Sacralità, il libro Federico Ciriminna sulla straordinarietà della normalità


Il libro Sacralità  scritto da Federico Ciriminna per ACS ci porta sulle rive del lago di Varese, nella cittadina immaginaria di Mari, per esplorare le vite di personaggi apparentemente ordinari ma profondamente segnati dal desiderio di significato. In un mondo sempre più frenetico, dove il sacro sembra spesso relegato a un angolo remoto della vita moderna, questo romanzo ci ricorda che la meraviglia e il mistero possono emergere anche dalle situazioni più comuni. Attraverso intrecci di storie e incontri inattesi, Sacralità diventa una guida per chi cerca di riconnettersi con la profondità dell’esistenza e con il senso più autentico delle proprie esperienze.

La storia si sviluppa su più livelli: c’è Elia, il traduttore che cerca di rimettere insieme i pezzi di sé stesso; Lorena, che prova a ricostruire la sua vita dopo una dolorosa separazione; e una coppia di anziani, Renato e Carla, che si trovano improvvisamente costretti a uscire dalla loro tranquilla routine. Tutti loro, come noi, cercano risposte a domande universali: cosa dà significato alla vita? Come possiamo scorgere il sacro nel caos del mondo contemporaneo?

Sacralità di Federico Ciriminna

Sinossi del libro

Nella tranquilla cittadina immaginaria di Mari, sulle sponde del lago di Varese, le vite di alcuni abitanti si intrecciano.
Elia, un traduttore trentacinquenne che, dopo anni di viaggi, decide di fermarsi di nuovo in Italia, è in cerca di un senso e di una stabilità.

Lorena, quarantenne e madre di un bambino di sei anni, cerca di ricostruire la sua esistenza dopo un doloroso divorzio appoggiandosi a Dario, il suo migliore amico da sempre, per cui è convinta di non provare nulla di più. Poi ci sono Renato e Carla, una coppia di anziani che vive serena, ignara del fatto che la loro routine tranquilla sta per essere stravolta.

Una sera, Elia è attratto da un misterioso gruppo di persone raccolto davanti a una villa con una torretta. Attraverso i vetri scorge una figura femminile che sembra osservarlo intensamente. Questo incontro inaspettato è solo l’inizio di un viaggio per ciascuno dei protagonisti. Ognuno di loro inizierà a intravedere il sacro nascosto nella propria vita.

Perché leggere Sacralità

Il romanzo Sacralità è un invito a riscoprire ciò che spesso passa inosservato. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla superficialità, dove spesso ci si sente disconnessi da ciò che conta veramente, questo libro offre una pausa, un momento di riflessione. Leggerlo significa intraprendere un viaggio, non solo attraverso le vite dei personaggi, ma anche dentro sé stessi.

L’intreccio delle storie di Elia, Lorena, Renato e Carla mostra che, anche quando tutto sembra perduto o privo di senso, il sacro è lì, nascosto nei dettagli della vita quotidiana: in un tramonto sul lago, in una parola scambiata con un amico, in un gesto di cura. Il romanzo ricorda che la sacralità non è una dimensione lontana e irraggiungibile, ma qualcosa che può essere trovato ovunque, se abbiamo occhi per vederlo.

Un romanzo per il nostro tempo

In un mondo contemporaneo che spesso ci spinge a guardare sempre al domani, dimenticando di vivere pienamente il presente, Sacralità ci insegna l’importanza del “qui e ora”. I personaggi del libro, con le loro sfide e i loro percorsi di crescita, rispecchiano le difficoltà e le incertezze che molti di noi affrontano ogni giorno. Tuttavia, la loro capacità di scoprire il significato nascosto nella routine offre una lezione preziosa: la bellezza e il sacro sono ovunque, anche quando non ce ne accorgiamo.

Il parallelismo con il mondo contemporaneo è evidente: oggi siamo spesso così distratti da obiettivi materiali e pressioni esterne che perdiamo il contatto con ciò che conta davvero. Questo romanzo è una guida delicata per ricordarci di rallentare, osservare e ritrovare quella scintilla di sacralità che, in fondo, è ciò che dà senso alla nostra esistenza.

Intervista all’autore

Elia rappresenta chi cerca stabilità dopo anni di viaggi. Cosa ti ha ispirato nella creazione di questo personaggio? Esiste qualcosa di autobiografico nel suo percorso?

Mi piace molto viaggiare, ma non ne faccio una ragione di vita. Credo sempre che la felicità vada cercata dentro e mai fuori. Sono stato più volte in Asia, sia per lavoro che per piacere, ma non ho mai trascorso periodi così lunghi all’estero come Elia. Penso che ogni personaggio, maschile o femminile che sia, rispecchi una parte della mia personalità.

Nella fattispecie, quando penso a Elia vedo una versione di come sarei potuto essere io in una realtà parallela, perché amo il mestiere del traduttore anche se non l’ho mai fatto a livello professionale. Comunque credo che se non avessi raggiunto una certa conoscenza di me ora sarei in giro per il mondo proprio come era Elia prima dell’inizio di Sacralità.

