Perugia, dai furti in casa al boom delle truffe online: come sono cambiati i reati dal 2009 a oggi

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di Daniele Bovi

Un calo generale dei reati del 15 per cento, il boom di quelli informatici e una ripresa nel post pandemia, senza però tornare ai livelli di diversi anni fa. In estrema sintesi sono questi alcuni dei trend più rilevanti che emergono dai numeri di Istat – analizzati da Umbria24 in questo primo articolo dedicato al tema sicurezza – relativi ai reati commessi nel territorio di Perugia fra il 2009 e il 2023; numeri che riguardano solo i delitti denunciati all’autorità giudiziaria dalle forze di polizia e che, quindi, non tengono conto di chi la denuncia neanche la presenta. In generale si tratta di anni complicatissimi segnati, tra le altre cose, dalla peggior crisi economica degli ultimi decenni e poi dalla pandemia.

I trend L’andamento in generale è ondivago. Tra il 2009 e il 2013 si osserva un aumento significativo, con un picco nel 2013 (11.699 reati); successivamente, c’è un calo progressivo fino al 2021 (7.343 reati), anno in cui si tocca il minimo del periodo. Il 2022, il 2023 e anche il 2024 (in questo caso però ci sono solo delle stime) vedono una ripresa, con un incremento nel 2023 (8.363 reati), senza però tornare ai picchi pre-pandemici o agli anni 2009-2013. I furti rappresentano il gruppo di crimini più consistente, e spesso sono anche quelli che creano più allarme sociale. Nel 2009 rappresentavano il 50 per cento del totale, mentre nel 2023 si passa al 36 per cento.

Case e auto I furti in casa sono la sottocategoria più importante (620 nel 2023 e 601 nel 2009 con un trend in crescita fino al 2013). L’andamento è altalenante, con un picco significativo nel 2013 e poi un calo, ma senza un trend discendente così netto come i furti totali. Simile il quadro per i furti nei negozi, in ripresa negli ultimi anni. Quelli in auto toccano il massimo nel 2010 e nel 2012 (1.273) e poi calano per un decennio, con un aumento nel 2022 (519) e nel 2023. Meno importanti numericamente i furti di auto, anch’essi comunque in calo.

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Rapine Dopo i furti probabilmente i reati che creano più allarme sociale sono le rapine, benché rappresentino una quota nettamente minoritaria dei reati, oscillando dalle 199 del 2011 alle 63 del 2021. Anche per le rapine si osserva un andamento variabile, senza un trend chiaro nel lungo periodo. Quelle su pubblica via rappresentano la quota più consistente: 58 nel 2009 e 52 nel 2023, con un picco un decennio fa e numeri ondivaghi tra il 2014 e il 2023.

Truffe Nessuno spazio alle interpretazioni invece per quanto riguarda truffe, frodi e delitti informatici, che raccontano anche un cambio nel tipo di criminalità: se i 160 episodi denunciati nel 2009 rappresentavano meno del 3 per cento dei reati, nel 2023 il dato schizza a 1.374, più del 16 per cento del totale. Un trend in linea con il resto del paese e ovviamente collegato alla rapidissima espansione, avvenuta nel periodo considerato, delle tecnologie digitali, delle piattaforme online e in generale del ricorso all’e-commerce.

Danneggiamenti Un altro blocco di reati numericamente significativo è quello dei danneggiamenti, anch’esso in grado di influenzare notevolmente sul senso di sicurezza percepito dai cittadini. Crimini per i quali c’è un picco nel 2010 (1.933), seguito poi da un calo fino al 2014; nell’ultimo decennio, invece, l’andamento è stato ondivago e solo in tre anni si è scesi sotto quota mille.

Droga Per quanto riguarda infine il blocco di reati legati alla droga, Istat li classifica sotto la voce «normativa su stupefacenti», all’interno della quale sostanzialmente vengono aggregati quelli legati alle violazioni del Testo unico sugli stupefacenti; in altre parole, si tratta degli illeciti penali per i quali la legge prevede sanzioni in relazione alla produzione, al traffico, alla vendita, alla cessione e – in certi casi – anche alla detenzione di sostanze stupefacenti e sostanze psicotrope. Un tema che, come quello della sicurezza in generale, andrebbe affrontato di sicuro non solo sotto il versante della repressione. I numeri di Istat parlano di un sostanziale calo fin dal 2009: nel complesso si passa dai 373 casi di un quindicennio fa ai 118 del 2023.

La pandemia Cos’è successo invece in particolare negli anni della pandemia? Il Covid logicamente ha avuto un impatto significativo, riducendo drasticamente i reati legati alla mobilità e alla presenza negli spazi pubblici. Furti d’auto, rapine in strada e scippi hanno registrato cali superiori al 70 per cento, seguiti dai furti in negozi (-52 per cento) e dal furto con strappo (-50 per cento). Anche i furti in casa (-29,4 per cento) e i furti totali (-34,1 per cento) sono diminuiti. Nel 2021, nonostante l’allentamento delle restrizioni, il trend si è mantenuto simile, con alcuni reati che hanno continuato a diminuire o a stabilizzarsi. Le eccezioni però non sono mancate: i reati informatici – date le dinamiche innescate dalla pandemia – sono infatti aumentati di un ulteriore 8 per cento.

1 – continua

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