“Siamo infuriati e perplessi, ma rinunciare a Satispay non conviene, poiché ci escluderebbe dal mercato”. Questo è il pensiero quasi unanime dei commercianti torinesi in risposta all’incremento all’1% delle commissioni applicate da Satispay su tutti gli acquisti, compresi quelli sotto i 10 euro. La startup cuneese fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, capace di avere un valore di oltre un miliardo senza essere quotata in borsa, è finita nel mirino dai commercianti.
Tra bar, farmacie, alimentari e negozi di abbigliamento, i negozianti esprimono il loro disappunto per le nuove tariffe, particolarmente penalizzanti nei casi di pagamenti inferiori ai 10 euro. Sebbene le reazioni siano negative, emerge un comune denominatore: abbandonare Satispay significherebbe perdere clienti. Come spiegano i titolari, pagare tramite l’app mobile è ormai un’abitudine consolidata, scelta prevalentemente per praticità e velocità rispetto al contante.
Durante la nostra indagine nei negozi di via Madama Cristina, abbiamo raccolto diverse testimonianze per capire effettivamente quale fosse la reazione nei confronti delle nuove commissioni che saranno introdotte dalla startup cuneese.
Siamo partiti da due caffetterie, il “Bar dell’Università” e il “Bar Exploit”. I proprietari, Alessandro Vecchietti (Bar dell’Università) e Alessandro Revelli insieme a Roberto Longhin (Bar Exploit), hanno commentato così l’aumento: “Anche se non condividiamo questa decisione, non possiamo privarci di Satispay, dal momento che almeno il 50% dei nostri incassi proviene da questo canale”. Queste attività risultano particolarmente toccate dall’aumento, ma rinunciare al metodo di pagamento mobile non è ritenuto fattibile, vista la mole di transazioni quotidiane per i piccoli pagamenti.
Il dottor Giancarlo Portis con la figlia Francesca della farmacia Portis
Se i bar sembrano vincolati a continuare la collaborazione con la startup, per altri esercizi commerciali la questione è più complessa. Giancarlo Portis, direttore della farmacia Portis ha commentato: “Siamo molto delusi, come molti altri, e la convenienza è svanita per i pagamenti di piccolo importo. La tentazione di abbandonare il servizio è forte, ma sarà difficile farlo. Hanno commesso un errore con questa mossa. In futuro favoriremo il pagamento tramite Bancomat e carte“. La signora Laura, titolare del punto vendita “Lait e Formagg”, ha commentato così la vicenda: “Cercherò di boicottarlo al massimo, non posso toglierlo perché molti clienti lo utilizzano, ma metterò un cartello con scritto “qui si preferisce il pagamento con con carte e contanti”. Non me ne privo ma cercherò di usarlo il meno possibile”.
Tra le voci ascoltate tra i commercianti, c’è anche quella di Pasquale Donnarumma, titolare del negozio di abbigliamento “Pachi” e consigliere del direttivo dell’associazioni commercianti di via Madama Cristina, il quale commenta: “È la solita furbata. Era un servizio vantaggioso per tutti, ma ora con l’aumento delle commissioni è meno economico rispetto ai Bancomat e alle carte. Siamo costretti ad accettarlo. Come associazione, abbiamo condotto un sondaggio tra i commercianti e il malcontento è diffuso. Tuttavia, i dubbi sono molti“. Conclude suggerendo: “Sarebbe necessaria una forte protesta da parte di tutti i commercianti per esprimere il nostro disappunto”.
Siamo passati anche tra le bancarelle del mercato in piazza Madama Cristina. Alcuni operatori non erano a conoscenza dell’aumento, come il banco di pesce “Il Corallo Bianco” e quello ortofrutticolo “Il Frutto della Passione”. Da quest’ultimo, Ayoub ci ha confessato: “Non lo sapevo, ma per me non cambia molto. Rimuovere Satispay comporterebbe la perdita di clienti, quindi non considero questa possibilità“. Di comune accordo anche Lisa e Cinzia del banco salumeria “Solo alta qualità”, che, sebbene fortemente contrarie alla decisione, si sono sentite costrette ad accettare questa “convivenza forzata“, aggiungendo praticamente che quasi il 100% dei pagamenti provengono da Satispay o carte.
Ayub commerciante del mercato di via Madama Cristina
Tra le voci che abbiamo sentito c’è anche quella di Paolo, tassista, che a differenza degli altri, ritiene l’1% una cifra accettabile considerando le spese che deve affrontare. I clienti che utilizzano Satispay, ci rivela, sono un buon numero, è proprio per questo non ha intenzione di rinunciarvi.
La situazione appare chiara: i commercianti sono insoddisfatti dell’aumento e, sebbene abbiano ancora dubbi sulla prosecuzione del rapporto con la startup, si trovano obbligati a continuare per necessità, dal momento che Satispay è diventato un punto di riferimento per i consumatori.
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