Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha evidenziato il dinamismo del settore bancario italiano durante il 31esimo congresso Assiom Forex, in corso a Torino. Secondo il banchiere, il mercato italiano si distingue per apertura e competitività all’interno dell’Eurozona.
“Se oggi guardiamo alla classifica delle banche dell’Eurozona in termini di capitalizzazione di Borsa, ai primi cinque posti troviamo una prevalenza di ex-Pigs: due banche italiane, due spagnole, una sola banca francese, nessuna banca tedesca, né olandese, né di alcun paese tra quelli che si autodefiniscono frugali”, ha sottolineato Gros-Pietro.
Il presidente di Intesa Sanpaolo ha ricordato come l’Italia sia l’unico grande mercato europeo in cui operano con proprie controllate locali due grandi banche francesi e le maggiori banche di Spagna e Germania. “Una situazione che non si presenta in nessuno degli altri grandi paesi dell’Eurozona, nel cui ambito è l’Italia il mercato bancario più vivace e più aperto alla concorrenza”.
Gros-Pietro ha poi ripercorso le difficoltà attraversate dal settore bancario italiano negli ultimi decenni, ricordando come le banche abbiano saputo superare momenti drammatici. “In Italia lo abbiamo dimostrato durante la terribile crisi finanziaria che nel primo decennio di questo secolo colpì duramente soprattutto l’Europa, anche se non era nata in Europa. Per le banche italiane fu un periodo angoscioso: crisi di liquidità, eccesso di crediti problematici, livelli inadeguati di efficienza operativa, perdite di bilancio”. Tuttavia, l’impegno del settore ha contribuito in modo essenziale al risanamento del sistema, portando a risultati di lungo periodo: “È stato un successo, con effetti duraturi”.
Il ruolo delle banche nell’era digitale
Affrontando il tema della competizione con le big tech, Gros-Pietro ha lanciato un monito sul trattamento dei dati finanziari: “Noi operatori finanziari europei dobbiamo investire nel paradigma dell’informazione, in persone e in tecnologie, sviluppando capacità operative al servizio della società e delle istituzioni. Dobbiamo farlo perché siamo i meglio attrezzati in termini di posizioni sul mercato e di capacità di investimento. Ma dobbiamo essere competitivi, in termini di tempi, di prestazioni e di costi”.
Secondo Gros-Pietro, esiste un problema di asimmetria regolatoria tra il settore bancario e le big tech: “Non ci sarà parità finché gli operatori finanziari continueranno a essere obbligati a concedere alle big tech accesso libero ai dati dei clienti consenzienti, senza alcuna reciprocità”. Ha quindi denunciato il vantaggio competitivo che ne deriva per le aziende tecnologiche extraeuropee: “Dati di immenso valore, che le banche europee raccolgono, verificano, aggiornano, custodiscono, e proteggono, sostenendo costi notevoli, vengono messi gratuitamente a disposizione di concorrenti che sono in prevalenza extraeuropei”.
Il paradosso delle auto elettriche
Gros-Pietro ha infine affrontato il tema del ruolo delle banche nella trasformazione dell’economia europea, affermando che il settore finanziario può dare un contributo decisivo alla gestione delle transizioni e delle emergenze. “Possiamo contribuire anche alla valutazione degli obiettivi di quelle transizioni, e dei percorsi per raggiungerli – evitando di investire risorse, e scardinare attività funzionanti, senza raggiungere i traguardi desiderati”.
Un esempio emblematico è il settore automotive, per il quale Gros-Pietro ha evidenziato le difficoltà legate alla transizione verso l’elettrico: “Il ritardo nel predisporre adeguate reti di ricarica per le batterie è uno dei fattori che non spingono gli utilizzatori ad abbandonare le auto con motore endotermico. Molti utenti non acquistano un’auto elettrica anche a causa dei limiti di autonomia, oltre che del maggior prezzo; ma neppure acquistano una nuova auto endotermica, temendo possibili futuri divieti di circolazione. Si tengono l’auto vecchia”.
Questo fenomeno ha avuto un impatto negativo sul settore: “Il che ha fatto cadere la produzione del nuovo e temporaneamente rivalutare i prezzi dell’usato”. Una situazione che Gros-Pietro definisce “un risultato paradossale, che si accompagna alla distruzione di una parte della ricchezza esistente, le capacità produttive inutilizzate, e a un ritardo nella transizione necessaria”.
In conclusione, il presidente di Intesa Sanpaolo ha ribadito il ruolo
centrale delle banche nel sostenere il cambiamento economico, finanziario e industriale dell’Europa, sollecitando condizioni di parità con gli altri operatori di mercato per garantire una crescita sostenibile e competitiva.
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