Domani al via Egypes, attesa per la firma di due accordi sul trasporto di gas tra Egitto e Cipro

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Si apre domani in Egitto la nuova edizione dell’Egypt Energy Show (Egypes), evento dedicato alla transizione energetica sostenibile che riunisce leader internazionali del settore e decisori politici. Organizzato presso l’Egypt International Energy and Exhibition Center, Egypes 2025 si sviluppa sotto il tema “Costruire un futuro energetico sicuro e sostenibile”. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, in questa occasione è attesa la firma di almeno due accordi per il trasporto di gas dai giacimenti ciprioti di Aphrodite e Cronos, operati rispettivamente dalla statunitense Chevron e dall’italiana Eni, verso gli impianti egiziani di liquefazione del gas naturale a Edku e Damietta.

La stampa cipriota aveva anticipato nelle scorse settimane un piano di sviluppo per il giacimento di gas Aphrodite, che prevede l’esportazione del gas verso l’Egitto tramite un gasdotto sottomarino di 150 miglia (circa 240 chilometri). Questo schema, proposto dall’operatore statunitense del giacimento, includerebbe il pompaggio del gas verso sud e l’uso di un impianto di liquefazione egiziano esistente per l’esportazione globale via navi cisterna e per il consumo interno egiziano.

Nel settembre 2023, la Casa Bianca aveva espresso sostegno per il piano di Chevron di collegare il giacimento di Aphrodite all’Egitto attraverso gasdotti, evidenziando il potenziale di tale iniziativa nel supportare l’Egitto durante i picchi di consumo estivi, stabilizzare la regione e facilitare l’esportazione di gas verso l’Europa. Allo stesso tempo, Egitto e Cipro stanno finalizzando un accordo per la costruzione di un gasdotto offshore per trasferire un miliardo di piedi cubi di gas al giorno dall’Aphrodite alla rete nazionale egiziana di gas naturale. Riguardo al giacimento di Cronos, il quotidiano “Cyprus Mail” ha recentemente riferito che Eni sta intensificando gli sforzi nello sviluppo del blocco 6.

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È previsto che durante la conferenza venga stipulato un accordo su Cronos, potenzialmente ancor più significativo di quello di Chevron, soprattutto considerando il ruolo di Eni come partner dell’impianto di liquefazione di Damietta. Questi sviluppi implicano la necessità di espandere le infrastrutture di liquefazione in Egitto, un ambito in cui il “Cane a sei zampe” potrebbe assumere un ruolo sempre più decisivo.

La nuova edizione di Egypes dovrebbe vedere oltre 47 mila partecipanti e delegati della filiera energetica internazionale. Nel corso dell’evento si terranno discussioni sulle dinamiche energetiche mondiali, sulle ultime tendenze del settore, sui progressi nella regione e sulle azioni collettive per la riduzione delle emissioni di CO2. A rappresentare l’Italia saranno 40 aziende presenti nel padiglione di Ice Agenzia con Anima Confindustria, Federazione Anie e Federtec e sette aziende con stand indipendente: Technip Energies, Brembana & Rolle, Cvb Valves Srl, Saipem, Eni, Indra Srl e Neuman & Esser Italia. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, prenderà parte all’evento nella giornata di apertura domani, 17 febbraio. Tra i relatori di rilievo, figurano l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti.

Egypes 2025 presenta in totale circa 500 espositori, tra cui 17 compagnie internazionali del settore petrolifero e del gas. Oltre a Eni, ci saranno infatti anche Shell, Chevron, Total Energies, ExxonMobil, e BP, insieme ad aziende leader a livello mondiale nel settore dei servizi e delle tecnologie, come Siemens Energy, Schlumberger, Baker Hughes, Saipem, ABB e Technip Energies. Presenti inoltre otto organizzazioni petrolifere governative e ministri dell’Energia di nove paesi, insieme agli amministratori delegati delle più importanti aziende internazionali del settore.

L’Egypt Energy Show potrebbe rilanciare il Forum del gas del Mediterraneo orientale (Emgf), inattivo per circa 18 mesi a seguito delle tensioni regionali scaturite dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 in Israele, dalla successiva operazione militare israeliana a Gaza, dalle tensioni con Hezbollah in Libano e dagli attacchi degli Houthi dallo Yemen. Fondato dall’Egitto nel 2020, l’Emgf mira a utilizzare gli impianti di rigassificazione sulla costa egiziana come hub per il commercio energetico con l’Europa e oltre, includendo membri come Egitto, Italia, Israele, Francia, Grecia, Cipro, l’Autorità nazionale palestinese e la Giordania. Inoltre, il mutato scenario siriano a Damasco, con la possibile apertura alla ricerca energetica da parte di compagnie straniere nel Mediterraneo orientale, potrebbe portare alla scoperta di nuove riserve di gas sulla costa siriana, aprendo la possibilità di includere nuovi membri come Siria e Libano nel Forum.

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