Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Padova, come molte altre città italiane, sta facendo i conti con una preoccupante crescita della povertà. I numeri parlano chiaro: nel Nord-Est italiano il tasso di povertà ha superato il 18% nel 2024, secondo i dati ISTAT, con un impatto rilevante sui minori e sulle famiglie in affitto, che rappresentano il 46,5% delle situazioni di disagio economico in Italia.
E Padova non fa eccezione. Sono 14mila le persone che nella provincia vivono con un ISEE inferiore ai 6mila euro, una condizione che si riflette in difficoltà quotidiane, dalle spese alimentari alle bollette. Famiglie con bambini, pensionati e lavoratori precari sono tra i più colpiti. Le 2.335 social card, che distribuiranno 500 euro da consumare entro il 25 febbraio a chi ha un Isee inferiore a 15mila euro, seppur un aiuto prezioso, non bastano a coprire l’intero bisogno. A causa dell’inflazione e dell’impennata dei prezzi di energia e gas, il costo dei beni di prima necessità è lievitato, mettendo a dura prova i bilanci familiari. In uno scenario dove il 22,81% dei residenti a Padova vive con un reddito annuo inferiore ai 10mila euro molti sono costretti a tagliare drasticamente le spese essenziali. Dietro i numeri si celano storie di grande sofferenza, di pensionati che faticano ad arrivare a fine mese, di separati in difficoltà economiche, di ex percettori di reddito di cittadinanza e di chi ha perso il lavoro. E chi finisce alle cucine economiche popolari (350 pasti al giorno) o a vivere per strada (almeno 200).
Un fenomeno, quello della povertà, che non si limita solo alla mancanza di risorse economiche, ma si estende a dinamiche di isolamento, stigmatizzazione e marginalizzazione che colpiscono diverse fasce della popolazione.
A Padova, diverse organizzazioni e istituzioni stanno lavorando per affrontare queste sfide. Al 30 novembre 2024 i dati raccolti dalla Cucine economiche popolari fotografano un aumento sensibile di alcuni servizi erogati agli ospiti: in particolare si è registrato un incremento del servizio mensa.
“Stiamo registrando un progressivo aumento degli accessi. – dichiara suor Albina Zandonà, direttrice delle Cucine economiche popolari – I dati 2023 ci parlano di un incremento del 26% dei nostri servizi e del 12% dei beneficiari (3.402) e anche i dati 2024 finora registrati ci confermano una tendenza in aumento in particolare per quanto riguarda gli accessi alla mensa, ma si affacciano anche molte persone nuove: circa un terzo dei beneficiari sono nuovi accessi. Questo ci parla di una grande mobilità ma anche di nuove povertà”
La povertà è una piaga che si aggrava dal 2014, con un’accelerazione durante e dopo la pandemia. In Italia, 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta, pari al 9,7% della popolazione. Nel Nord, il numero di famiglie in difficoltà è quasi raddoppiato in dieci anni, passando da 506mila a un milione. Padova, con il suo tessuto sociale complesso, non fa eccezione.
La Caritas Italiana, nel rapporto “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di speranza”, evidenzia come la povertà non sia solo economica: isolamento, marginalizzazione e mancanza di reti sociali amplificano il disagio. Questo si traduce in una crescente domanda di servizi, come dimostra l’aumento degli accessi al Poliambulatorio Caritas di Padova, dove vengono offerte cure odontoiatriche e oculistiche gratuite. Dal mese di novembre il poliambulatorio ha esteso i propri orari, offrendo servizio tutti i giorni della settimana, dal lunedì al venerdì. Un totale di 22 ore settimanali è ora dedicato a cure gratuite, grazie all’aumento dei volontari che contribuiscono con la loro professionalità. Nei primi 10 mesi del 2024 (gennaio-ottobre 2024) il poliambulatorio ha già superato le visite e gli accessi registrati nell’intero 2023. Da gennaio al 31 ottobre 2024 sono state infatti 210 (di cui 53 minori) le persone seguite dall’ambulatorio (nel 2023 erano 204 di cui 61 minori), per un totale di 1.032 interventi (rispetto ai 1.033 del 2023). Sono pazienti prevalentemente maschi (135), in gran parte collocabili nella fascia di età 45-64 anni. Circa la metà sono persone di nazionalità italiana, tra gli stranieri ci sono soprattutto persone provenienti da Marocco, Nigeria e Tunisia, ma le nazionalità registrate sono 25 e spaziano dall’Africa all’Este Europeo, al SudAmerica e Bangladesh. Da inizio anno sono state effettuate 787 visite o interventi, di cui 98 relative all’ambito oculistico. Sono state consegnate 65 protesi e 48 paia di occhiali (di cui 19 premontati) ed effettuate 10 riparazioni di protesi.
