«Non siamo dei privilegiati. La tassa sanità è illegittima» MALPENSA24

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Teatro Nuovo gremito a Varese per l’assemblea internazionale dei frontalieri

VARESE – Hanno riempito il Teatro Nuovo per dire No alla tassa sulla sanità. Lavoratori e sindacati si sono riuniti stamattina a Varese per un’assemblea internazionale dei frontalieri. Dall’Italia e dalla Svizzera la stessa voce di contrarietà ad una tassa che viene definita ingiusta e illegittima. «Restiamo uniti affinché non venga applicata», è il messaggio giunto dal palco. Presenti anche istituzioni e rappresentanti politici, con qualche sorpresa (nel video qui sotto le interviste).

I Comuni al fianco della protesta

Ad aprire i lavori della giornata, promossa dalle sigle sindacali italiane ed elvetiche, il sindaco di Varese Davide Galimberti. «Qualcuno pensa che i frontalieri sono privilegiati e bisogna togliere questi privilegi. Non è assolutamente così e lo dico da sindaco di un Comune con 3000 frontalieri che deve garantire una serie di servizi affinché l’economia di frontiera vada avanti. Questa riforma rischia di fare molto male ai territori». A portare la voce dei Comuni anche il presidente di Acif (Associazione comuni italiani di frontiera) e sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino. «Era stato fatto un patto con i lavoratori alla base del nuovo accordo fiscale: non lo si può tradire, stralciare e calpestare con degli emendamenti notturni. Non è corretto: si vanifica il lavoro fatto dal territorio in tutti questi anni».

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«Tassa illegittima»

«In 30 anni non ho mai visto un prelievo dalle tasche di alcuni alle tasche di altri – ha detto Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri Cgil – questa tassa è illegittima». Poi riferendosi alle parole pronunciate dal ministro dell’economia a Villa Recalcati lo scorso 1 febbraio: «Giorgetti ha detto: “O la pagano i frontalieri o la pagano i comuni”. Se la strategia sarà mettere l’uno contro l’altro la combatteremo». Marco Contessa, responsabile nazionale frontalieri Cisl, ha sottolineato come l’accordo del ’74 sia durato 50 anni, «mentre l’accordo del 2023 solo sei mesi. Poi il Governo ha iniziato a picconarlo. Ma è un accordo internazionale, non è fatto al bar. La Regione se è in difficoltà per finanziare la sanità lombarda deve trovare altre strade». Quindi Pancrazio Raimondo, segretario generale Uil frontalieri. «Inventarsi la tassa sulla salute vuol dire “Tu non paghi le tasse, sei un evasore”. Restiamo uniti contro questa tassa». A portare la voce delle sigle svizzere Giangiorgio Gargantini di Unia. «Uniti siamo forti e solo uniti potremo portare avanti queste battaglie».

C’è anche il Patto per il Nord

In prima fila il senatore Pd Alessandro Alfieri, che era stato relatore della legge del nuovo accordo internazionale. «Sono molto arrabbiato, avevamo fatto un gran lavoro con una legge bipartisan, coinvolgendo sindacati e associazioni dei comuni di frontiera. Abbiamo costruito un tavolo in cui prendere tutte le decisioni ma questo Governo se n’è fregato del tavolo, ha preso decisioni calate dall’alto con un balzello sui lavoratori frontalieri». La deputata Maria Chiara Gadda di Italia Viva si rivolge al ministro Giorgetti. «Bisogna rispettare il territorio: non c’è solo la tassa sulla salute, ma anche gli oltre 4 milioni di euro che ha perso la città di Varese e non si sa nulla sulla Naspi». Tra i presenti il consigliere regionale dem Samuele Astuti e il segretario provinciale di Italia Viva Salvino Reina, e anche un movimento autonomista come il Patto per il Nord. Il destinatario è sempre il ministro leghista. «Dice che se le tasse non le andremo a togliere ai frontalieri allora bisogna che saranno i Comuni – commenta la referente provinciale Lisa Molteni – ma ancora sui Comuni dobbiamo gravare?».

Le richieste dell’assemblea

L’assemblea si è conclusa con l’approvazione all’unanimità di una risoluzione con tre richieste (qui sotto il testo integrale). Al primo punto la cancelllazione della norma della tassa sanità. In caso contrario i sindacati sono pronti a rivolgersi alla giustizia per contestarne la legittimità.

L’Assemblea chiede:

1) la cancellazione della norma che prevede una nuova tassa sulla salute a carico dei ‘vecchi frontalieri’, che di fatto introduce una doppia imposizione, risulta in contrasto con l’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri e presenta chiari elementi di incostituzionalità. In caso contrario, le organizzazioni sindacali si impegnano unitariamente a adire alla giustizia al fine di eccepire la questione di costituzionalità;

2) di portare alla discussione del ‘Tavolo interministeriale’ le altre criticità ancora aperte, a partire dall’introduzione della nuova indennità di Naspi prevista dalla legge 83/2023 e dalla modifica dell’attuale normativa sull’assegno unico e universale, che discrimina le lavoratrici e i lavoratori frontalieri e per la quale l’Italia è stata messa sotto procedura d’infrazione da parte della CE.

3) di ricostituire il corretto rapporto tra l’uso delle risorse derivanti dai ristorni quale contributo dei frontalieri alla fiscalità generale, all’erogazione dei servizi e alla garanzia degli investimenti dei Comuni di frontiera e la definizione delle risorse future da investire sul territorio per progetti socioeconomici, modello che abbiamo faticosamente costruito e consolidato nella legge approvata all’unanimità del Parlamento, con il contributo determinante delle Comunità locali, oggi destrutturato da interventi del legislatore poco organici ed incomprensibili.

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