Yoav Gallant: “Il 7 ottobre fu applicata la Direttiva Hannibal” – Periscopionline.it

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A confermare le testimonianze finora sempre contestate dall’establishment israeliano ci ha pensato, nel corso di un’intervista televisiva, l’allora ministro della Difesa israeliano, poi cacciato dal premier Benjamin Netanyahu.

Nella sua prima intervista da quando si è dimesso dal governo israeliano, rilasciata al Canale 12 giovedì scorso, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant ha ammesso che il 7 ottobre all’esercito di Tel Aviv venne impartito l’ordine di eseguire la cosiddetta Direttiva Hannibal (“… il rapimento deve essere fermato con ogni mezzo, anche a costo di colpire e danneggiare le nostre stesse forze“)  contro i suoi stessi cittadini, causando numerosi morti anche tra i prigionieri oltre che tra i miliziani delle diverse organizzazioni palestinesi protagoniste del sanguinoso blitz. Ha parlato anche delle colpe di Benjamin Netanyahu e di aver saputo dell’attentato di Hamas mentre era in bicicletta. L’ordine, ha detto Gallant, venne applicato «tatticamente» ed «in certi luoghi» nei pressi di Gaza, mentre in altre circostanze non venne utilizzato.

Spiegando ai telespettatori in cosa consiste la direttiva o procedura Annibale, il giornalista Amit Segal ha spiegato che essa permette di aprire il fuoco contro degli obiettivi senza preoccuparsi dell’incolumità degli ostaggi israeliani. Eccone un estratto: “”il rapimento deve essere fermato con ogni mezzo, anche a costo di colpire e danneggiare le nostre stesse forze

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Yoav Gallant – su cui pende un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale al pari di Netanyahu – ha anche dichiarato che l’accordo con Hamas per lo scambio dei prigionieri era di fatto stato raggiunto già nell’aprile 2024, ma venne fatto saltare da Netanyahu a causa delle minacce da parte di Bezalel Smotrich (capo dell’estremista Partito Nazionale Religioso) di abbandonare l’esecutivo.

Purtroppo questi fatti vennero volutamente ignorate dal mainstream, snobbando anche le numerose inchieste pubblicate da autorevoli testate indipendenti convalidate da documenti e testimonianze di civili israeliani scampati al 7 ottobre 2023.

Già nel gennaio 2024 il quotidiano israeliano Yediot Ahronot aveva riferito che il 7 ottobre i comandi dell’esercito israeliano avevano impartito alle truppe l’ordine di eseguire la direttiva in maniera generalizzata, a costo di «mettere in pericolo la vita dei civili nella regione, compresi gli stessi prigionieri», avevano scritto i giornalisti Ronen Bergman e Yoav Zitun.

Persino il quotidiano israeliano Haaretz aveva subito avanzato seri dubbi sulla versione ufficiale del governo israeliano e, nel luglio 2024, aveva riferito che il 7 ottobre alle truppe israeliane era stato impartito l’ordine di non permettere a nessun veicolo di tornare a Gaza. Sempre a luglio 2024, anche i britannici Guardian e l’ultraconservatore Telegraph si occuparono della famigerata direttiva “Hannibal”.

Ora però l’ammissione di Gallant getta nuova luce su quanto avvenne nelle ore successive all’inizio dell’attacco palestinese contro Israele, confermando che una parte significativa delle vittime israeliane e dei lavoratori stranieri uccisi quel giorno sono da addebitare alla reazione indiscriminata e deliberata dell’esercito di Tel Aviv sulla base di una precisa direttiva degli alti comandi delle forze armate.

Secondo un bilancio ufficiale pubblicato il mese scorso, solo il 7 ottobre l’esercito israeliano ha utilizzato contro i combattenti che avevano sconfinato 11.000 proiettili, 500 bombe da una tonnellata e 180 missili.

Ovviamente tutti gli opinion maker sionisti, complici più noti dei criminali sionisti, tacciono di fronte a queste notizie insieme a tutto il sistema mediatico complice del genocidio del popolo palestinese.

Di seguito linkiamo tutte le inchieste indipendenti, immediatamente successive al 7 ottobre 2023, pubblicate da Contropiano.org, InfoPal e La Luce che narrano un’altra vicenda rispetto a quella sposata dal mainstream proprio sugli accadimenti del 7 ottobre 2023:

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In copertina: Yoav Gallant, foto FMT.com, licenza Creative Commons



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