La città sta affrontando una crescente emergenza legata anche alla povertà sanitaria, fenomeno che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione. Sempre più persone, tra cui anziani, minori e lavoratori precari, rinunciano a cure mediche essenziali a causa di difficoltà economiche. Secondo i dati di enti locali e associazioni, la mancanza di risorse impedisce l’accesso a farmaci, visite specialistiche e cure dentistiche. Nel quartiere Palestro, un gruppo di giovani medici e volontari ha lanciato un progetto innovativo: un Ambulatorio Popolare Autogestito, dove chiunque possa ricevere assistenza indipendentemente dalla situazione economica. Per finanziare l’iniziativa è stata avviata una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere 5mila euro. “Intendiamo contrastare marginalità ed esclusione dai servizi clinici basilari soprattutto di donne, migranti, e con figli a carico» racconta uno dei promotori “Non tanto e non solo per colmare le lacune emergenti dal sistema nazionale sanitario pubblico quanto per promuovere un modello di medicina di genere, antirazzista, in alcun modo discriminatoria”.
Nel frattempo, la Regione Veneto ha messo in campo un piano straordinario per il 2025, stanziando oltre 6 milioni di euro per contrastare la povertà. Tra le misure previste: sostegni per affitti e mutui, progetti per l’inclusione lavorativa e interventi contro la povertà educativa. Nel 2024, grazie a fondi regionali e locali, sono state supportate oltre 6.400 persone con quasi 10mila interventi, suddivisi tra contributi economici, percorsi lavorativi e aiuti abitativi.
Nonostante gli sforzi, però, la strada è ancora lunga. È fondamentale creare una rete tra attori pubblici e privati, perché nessuno da solo può affrontare una sfida di questa portata. Il Comune di Padova, dal canto suo, ha sviluppato piani strategici per promuovere l’inclusione sociale, ma la povertà rimane una questione complessa che richiede interventi strutturali. Il Comune ha destinato 60 milioni di euro al settore Sociale, confermandolo come la voce di spesa più significativa nel bilancio dell’amministrazione. I servizi sociali assistono 450 persone attraverso il servizio di assistenza domiciliare integrata, garantendo pasti e altri aiuti essenziali. Inoltre, 850 famiglie beneficiano di contributi per l’affitto o le bollette, alleviando il peso delle spese quotidiane. Nell’ultimo bilancio l’amministrazione comunale ha dato una risposta anche alle tariffe sugli asili nido, nonostante i tagli del governo. Gli asili nido attualmente prevedono dieci fasce di pagamento basate sull’Isee, con costi che variano da 31 a 484 euro. Le prime cinque fasce, fino a un Isee compreso tra 11.001 e 16.000 euro, non subiranno alcun incremento. Le restanti cinque fasce, invece, vedranno un adeguamento con un aumento di poco più del 2%. Modifiche in arrivo anche per le mense scolastiche: a partire da settembre 2025, i pasti quotidiani subiranno un rincaro compreso tra 45 e 50 centesimi. Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, le tariffe aumenteranno dal 2 al 4%, ma esclusivamente per le fasce Isee più elevate.
La povertà a Padova è un fenomeno multidimensionale, che va oltre la mancanza di risorse economiche. Colpisce le relazioni, la salute e la dignità delle persone, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. Ma tra le difficoltà emergono anche segnali di speranza: dalle iniziative di volontariato alle politiche locali, c’è chi lavora ogni giorno per costruire una comunità più equa e solidale.
Padova, con le sue organizzazioni e il suo tessuto sociale, rappresenta un esempio di come si possa resistere e reagire. Le sfide sono enormi, ma la capacità di collaborare e innovare potrebbe fare la differenza, trasformando il disagio in opportunità per tutti.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link