11 film tutti da vedere: al via il Verona Mountain Film Festival

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Conto alla rovescia per la nona edizione del “Verona Mountain Film Festival”, il Festival del Veneto dedicato ad alpinismo, arrampicata ed esplorazione, in programma dal 18 al 22 febbraio all’Auditorium del palazzo della Gran Guardia. In gara 11 film, selezionati tra i 102 iscritti provenienti da 14 nazioni, che verranno proiettati durante le cinque serate del Festival presentate dal Presidente della kermesse Roberto Gualdi.
Come ogni edizione il Festival, parte integrante del Circuito “Spirit of the mountain”, promuove la montagna non solo attraverso il concorso cinematografico ma anche con musica e fotografia: 21 sono, infatti, gli scatti del Concorso Fotografico promosso dalla Fondazione Giorgio Zanotto e proiettati tutte le sere sul grande schermo.

Il 18 febbraio, serata inaugurale, si aprirà con la tradizionale esibizione del Coro Scaligero dell’Alpe del Cai di Verona; quindi, Alessandro Camagna, Presidente del Cai Verona, presenterà il programma dei festeggiamenti per il 150mo anno della sezione scaligera ed il video realizzato in occasione della celebrazione che cade proprio nel 2025.
Il Cai Verona affronterà il 19 febbraio il tema della “montagna terapia”, della “commissione medica” il 20 e, venerdì 21 febbraio, la questione “alpinismo giovanile”. Il Festival si concluderà sabato 22 febbraio con la Cerimonia di premiazione dei Concorsi cinematografico e fotografico del Festival, alla presenza degli autori delle opere e verrà proiettato il film fuori concorso “Everest senza ossigeno” di Jesper Ærø (Danimarca | 2021).

I film in concorso

Martedì 18 febbraio verranno proiettati Into the (un)known” – (42’, 2023, Nick Danielson, Spagna, sottotitoli italiano). Un viaggio nella mente di Kilian Jornet mentre affronta la sfida più dura della sua carriera: attraversare i Pirenei collegando tutte le principali vette da 3000 m in soli 8 giorni. 

I custodi dei confini – (48’, 2023, Luigi Tassi, Italia, italiano). Dalla Cresta Carnica tra Veneto e Tirolo Orientale austriaco, passando per i valichi che dividono il Bellunese dal Sudtirolo nelle Dolomiti di Sesto, alcune riflessioni portano a rianalizzare il significato del termine “confini”. Non più linee divisorie, ma aree di incontro e scambio tra varie “alterita” etnolinguistiche, etnosacrali ̀ ed etnopolitiche determinate dal tragico lascito dell’antiutopia dei nazionalismi. Ciò che per alcuni divide, la lingua, gli usi, la religione, l’appartenenza regionale o statale va in realtà visto come particolarità, ricchezza portata in dote da popolazioni che vivono contatto. Rifugi e rifugisti “di frontiera” sono i testimoni del cambio di ruolo da “guardiani” a “custodi” di un’area di nuove identità europee. 

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Mercoledì 19 febbraio sarà il turno di “The great white whale – (104’, 2023, Michael Dillon, Australia, sottotitoli italiano). In mezzo all’Oceano Antartico, a metà strada tra l’Australia e l’Africa, un vulcano innevato per cinque volte ha tentato di uccidere il gruppo che per primo ha provato a scalarlo. Eppure, ancora una volta levano l’ancora, navigando nelle acque più insidiose al mondo, questa volta con il leggendario Bill Tilman come capitano. Questa è la storia straordinaria di entrambe le spedizioni, raccontata da chi le ha vissute.

Giovedì 20 febbraio sarà la volta di Give Back – (23’, 2023, Matteo Mocellin, Italia, italiano): un documentario che esplora il mondo del soccorso in montagna attraverso racconti personali, interviste ed elementi visivi.

Open your eyes – (8’, 2023, Michael Gaddini, Italia, no dialoghi): per tutti è piacevole immergersi in un bosco ma quand’è stata l’ultima volta che ti sei immerso nella natura semplicemente ad osservare e ad ascoltare?

Monte Corno” – (72’, 2024, Luca Cococcetta, Italia, italiano) racconta l’impresa compiuta da Francesco De Marchi che, il 19 agosto del 1573, ha scalato il Corno Grande. Intrecciato alla fiction, un racconto documentaristico in cui esperti e conoscitori dell’impresa, come Vincenzo Brancadoro, Stefano Ardito, Roberto Mantovani, Hervè Barmasse e Mario Tozzi, parleranno della scalata alla vetta del Gran Sasso. 

Venerdì 21 febbraio tocca a “Abriendo Camino vol. II: Groenlandia” – (29’, 2024, Juan Miguel Ponce, Spagna, sottotitoli italiano): nel secondo capitolo del progetto “Opening Path”, il team femminile di alpiniste della FEDME intraprende una spedizione per esplorare le montagne lungo la costa orientale della Groenlandia. Protagonista il campo base autogestito che funge da epicentro strategico da cui le alpiniste pianificano ed eseguono le loro incursioni sulle vette della regione.

Altra pellicola “The icing on the cake – (20’, 2024, Alberto Collantes, Spagna, sottotitoli italiano), racconta quando nel giugno 2023, Eric de Cima e Marta Jiménez hanno completato il primo BASE jump della storia dal Torreón de Galayos nella Sierra de Gredos. Questi due parapendisti sono saliti fino al punto di uscita per saltare lungo il leggendario percorso di Teógenes. 

L’Europa in cresta” – (13’, 2024, Stefano Poletti, Svizzera, italiano). Il film documentario segue un viaggio avventuroso alla scoperta delle montagne e delle creste meno conosciute d’Europa, esplorando luoghi che la maggior parte delle persone evita o trascura. Oltre all’aspetto sportivo, il documentario esplora anche un lato spirituale in cui la montagna è luogo di concentrazione e meditazione.

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Ritorno al Breithorn” – (30’, 2024, Dario Tubaldo e Luca Cusani, Italia, italiano) Nel 2014 una valanga ha travolto Dario Tubaldo, regista e filmmaker, mentre stava girando un documentario sullo snowboard alpinismo, lasciandolo illeso. Dieci anni dopo “Ritorno al Breithorn” è la storia del viaggio di Dario verso il luogo dell’incidente per riflettere sulla montagna, i suoi rischi e la sua bellezza, accompagnato da vecchi e nuovi amici.

Piz Trovat – (25’, 2024, Stefano Poletti, Svizzera, italiano) mostra la meraviglia del Canton Grigioni. Un viaggio che il regista ha intrapreso con la compagna, un’avventura nata per caso e che si è rivelata tra le più divertenti del 2024, immersi in un paesaggio che invita alla riflessione e alla scoperta.

Anche per l’edizione 2025 l’ingresso è gratuito a testimonianza dell’attenzione che gli organizzatori riservano agli appassionati di montagna e di cinema, ai cittadini e ai turisti. Fin dalla prima edizione il Festival, infatti, è stato concepito come un dono alla città di Verona che, con una proposta di valore, completa il ricco cartellone culturale della città. Non è necessaria la prenotazione.



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