Situazione economica: siamo tornati indietro di 5 anni!

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


I dati sulla produzione industriale dell’Istat danno un quadro allarmante della nostra situazione economica nel quale, al di là del calo registrato dai singoli comparti – comunque rilevante e pesantemente indicativo di un’economia in stallo – si registra come dicembre 2024 sia stato il 23° mese consecutivo di calo della produzione industriale, che raggiunge così i livelli del 2020.

Situazione economica e automotive

Parte maggiore del problema è il settore dell’automotive che conosce un calo del 43% nel 2024, con un produzione di 310 mila vetture in meno rispetto all’annata precedente, una produzione ai livelli del 1957; sostanzialmente la produzione è dimezzata ed i numeri della cassa integrazione del gruppo Stellantis, le cui politiche industriali di disimpegno sono state oggetto di polemiche politiche recenti, ne sono il segno più evidente. A dicembre il calo è stato del 3,1% rispetto a novembre ma, ancor più significativo, del -7,1% rispetto al novembre 23. La produzione industriale italiana del 2024 è infatti tornata ai livelli del 2020, anno del covid.

Situazione economica e blocco produttivo

Ma il paragone statistico con l’anno della pandemia è peraltro fuorviante, in quanto allora gli indici negativi erano comunque relativi ad una fase di rilancio economico, di sviluppo delle capacità produttive dopo la lunga fase del gelo pandemico, mentre attualmente siano in presenza di un costante e consolidato blocco delle capacità produttive, ben più pesante e preoccupante. Che fa intravvedere una difficoltà sistemica della nostra economia, sulla quale è ormai improrogabile intervenire. Al di là del possibile variare delle condizioni del mercato internazionale, con cui la produzione industriale deve confrontarsi in particolare in un economia così aperta e performante nelle esportazioni come quella italiana, il dato preoccupante è quello della riduzione della capacità produttiva e della riduzione della domanda interna, indici evidenti di un congelamento che coinvolge la manifattura, i redditi e gli investimenti, in una spirale di blocco reciproco dalla quale è necessario uscire al più presto.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

La domanda estera

Persino la domanda estera si è ridotta dello 0,7% a livello nazionale, con effetti maggiori sull’economia del Nordest strettamente legata alla realtà tedesca, che si è fortemente ridimensionata anche per la crisi dell’auto, e che ha influito pesantemente sul comparto dell’indotto ben presente sul nostro territorio con moltissime PMI, che si sono trovate in forte difficoltà, spesso non riuscendo a riconvertire la propria produzione.

La diminuzione dell’export verso la Germania è stato di 3,6 miliardi solo nei primi 11 mesi del 2024. Sul fronte degli investimenti produttivi, ossia quanto gli imprenditori decidono di spendere nel miglioramento degli impianti e dei prodotti, si assiste ad un calo generalizzato legato al caro tassi e a politiche bancarie sempre meno vocate al credito alle imprese e sempre più alla finanziarizzazione dell’economia; la mancanza di piani industriali e di programmazione ha fatto il resto in una realtà nella quale non vi è un ottica di sistema ma un insieme scomposto di percorsi singoli ed indipendenti.

Moda e metallurgia

Oltre alla forte flessione dell’automobile i settori più indeboliti sono quello della moda, con un calo del 18% e della metallurgia. E’ dal gennaio 2023 che la produzione industriale non conosce incrementi, un totale di 744 giorni senza crescita che, nel sistema economico internazionale rappresenta un grande vulnus, che ci mette tra gli ultimi tra i grandi paesi. I mancati introiti per il settore manifatturiero sono di oltre 42 miliardi di euro. Secondo le indicazioni dell’Istat, i mezzi di trasporto sono il comparto che ha registrato la peggiore performance -23,6%, seguito dal tessile-abbigliamento -18,3%, dalla metallurgia e dia prodotti in metallo -14,6%, ed infine dalla carta e dalla stampa -9,9%.

Altri settori in difficoltà

Settori in difficoltà sono anche quello dei macchinari, con un -9,3%, la farmaceutica e la chimica, con -8,4% e -8.3%. L’unico comparto con segna valori positivi è stato quello delle attività estrattive: +17,4%. In un Europa minacciata dallo spettro dei dazi e sempre più frammentata da spinte centrifughe, questi dati allarmanti fanno comprendere quanto risulti importante per il nostro paese cercare di far crescere la coesione tra i paesi membri, anche attraverso il rafforzamento delle capacità produttive complessive, che necessitano dei grandissimi investimenti e delle pianificazioni del Piano Draghi, che appare sempre più come l’alternativa più concreta alla marginalizzazione economica dei paesi europei.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Source link