in Gazzetta Ufficiale il decreto che lo autorizza



L’Italia approva una normativa che consente la produzione di vino senz’alcol, seguendo le disposizioni europee: il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.


Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto che attua il regolamento (UE) n. 1308/2013, stabilendo le modalità di produzione e etichettatura per i vini con un contenuto alcolico ridotto.

Le novità dell’UE, recepite dall’Italia, sulla dealcolazione dei vini

Questa decisione, che si inserisce nel quadro delle politiche agricole europee, prevede la possibilità di ridurre il livello di alcol nei vini, inclusi quelli spumanti e frizzanti, attraverso trattamenti di dealcolazione totale o parziale. Un aspetto rilevante della nuova normativa è la deroga concessa per i vini a denominazione di origine e indicazione geografica, come passiti e alcuni tipi di vino senza denominazione, per le fermentazioni e rifermentazioni fuori dal periodo vendemmiale durante la campagna 2024/2025.

Il decreto introduce anche precise regole tecniche per i produttori. Per ottenere vini con meno alcol, è consentito l’uso di tecniche come la distillazione, l’evaporazione sottovuoto e le tecnologie a membrana, ma sempre sotto la supervisione di un enologo qualificato. L’obiettivo è garantire che i prodotti finali siano privi di difetti organolettici e idonei al consumo umano. Inoltre, vengono stabilite restrizioni sul recupero e il riutilizzo di acqua e aromi endogeni durante il processo, evitando qualsiasi manipolazione esterna.

Un’altra novità significativa riguarda l’etichettatura dei vini ottenuti tramite dealcolazione. I prodotti devono riportare chiaramente la dicitura “dealcolato” o “parzialmente dealcolato”, con un formato grafico che assicuri una visibilità adeguata per il consumatore.

Il decreto, inoltre, stabilisce che la produzione dei vini dealcolati possa avvenire solo in stabilimenti appositamente autorizzati e dotati di un registro dematerializzato, assicurando il controllo delle operazioni tramite comunicazioni preventivo al Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità dei prodotti agroalimentari (ICQRF). L’iter di controllo include anche l’uso di impianti specifici e l’obbligo di comunicare preventivamente la tipologia di lavorazione e la quantità di prodotto coinvolto.

Infine, la normativa prevede che i sottoprodotti derivanti dalla dealcolazione, come il mosto e i residui ottenuti dai vari trattamenti, possano essere utilizzati per la produzione di bioetanolo o distillati di vino, nel rispetto delle regolazioni fiscali applicabili.

Cosa si intende per vino dealcolato? Ha davvero senso produrlo?

Il vino dealcolato, ovvero il vino privato in tutto o in parte del suo contenuto alcolico, sta guadagnando popolarità negli ultimi anni, in particolare tra chi cerca alternative meno alcoliche o addirittura prive di alcol. Ma ha davvero senso produrre e consumare vino senza alcol? Scopriamo i vantaggi e i punti controversi di questa scelta.

I vantaggi del vino senza alcol

  1. Opzione per chi evita l’alcol
    Il vantaggio principale del vino dealcolato è che offre una soluzione a chi vuole godersi l’esperienza del vino senza gli effetti negativi dell’alcol. Persone che non bevono alcol per motivi di salute, religiosi o personali, come quelle in gravidanza o che soffrono di condizioni mediche, possono così partecipare a situazioni sociali senza rinunciare al piacere di un bicchiere di vino.

  2. Minor impatto sulla salute
    Poiché il vino dealcolato contiene una quantità ridotta o nulla di alcol, risulta più salutare rispetto al vino tradizionale, soprattutto per chi ha bisogno di ridurre il consumo di alcol. Inoltre, in alcuni casi, il processo di dealcolazione può preservare altri composti benefici del vino, come polifenoli e antiossidanti, che sono legati a benefici cardiovascolari.

  3. Controllo sulle calorie
    Il vino senza alcol contiene meno calorie rispetto a quello tradizionale, rendendolo una scelta interessante per chi sta cercando di limitare l’apporto calorico senza rinunciare a un buon bicchiere. Questo aspetto lo rende appetibile anche per coloro che seguono diete a basso contenuto calorico o che praticano attività fisica regolarmente.

  4. Sostenibilità e accessibilità
    Il vino senza alcol può essere visto come un prodotto più inclusivo, capace di raggiungere un pubblico più vasto. Inoltre, la crescente domanda potrebbe incentivare la sostenibilità nella produzione vinicola, con un ridotto impatto ambientale in termini di trasporto e distribuzione di bevande alcoliche.

I punti controversi del vino senza alcol

  1. Perdita del carattere originale
    Una delle critiche principali riguarda il sapore del vino senza alcol. Molti consumatori e esperti di vino sostengono che, una volta eliminato l’alcol, il prodotto finale perde parte delle caratteristiche distintive che rendono il vino apprezzato: il bouquet aromatico, la struttura e la complessità. Nonostante le tecniche di dealcolazione stiano migliorando, per molti il risultato finale non è paragonabile al vino tradizionale.

  2. Processo di produzione complesso e costoso
    La dealcolazione richiede tecniche specializzate come la distillazione a bassa temperatura, che non solo è costosa, ma comporta anche una certa perdita di alcune proprietà organolettiche. Quindi, il vino senza alcol può risultare più caro, senza necessariamente offrire lo stesso valore percepito di un vino alcolico.

  3. Non per tutti i tipi di vino
    Alcuni esperti mettono in dubbio che tutti i tipi di vino siano adatti alla dealcolazione. In particolare, i vini più complessi e strutturati, come quelli a denominazione di origine, potrebbero non rispondere bene al trattamento, risultando in prodotti che non soddisfano appieno le aspettative dei consumatori più esperti.

  4. Incertezza sul mercato
    Sebbene la domanda di vini senza alcol stia crescendo, ci sono ancora delle incertezze sul lungo termine. Il mercato potrebbe non essere sufficientemente maturo per supportare una produzione massiva e potrebbe rivelarsi un prodotto di nicchia, che non riuscirà mai a competere con il tradizionale vino alcolico. Alcuni potrebbero anche vederlo come una “falsa alternativa”, percependo il vino come una bevanda che non può essere considerata tale senza il suo principale elemento, l’alcol.

Conclusioni e scenari futuri

Il vino senza alcol rappresenta una tendenza interessante e in crescita, che risponde a esigenze moderne di salute e inclusività. Sebbene offra numerosi vantaggi in termini di accessibilità, salute e controllo calorico, presenta anche sfide legate alla qualità del prodotto, al processo di produzione e alla percezione del consumatore. Per molti, il vino senza alcol rimarrà una curiosità o un’alternativa occasionale, ma non sostituirà mai completamente il fascino e la tradizione del vino alcolico.

Vino senza alcol: il testo del decreto in Gazzetta Ufficiale

Qui il documento completo.



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