Lorena è una figura complessa che vive il dolore del passato e la speranza del futuro. Come hai lavorato per rendere autentici i suoi conflitti interiori?

Ho lavorato esattamente come faccio per ogni personaggio di cui scrivo: facendo vivere dentro di me le parti della mia personalità che corrispondono ai personaggi. I conflitti interiori sono autentici perché sono anche i miei conflitti interiori, sono tematiche su cui mi interrogo da anni. Molti di questi conflitti sono emersi dal confronto con gli altri e mi hanno arricchito, rendendomi giorno dopo giorno più consapevole della mia vita.

La relazione tra Renato e Carla sembra mostrare la sacralità della semplicità quotidiana. Quale messaggio volevi trasmettere attraverso questa coppia?

Se avessi voluto mandare un messaggio sarei andato in Posta. Prendo in prestito questa citazione rivisitata di François Truffaut per dire che Sacralità, ma in generale nessuno dei miei romanzi, vuole trasmettere dei messaggi. Per me l’arte deve aprire degli squarci sull’esistenza, deve destabilizzare, deve farci interrogare sulla nostra vita. Un romanzo è riuscito se rimane bloccato nella mente del lettore, se non se ne va, se ci si ripensa dopo mesi, dopo anni e per l’intera vita.

Mi ricorderò per sempre di Solenoide di Mircea Cărtărescu, è un libro (come lo definisce lui, non un romanzo) che è entrato nelle mie viscere e ora fa parte di me, mi accompagna ogni giorno nelle difficoltà della vita. Per quanto riguarda Renato e Carla, ho voluto descrivere la loro vita nella sua semplicità. Se poi quel modo di stare al mondo è sacro oppure no, questo non lo so, lo sa sicuramente il lettore.

La villa con la torretta e la figura misteriosa che osserva Elia sembrano essere simboli chiave del romanzo. Qual è il loro significato? E come li hai concepiti?

Sono sempre stato attratto da ciò che vedo dietro le finestre delle case. Chi mi conosce personalmente lo sa, spesso mi fermo e guardo come vivono gli altri, sono affascinato dai loro gesti, penso che si nasconda un mistero dentro ogni esistenza. Ho notato questa tendenza anche in altri scrittore, come James Ellroy e August Strindberg, due scrittori molto diversi che amano spiare le vite altrui utilizzando le finestre come schermi cinematografici.

Mi piacciono molto le ville dei primi del Novecento, specialmente quelle con le torrette, mi piacerebbe vivere in una mansarda su una torretta di quel tipo. La figura della ragazza nel romanzo mi affascina, è in qualche modo legata a un’idea di purezza e innocenza da cui sono sempre stato mio malgrado attratto.

Il tema della sacralità nel quotidiano è centrale nel tuo libro. Cosa ti ha ispirato a sviluppare questa tematica? Pensi che sia un messaggio importante per il lettore di oggi?

Sì, la sacralità nel quotidiano è al centro del mio libro, è la tematica sottotraccia che lo attraversa tutto. Dopo avere scritto i miei primi due romanzi mi sono reso conto che c’era una tematica comune che stavo inconsciamente esplorando, ed era proprio la sacralità. Così mi sono detto: “Perché non esplicitarla?” Allora ho deciso di inserirla nel titolo per indirizzare l’attenzione del lettore proprio lì.

Tuttavia nulla di questa spiegazione è vero, in realtà il tema del sacro è affiorato in modo molto spontaneo e naturale, come ogni cosa che scrivo con l’anima e di cui non conoscerò mai la motivazione. Però era plausibile come spiegazione, no?

L’autore

Federico Ciriminna è nato a Varese il 18 luglio del 1989. Ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo Vicina nel 2020 con Edizioni Epoké, nel 2023 La ragazza nel sogno, nel 2024 Sacralità e diversi racconti sulle riviste letterarie Fumo, Pastrengo e Topsy Kretts. Si è laureato in Televisione, Cinema e New Media alla IULM di Milano.

La sua prima esperienza lavorativa è in televisione, a RTI, come story editor per la fiction di Canale 5. Ha lavorato anche per il Piccolo Teatro di Milano come creatore di contenuti. Ora è il direttore creativo di un’agenzia di digital marketing che produce video interattivi. Ha aperto una newsletter su Substack dal nome Frammenti, in cui pubblica microsaggi e microracconti collegati tra loro

 

«Non aveva voglia di entrare subito in casa, anche se era mezzanotte passata. Decise di andare a fare un giro lì intorno, chissà perché ogni volta che gli veniva voglia di esplorare il quartiere era sempre notte. 

Le luci giallognole dei lampioni illuminavano i marciapiedi, la luna era lì che lo osservava impassibile, non offriva nessuna consolazione alla sua malinconia. 

Si ricordò della casa che aveva visto, quella con la torretta illuminata. Si era ripromesso che ci sarebbe tornato per scoprire dove portasse il sentiero che la costeggiava, probabilmente al lago, immaginava. 

Non era ancora il momento buono per verificarlo, tuttavia, non avendo nessun altro posto in cui andare, decise di tornarci.» 

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