Ancora il “finto maresciallo”, ancora una truffa. Stavolta con una tecnica leggermente diversa rispetto a quella “classica”. Ma stesso risultato, gioielli e quasi 5mila euro in contanti portati via a una coppia di 85enni. Per fortuna i carabinieri veri sono riusciti a intercettare il truffatore, arrestarlo e recuperare il bottino. Ma ormai questo tipo di raggiro imperversa ovunque e si sta ripetendo continuamente anche in provincia di Torino: come funziona?
Partiamo dal caso specifico: il finto maresciallo stavolta è un italiano 27enne, un “pendolare del crimine” che, insieme a un complice ancora ricercato, è arrivato in treno da Napoli a Porta Susa. Il presunto militare, venerdì mattina, ha contattato sul telefono di casa un’anziana signora del paese e con voce rassicurante ha invitato suo marito ad andare nella caserma di via Guido Reni, a Torino, per ritirare una raccomandata dell’INPS a loro intestata. Così l’uomo e il figlio, che nel frattempo è arrivato a casa, sono partiti in direzione Torino. Quindi, subito dopo, la donna ha ricevuto un’ulteriore chiamata da un “maresciallo dei carabinieri”: «Suo figlio deve pagare una multa di 5mila euro. Ma può consegnarla al collega che sta arrivando da lei».
La signora è cascata nel tranello e ha consegnato 4.470 euro in contanti e tutti i gioielli che aveva, praticamente tutto un tesoro messo insieme fra ricordi, regali e pensione. Ma questo colpo era solo uno dei tanti tentati in questi giorni nella zona: venerdì mattina molti anziani hanno chiamato la caserma di Villastellone dicendo di essere stati contatti da un maresciallo. Quasi nessuno gli ha creduto ma tutti hanno chiamato per avvisare e hanno permesso ai carabinieri (veri) di attivarsi e avviare le indagini: visto che spesso questi banditi si muovono in taxi, hanno chiamato la centrale operativa dei taxi e hanno scoperto che c’era stato un viaggio “sospetto” fra la stazione di Porta Susa, a Torino, e via Pralormo a Villastellone. A quel punto si sono appostati lungo la strada e hanno individuato il finto collega mentre usciva dal portone del condominio, ancora con i preziosi che aveva appena portato via alla 85enne. I militari lo hanno fermato e sono entrati nel palazzo, dove hanno trovato l’anziana che piangeva disperata: si era accorta di essere stata truffata. Ma ha subito sorriso vedendo i carabinieri con i suoi ricordi di una vita in mano.
Solo pochi giorni fa il Comando provinciale dei carabinieri di Genova ha smantellato un’organizzazione criminale con 29 membri che ha truffato anziani in tutta Italia con la tecnica del finto maresciallo. A guidarli, una “coppia diabolica”: Alberto Macor e Marica Mastroianni, marito e moglie.
Lo schema era sempre lo stesso, utilizzato pochi giorni prima da un 38enne napoletano con una coppia di Villar Perosa (arrestato anche lui ma non collegato alla banda di Mastroianni e Macor): sedicenti marescialli dei carabinieri o avvocati telefonavano a casa degli anziani, contattandone anche mille al giorno, e raccontavano che il loro figlio o nipote aveva provocato un incidente stradale in cui è rimasto gravemente ferito qualcun altro, spesso bambini. Usavano nomi e cognomi corretti e facevano pressione: «Per evitare che finisca in carcere, deve pagare subito 6.500 euro: viene a ritirarli subito un collega». A quel punto, entravano in scena i complici, “trasfertisti” partiti dalla Campania verso Piemonte, Lombardia e Liguria. Che poco dopo si presentavano a casa per raccogliere soldi e gioielli, mentre i capi restavano al telefono per intrattenere le vittime.
Macor e Mastroianni organizzavano le truffe, predisponendo le diverse fasi (logistica, di supporto ed esecutiva): i due, che i complici chiamavano “la boss” e “o’ Mast” (il capo), avevano installato dei veri propri call center in appartamenti e bed & breakfast, reclutando “telefonisti” e “trasfertisti”, scegliendo zone e persone da colpire, definendo il soggiorno dei complici. I carabinieri, infatti, hanno verificato che, per gli spostamenti, i truffatori usavano treni, taxi e auto prese a noleggio da agenzie compiacenti con sede in provincia di Napoli.
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