è un disegno politico chiaro. Perché la scuola deve essere un presidio di confronto, di crescita critica, di libertà, non uno spazio in cui gruppi neofascisti si sentono autorizzati a intimidire e picchiare! Questo attacco non è solo contro uno studente, è contro l’idea stessa di scuola pubblica, di educazione all’antifascismo, di pensiero libero. Non accetteremo mai questa deriva autoritaria. Pretendiamo lo scioglimento immediato di Azione Studentesca e di tutte le organizzazioni neofasciste che sono state smascherate come tali durante l’inchiesta di fanpage l’anno scorso.”
“Come Unione degli Universitari siamo venuti perché quello che è successo al Liceo Pigafetta non è solo l’azione di pochi ragazzi accecati dall’odio, a cui piace la goliardia come direbbe qualcuno – dichiarano le Unioni degli Universitari di Verona, Padova e Venezia – È il risultato e la concretizzazione di un sistema violento, oppressivo e discriminatorio. È il risultato di non aver ancora fatto i conti con il passato, con individui che anzi venerano e sognano quello che noi non abbiamo paura di chiamare fascismo. Perché sì, il fascismo non è solo quello che studiamo sui libri di storia. Fascismo sono le continue aggressioni violente fatte da gruppi squadristi nelle nostre città, sono le manganellate della polizia sui manifestanti. Fascismo è ingannare le persone facendo credere che i diritti siano tutelati, quando in realtà vengono smantellati pezzo per pezzo. Tutto questo succede in un momento in cui molti pensano sia impossibile un’alternativa, in cui molti pensano non abbia senso opporsi e manifestare liberamente il proprio pensiero. Effettivamente è difficile, è rischioso: ci schiacciano, il governo schiaccia chi esprime un pensiero libero, lo sorveglia e lo ostacola; le pressioni politiche e le intimidazioni sono continue. Per loro è questa la sicurezza che ci deve essere nel nostro Paese: nessun dissenso, nessuna libertà, ma anzi ghettizzazione delle persone considerate devianti, tra cui le persone in movimento.”
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