Camilla Sanvoisin trovata morta in casa a Roma, le indagini puntano sulla dose fatale di droga. Il fidanzato: «Era troppo forte»

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«Io sono crollato a mezzanotte, avevamo consumato droga insieme la sera prima, l’eroina. L’abbiamo sniffata, ma io dopo la prima “botta” mi sono addormentato di schianto. Strano perché non mi era mai successo. Camilla, invece, era ancora sveglia. Si deve essere sentita male perché quando alle cinque ho riaperto gli occhi, l’ho vista vicino a me sul letto che aveva dato di stomaco. Non me ne sono accorto altrimenti l’avrei aiutata. Invece…». Invece Camilla Sanvoisin, la sua compagna di dieci anni più giovane con cui condivideva una villetta all’interno di una tenuta di campagna in via Anna Foà alla Giustiniana da circa un anno e mezzo, era già morta. Quando i sanitari del 118 chiamati dallo stesso 35enne, Giacomo Celluprica, poi arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti, per la ragazza, figlia di un produttore televisivo ed esperto di comunicazioni ed eventi, non c’era più nulla da fare. «Arresto cardiocircolatorio», recita il referto del medico. Ma il sospetto degli agenti del commissariato Flaminio Nuovo è che la venticinquenne sia stata stroncata da una overdose.

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Camilla Sanvoisin trovata morta in casa a Roma, aveva 25 anni: arrestato il fidanzato

 

La perquisizione

Nell’abitazione in affitto gli investigatori hanno rinvenuto non solo dosi massicce di metadone, una trentina di boccette in più rispetto a quelle che il dottore del Servizio per le dipendenze aveva regolarmente prescritto alla coppia, ma polvere di eroina. Celluprica, pur disperato e sconvolto, ha provato a ricostruire con gli inquirenti quello che può essere accaduto nelle ore precedenti alla morte della compagna. Avrebbe ammesso di avere assunto la droga insieme a lei e di comprarne abitualmente un grammo. Che prima di sprofondare nel sonno, ne aveva lasciata di più sul tavolo. Ma al risveglio, non c’era più, anzi ne era rimasta di meno ma altrove. L’ipotesi investigativa è che la ragazza abbia continuato ad assumere la droga per conto proprio. Almeno un’altra “botta” o forse anche due. 

 

«Non era abituata»

«Camilla non era abituata a farsi di eroina e quella forse era anche troppo forte e lei non ha retto», avrebbe ricostruito Celluprica, che ha precedenti per spaccio. Una versione tutta da verificare per la Procura di Roma. Celluprica è indagato per morte in conseguenza di altro reato (l’avere ceduto la droga alla ragazza), la sua posizione è al vaglio del pm Giuseppe Bianco in attesa dell’autopsia che stabilirà con certezza la causa della morte della venticinquenne. Per la detenzione del metadone, dopo la convalida del giudice venerdì mattina in direttissima a piazzale Clodio, è stato nel frattempo rimesso in libertà. 
In pratica ora l’inchiesta dovrà capire, nel caso sia confermata l’overdose, se a stroncare il cuore di Camilla sia stata una dose fatale, oltretutto tagliata male, con sostanze tossiche. Non solo il compagno rischia di vedere aggravata la propria posizione, ma gli inquirenti dovranno identificare chi ha ceduto o portato la droga che era in casa della coppia. L’abitazione all’interno del comprensorio di via Anna Foà è stata posta sotto sequestro, così come sono stati sequestrati i cellulari che erano in casa, quello di Celluprica e della ragazza, sulle tracce dei fornitori della droga e degli ultimi contatti. 

La disperazione

La vicenda di Camilla Sanvoisin ricorda quella di Maddalena Urbani, la 21enne figlia di Carlo Urbani, il medico ricercatore che isolò per primo il virus della Sars, morta per overdose da mix di droghe nell’appartamento dello spacciatore Abdulaziz Rajab in via Vibio Mariano sulla Cassia. La ragazza – era il marzo del 2021 – era arrivata con il treno da Perugia, finendo nel covo del pusher di origine siriana, il quale, però, si guardò bene dal dare l’allarme ai soccorritori abbandonandola al suo destino. Rjab fu arrestato per omicidio colposo e tornò libero nel luglio del 2023 dopo che in Appello la sua pena era stata ridotta. 
«Sto impazzendo, ti amo amore mio, chiedo a tutti quelli che le volevano bene un pensiero per lei», ha scritto Eva, la mamma di Camilla, sui social dopo avere appreso della tragedia. La ragazza aveva abitato in una casa a pochi passi dal Pantheon in Centro, dove aveva anche frequentato le scuole. Ma con gli studi aveva cominciato a tentennare, poi l’incontro con Celluprica, allevatore e addestratore di cani, e la ricerca di pace in quell’angolo immerso nella natura appena fuori dal Raccordo.

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