LIVORNO. Alberghi, negozi, bar e ristoranti. È qui che, anche a Livorno, il caro energia picchia più forte. Lo dicono i dati dell’osservatorio Confcommercio energia (Ocen): i dati di febbraio mostrano un peggioramento dell’impatto dei costi per l’energia sulle imprese del terziario. A gennaio di quest’anno, infatti, la bolletta elettrica per queste aziende è aumentata del 24 per cento rispetto allo stesso mese del 2024 e del 56,5 per cento rispetto al gennaio 2019, cioè prima della pandemia e della crisi energetica.
I numeri
E le cifre sono tutte al rialzo. Ad esempio, se nel 2019 un albergo di medie dimensioni spendeva mediamente 4.639 euro per l’energia elettrica, nel 2024 i costi sono lievitati fino a 6.264 arrivando a toccare, a gennaio 2025, quota 7.355 euro. Stesso discorso (più o meno) per i bar: sei anni fa, la spesa media mensile ammontava a 462 euro contro i 653 euro di gennaio di quest’anno. Più salata la bolletta anche per i ristoranti: 761 euro al mese nel 2019 contro 1.103 euro del mese scorso. Analizzando invece i costi relativi al gas, la situazione è all’incirca la stessa riscontrata per l’energia elettrica: per quanto riguarda alberghi e ristoranti i costi sono quasi raddoppiati nell’arco di sei anni, mentre per i bar l’aumento è comunque molto rilevante (quasi del 73 per cento). In particolare, a gennaio 2025 l’importo mensile di un contratto di gas a prezzo variabile stipulato nel 2019 ammontava a 434 euro per un consumo di 300 metri cubi. Così con lo stesso contratto e gli stessi consumi, nel 2019, un negozio (non di generi alimentari) aveva pagato mediamente 257 euro al mese. La spesa di gennaio 2025 risulta quindi maggiore del 68,9 per cento rispetto alla spesa media del 2019.
Le reazioni
«Servono politiche e interventi urgenti per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese e sostenere la competitività del nostro Paese – commenta Francesca Marcucci, presidente di Confcommercio Livorno – perché questa tendenza implica l’ennesima difficoltà a fare investimenti».
Per Alessandro Longobardi, coordinatore sindacale di Cna Livorno, una soluzione intanto ci sarebbe: «La riduzione delle accise, almeno per i consumi energetici aziendali, che darebbe alle imprese una bella mano».
«La voce energia è tornata a pesare tantissimo in questo periodo a cavallo fra 2024 e 2025, quasi ai livelli dell’inizio della guerra in Ucraina, senza contare l’aumento delle materie prime alimentari dovuto anche a costi energetici e dei carburanti – sottolinea Longobardi – . Bar pasticcerie, gelaterie, pizzerie, rosticcerie, ristoranti, panifici hanno bollette consistenti di gas e luce ed è difficile risparmiare sull’utilizzo di forni, macchinari, celle frigo, illuminazione dei locali: qualcosa si ottiene con convenzioni con fornitori di energie, efficientamento di impianti, ma si tratta di limature».
I consigli
«Incentivare, ad esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici per le imprese sarebbe invece strategico e fondamentale – sottolinea il coordinatore sindacale di Cna Livorno – ma sono investimenti il cui recupero, senza incentivi, è ancora fuori della portata per troppe imprese. Invece la realizzazione di nuovi impianti e di comunità energetiche darebbe un contributo importante alla mitigazione degli aumenti energetici, svincolando una sostanziosa parte del consumo dalle dinamiche dei mercati internazionali e dalle accise statali. Le piccole imprese italiane pagano l’energia il 40 per cento in più della media europea, il 60 per cento in più della Spagna e il 50 per cento in più della Francia. Questo perché circa la metà delle voci in bolletta sono composte da oneri e tasse».
Anche Alessandro Ciapini, direttore di Confesercenti Livorno, non nasconde la sua preoccupazione per gli effetti del caro energia. «Assistiamo al crollo della produzione industriale che, inevitabilmente, avrà effetti sui consumi e, se sommato agli aumenti delle bollette, potrebbe diventare la tempesta perfetta – conclude – . Gli interventi sono fondamentali perché, altrimenti, il rischio è di vedere la nostra economia in ginocchio con le famiglie e le aziende schiacciate dai costi energetici: viene così a crearsi un circolo vizioso che si riverbera sulle città e sui territori. Auspichiamo che il governo metta in campo degli strumenti per evitare tutto questo».
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