Coltivare un orto urbano significa avere cura delle relazioni con tutti gli esseri viventi, non solo del regno vegetale. L’orto urbano ha diversi obiettivi, infatti, sia ambientali che sociali, e si basa su una forte relazione tra esseri viventi (piante, animali, esseri umani e microrganismi). Amati da 4 italiani su 10, gli orti urbani offrono significativi vantaggi. Secondo Coldiretti, infatti, la crisi economica generata dal Covid-19 ha spinto 4 italiani su 10 a dedicarsi all’agricoltura urbana per riscoprire la natura e l’aria aperta affittando e lavorando un orto urbano. Le superfici destinate a queste attività hanno registrato un incremento del 18,5% in 5 anni, superando i 2.1 milioni di metri quadri.
Per questo sin da subito il progetto di un orto urbano comunale a Reggio Calabria, sul viale Messina, ha destato interesse tra i cittadini. Un progetto che dopo anni di attesa, sembra adesso che si intraveda la realizzazione. L’inizio dei lavori, come vi è scritto a chiare lettere sul cartello, era marzo 2022 ma durante l’avvio sono emerse criticità legate alla presenza di rifiuti nell’area, che hanno richiesto interventi di bonifica.
Nel marzo 2023, l’area è stata finalmente ripulita e sgomberata da canneti e rifiuti, rendendola pronta per la ripresa dei lavori. Nonostante ciò, il cantiere non è stato immediatamente riattivato, suscitando preoccupazioni tra i residenti per un possibile ritorno al degrado.
A gennaio però ecco che è stato annunciato il via al completamento strutturale da parte della società Castore. Dunque gli operai stanno lavorando ma i cittadini si domandano come verrà gestito quest’orto urbano e chi potrà coltivare.
Gestione, tempi e regolamento sono dunque ancora poco chiari e se n’è discusso anche in riunione a palazzo San Giorgio della quinta Commissione politiche sociali.
Mariella Crucitti, presidente Slow Food Reggio Calabria, udita in commissione ha spiegato bene le caratteristiche e le funzioni che deve avere un orto urbano e ha sottolineato l’importanza di coinvolgere attivamente la comunità locale nella gestione degli orti urbani, promuovendo l’educazione alimentare e la sostenibilità ambientale.
“È importante soprattutto in questa fase – ha spiegato Crucitti a ReggioToday – capire le esigenze del territorio, del quartiere, e coinvolgere nelle scelte i cittadini. Solo così si “approprieranno” del progetto e lavoreranno per realizzarlo e mantenerlo. Bisogna pensare anche al dialogo tra generazioni, dove ad esempio nonni e bambini insieme potranno coltivare, prendendosi così cura anche dell’ambiente. L’istituzione degli orti urbani risponde a numerose finalità sociali e ambientali, tra cui la promozione della cittadinanza attiva, il miglioramento della qualità della vita, l’integrazione sociale e la lotta al degrado urbano. Tuttavia, il Comune non ha ancora chiarito come intende gestire il progetto, quali saranno le modalità di assegnazione dei lotti e quali criteri verranno adottati per la selezione dei beneficiari”.
Eppure un regolamento già c’è. È stato approvato con delibera consiliare n. 96 del 29 dicembre 2016 ma a questo punto è importante capire cosa l’amministrazione comunale vorrà fare: se attuare questo regolamento, seppur datato, oppure modificarlo.
Il regolamento e la gestione
Il regolamento del 2016 prevede la suddivisione degli orti in lotti di massimo 60 mq, la pubblicazione di un bando per la concessione e la creazione di una commissione di valutazione per l’assegnazione. Destinatari principali sono pensionati con reddito basso, famiglie numerose e giovani, oltre a enti, associazioni e scuole che possano utilizzare gli orti per progetti educativi e di inclusione sociale.
Nonostante la cornice normativa esista già da anni, non vi è stata alcuna comunicazione ufficiale su eventuali aggiornamenti o sulle tempistiche di attuazione. La mancanza di un percorso partecipato rischia di compromettere il successo dell’iniziativa e di generare malcontento tra i cittadini, che si aspettano di essere coinvolti in un progetto che riguarda il loro territorio.
Un altro punto critico riguarda la gestione degli orti. Il regolamento prevede che il controllo sia affidato al settore ambiente del Comune, ma non sono stati forniti dettagli su eventuali costi per gli assegnatari, sulle modalità di manutenzione delle aree comuni e sulle sanzioni in caso di mancato rispetto delle regole.
Sedici articoli e secondo quanto vi è scritto all’articolo 3. “Gli orti sono destinati ai cittadini residenti del Comune di Reggio Calabria. In particolare dovrà essere data priorità alle seguenti categorie di persone: titolari di pensione, con particolare riferimento i titolari di pensione minima o di reversibilità (risultante dall’attestazione Isee relativa al nucleo familiare); famiglie numerose; giovani.
Hanno diritto all’assegnazione degli orti i cittadini residenti nel Comune di Reggio Calabria che siano ni grado di provvedere direttamente, anche con l’aiuto di un componente del proprio nucleo familiare, alla coltivazione dell’orto assegnato e non detenere, né a titolo gratuito né a titolo oneroso, altro terreno coltivabile, pubblico o privato. Il presente requisito dovrà essere comprovato da una dichiarazione sottoscritta dal richiedente ed allegata alla domanda di assegnazione. Non potrà, in nessun caso, essere assegnato più di un orto per nucleo familiare.
Gli orti urbani possono essere, altresì, assegnati a: enti, associazioni e cooperative sociali che operano sul territorio. In questo caso, dovrà essere presentato un progetto educativo dal quale emerga che l’ortoterapia verrà utilizzata come metodo riabilitativo del disagio e della disabilità. Scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, con sede nel Comune di Reggio Calabria. In questo caso dovrà essere presentato un progetto sui temi dell’educazione ambientale che preveda li coinvolgimento attivo e diretto degli studenti, delle loro famiglie ed eventuali associazioni coinvolte nel progetto”.
Cosa si può coltivare
Un regolamento chiaro che specifica anche cosa si può coltivare. All’articolo 10 infatti è scritto: “È consentita la coltivazione esclusivamente di ortaggi, piccoli frutti, fiori, piante aromatiche, arbustive ed officinali, mentre vi è il divieto di coltivare fave, alberi da frutto, kiwi e qualsiasi altra coltivazione da elevato consumo d’acqua. La produzione ricavata non potrà essere oggetto di attività commerciale, ma sarà rivolta unicamente al conseguimento di produzione per uso proprio, pena l’immediata decadenza dell’assegnazione, salvo che per scopi umanitari. I residui vegetali che si intendono trasformare in compost dovranno essere depositati in apposite compostiere o interrati nel proprio orto; non devono creare problemi di alcun genere (odori, degrado, incuria) sul contesto urbano o verso gli altri orti”.
Per questo adesso sarebbe fondamentale per l’Amministrazione comunale coinvolgere la comunità nella sua gestione ed organizzare incontri pubblici per informare e raccogliere idee dai cittadini. Ovviamente il Comune dovrà appunto decidere il regolamento e come assegnare i lotti, collaborando con le associazioni locali per attività didattiche e sociali e le scuole presenti nel quartiere.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link