Sicurezza e diritti, protesta in piazza Stazione

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Manifestazione a Pisa contro il ddl Sicurezza e le zone rosse, “Non cederemo sulle libertà fondamentali, non ci faremo intimidire”

PISA — Una piazza per dire no al ddl Sicurezza e alle zone rosse. Venerdì 14 febbraio la piazza della Stazione di Pisa si è riempita di voci e testimonianze per ribadire che “Un’altra sicurezza è possibile”. Una manifestazione partecipata e corale, promossa da numerose associazioni, sindacati, collettivi e forze politiche, per chiedere il ritiro di un provvedimento definito “eversivo e in aperto contrasto con i principi contenuti nella nostra Costituzione”.

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I confini della zona rossa istituita dal prefetto su richiesta del sindaco leghista Michele Conti, che interessa proprio l’area della stazione, sono stati indicati come “zone in cui i diritti si possono lasciare fuori, in balia di decisioni arbitrarie, discrezionali e discriminatorie delle forze armate che presidiano il territorio”.

Dal microfono, le parole di inclusione e integrazione di Unità Migranti hanno portato la voce di chi vive e lavora quotidianamente nel quartiere e subisce “la desertificazione e il calo di avventori”, come denunciato dai commercianti. A fianco, i sindacati degli inquilini e dei lavoratori hanno ribadito “l’urgenza di lottare per l’affermazione di diritti basilari come quello ad una casa e ad un lavoro dignitoso”.

La Casa della Donna ha sottolineato come “la sicurezza si possa ottenere mediante lo sviluppo di una cultura del rispetto delle differenze”. I collettivi studenteschi hanno difeso “l’importanza delle piazze pubbliche come luogo di incontro e socialità”.

Il contributo della Camera Penale di Pisa ha definito il ddl “di matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria”. L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) ha parlato di “profili di incostituzionalità del provvedimento”.

Amnesty International ha ricordato l’importanza di “proteggere tutte le proteste”, mentre Un Ponte Per ha denunciato il rischio che “anche la resistenza passiva, come sedersi a terra, venga punita con pene sempre più severe”.

Presenti anche Rifondazione Comunista e Una città in comune, che hanno annunciato due mozioni in consiglio comunale per chiedere “la cancellazione della zona rossa e il ritiro del ddl Sicurezza”.

I promotori hanno poi lanciato l’appuntamento del 22 febbraio, quando la città tornerà in piazza ad un anno dalla carica della polizia sugli studenti che manifestavano per la Palestina. “Non ci faremo intimidire, saremo sempre in piazza contro le ingiustizie e per i diritti di tutti e tutte”, l’impegno ribadito a chiusura della giornata.

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All’iniziativa hanno aderito numerose realtà associative, sindacali, politiche e collettivi del territorio pisano. Tra queste Africa Insieme, Amnesty International – Gruppo di Pisa, Arci Pisa, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, l’Assemblea Precaria Universitaria di Pisa, il Cantiere San Bernardo, la Casa della Donna di Pisa, Chicco di Senape – Bottega del Mondo, Cobas Pisa, il Collettivo Artistico Russoli, il Collettivo Buonarroti, Cub Pisa, El Comedor Estudiantil Giordano Liva, Emergency – Gruppo Pisa, Exploit, Extinction Rebellion Pisa, Giovani Comunisti Pisa, Greenpeace – Gruppo Locale Pisa, Fiom Pisa, Legambiente Pisa, la Piattaforma Soluzioni Abitative, Pinkriot Arcigay Pisa, il Presidio Libera Pisa “Giancarlo Siani”, Rifondazione Comunista Pisa, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Pisa, Sinistra Per, Unione Giovani di Sinistra Pisa, Una città in comune, Unione Inquilini Pisa, Unità Migranti e Un Ponte Per – Comitato Toscano.





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