A chi occorre lo sa: per utilizzare gli ascensori della metropolitana si deve sapere in quali stazioni funzionano. A parte quelli attivi (a Giovanni XXIII, Milo, Cibali, San Nullo, Nesima, Fontana e Monte Po) e quelli di recente sistemati a Stesicoro, è in tutte le vecchie stazioni (Borgo, Giuffrida, Italia e Galatea) che in realtà non sono mai entrati in funzione. E, avvisiamo i lettori, stando alle ultime notizie si dovrà aspettare ancora un po’.
Si tratta di un vecchio bubbone che Fce, società gestore della Circumetnea che dipende dal Mit, pur tentando, non è ancora riuscita a risolvere. Non c’è riuscita con il bando del 2018, pur assegnato nell’aprile di quell’anno e da poco più di un milione di euro, mentre il bando rivisto e aggiornato da 1,4 milioni di euro, pubblicato l’anno scorso e scaduto a giugno era andato deserto. E, nel frattempo, il disagio per tanti utenti resta da non da sottovalutare.Di fatto si tratta dell’adeguamento degli ascensori nella tratta “Borgo – Galatea”, ovvero «la sostituzione di otto ascensori, due per ogni stazione, per migliorare la funzionalità al fine anche dell’abbattimento delle barriere architettoniche». Barriere architettoniche che in città, si sa, costituiscono un tallone d’Achille. La storia è più o meno nota, ma la ribadiamo: la struttura della metropolitana pronta all’esercizio venne realizzata negli anni ’90, ma in realtà i primi treni arrivarono ed entrarono in funzione nel 1999, anno in cui però gli ascensori installati erano già fuori norma.
«Il bando – assicura a “La Sicilia” Salvo Fiore, dg Fce – verrà ripubblicato entro due mesi (a conti fatti, dunque, entro aprile). Stiamo procedendo al riaggiornamento dei prezzi, ma abbiamo anche effettuato una indagine di mercato per capire quali fossero le criticità nel bando precedente e dunque superarle. Siamo ottimisti sul fatto che stavolta andrà bene».Dunque non spaventa l’annuncio dell’aumento dei dazi da parte degli Usa? «Ma no – risponde Fiore – si tratta solo di rendere appetibile l’intervento, che per la città sta diventando essenziale. In realtà il mercato europeo è più legato al commercio con la Cina. Anche le scale mobili oggi vengono prodotte in Cina, lo abbiamo appreso perché noi ci eravamo rivolti ad una ditta tedesca, che ha confermato come a loro arrivassero i pezzi che poi venivano assemblati lì». È il mercato, bellezza, verrebbe da dire.Ultimo “nodo”, contestato anche alle latitudini delle commissioni consiliari, resta la modalità di chiamata degli ascensori dalla strada, nelle stazioni in cui funzionano ovviamente: si deve telefonare al numero 095-541265, aspettare la risposta dell’operatore, dire la fermata in cui ci si trova e attendere l’arrivo di un addetto. In realtà si tratta di una procedura necessaria, per questioni di sicurezza e per garantire l’utilizzo a chi ne ha davvero bisogno, evitando così abusi e – spiace dirlo – atti vandalici. Da tenere in conto per qualunque proposta alternativa dovesse arrivare, anche da parte delle commissioni.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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