Bologna, ok alla copertura del Ravone nel tratto esploso via Andrea Costa: «Ma va messo in sicurezza contro gli eventi estremi»

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di
Federica Nannetti

Posato il solaio dopo i danni dell’alluvione di ottobre. Le perplessità dei residenti che chiedevano un tombamento idraulico come quello realizzato nel negozio di via Saffi

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A distanza di quasi quattro mesi dall’alluvione dello scorso ottobre e dopo ore di preoccupazione a causa delle precipitazioni di venerdì che hanno ingrossato anche le acque del Ravone, ieri (sabato 15 febbraio) i residenti di via Andrea Costa 81 hanno potuto tirare un primo piccolo sospiro di sollievo. In mattinata sono infatti iniziati i lavori di posa del nuovo solaio nel punto divelto dalla furia del torrente, un intervento annunciato come uno dei prioritari insieme ai ripristini delle altre coperture distrutte in zona Costa-Saragozza dall’amministrazione comunale durante la prima assemblea civica con i cittadini alluvionati di fine gennaio.

Estratti detriti e fango 

A inizio febbraio, poi, la comunicazione di inizio lavori, sia in via Brizio sia in via Andrea Costa, che nel giro di qualche giorno è stata effettivamente seguita dall’apertura dei cantieri. Ora, dopo giorni di pulizia per estrarre un’infinita quantità di detriti, fango e residui vari, si è arrivati alla realizzazione del nuovo tombamento. Dopo quattro mesi passati con il torrente scoperto nell’area condominiale, senza dubbio quello di ieri ha rappresentato per i residenti — molti dei quali riuniti nel comitato Ravone Sicuro — un passo avanti, ancor più se pensato a poche ore di distanza dalle piogge che l’altro ieri hanno provocato ulteriori allagamenti in città, come in via San Mamolo, e che hanno riacceso qualche preoccupazione per un Ravone più alto della normalità.




















































La reazione dei residenti

Un passo avanti e un rispetto delle promesse da riconoscere anche all’amministrazione, tuttavia alcune perplessità nei residenti sono rimaste eccome, a partire dal tombamento di tipo igienico-sanitario. Dunque un tombamento diverso da quello idraulico realizzato nel negozio di via Saffi dopo l’alluvione del maggio 2023, non in grado — come riferito dagli stessi tecnici comunali in diverse occasioni — di contenere situazioni di emergenza analoghe a quelle di ottobre 2024 e finalizzato solo alla pubblica incolumità. «Meglio che niente» e «meglio un solaio nuovo che uno vecchio e malandato», l’idea dei residenti, che sul punto hanno più volte chiesto chiarimenti, sia durante l’assemblea civica sia durante una commissione consiliare aperta a due membri del comitato Ravone Sicuro, non ricevendo però risposte o ottenendo informazioni poco esaustive. Un tombamento idraulico, capace di contenere le conseguenze di eventi metereologici estremi, avrebbe dato più tranquillità.

Il consiglio aperto al Porto-Saragozza

Per martedì è stato convocato un consiglio aperto del quartiere Porto-Saragozza con ordine del giorno: alluvione ottobre 2024, aggiornamenti dell’amministrazione comunale e informativa sul torrente Ravone. «Porremo nuovamente la domanda» sul tombamento, ha anticipato Luca Vianelli, membro del comitato e ormai conosciuto per essere stato «l’alluvionato zero» di via Saffi, con la speranza di avere delucidazioni complete. Il Ravone e le sue griglie sono stati tra i sorvegliati speciali anche del Centro operativo comunale attivato giovedì in via precauzionale per allerta gialla per rischio idraulico e idrogeologico e ieri alcuni residenti hanno documentato come in via del Chiù, nel tratto limitrofo a via Saffi pulito lo scorso 10 febbraio, si siano di nuovo accumulati detriti, provenienti da monte. Da qui, come ribadito più volte da Vianelli, il tema della pulizia di tutto il suo corso e non solo in alcuni punti; a valle magari.

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16 febbraio 2025 ( modifica il 16 febbraio 2025 | 11:27)

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