Quell’amore viscerale di Matteo Salvini per i condoni fiscali

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Umberto Baldo

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Cosa facevano gli imperatori romani per recuperare il consenso perduto quando percepivano che per qualsivoglia motivo il popolo non era contento del loro operato?

Indicevano un lungo periodo di giochi del circo, fra corse di bighe, ludi gladiatori e quant’altro.  Il tutto a spese dello Stato, le cui finanze anche per questo motivo col tempo cominciarono a traballare.

Questa pratica, passata alla storia con il nome di “panem et circenses”, prevedeva oltre agli spettacoli (circenses) regolari distribuzioni di grano (panem), a volte integrate con elargizioni in denaro.

Bene o male la politica da allora si è sempre attenuta a questa regola non scritta, certo cambiando e affinando le modalità, ma non scordate mai che il segreto, l’intima essenza del potere, è quella di poter distribuire soldi. 

Uno dei maitre a penser di questa prassi politica a mio avviso è Matteo Salvini.

In realtà la sua visione del “panem” non è a 360 gradi come ci si aspetterebbe da un politico “nazionale”, ma si limita ad alcuni segmenti della società italiana.

Inutile nascondere che da qualche tempo la sua Lega dal punto di vista elettorale arranca un po’, e dai fasti del 34% del Papeete si trova adesso a contendersi qualche decimale con Forza Italia di Tajani. 

Sicuramente non è una posizione gradita per il Capitano, che oltre al calo elettorale comincia ad avere qualche problemino al Nord sia per il blocco di fatto della Riforma dell’Autonomia, sia per una rinascita fra iscritti ed elettori della “questione settentrionale”, che fu poi il motivo vero per cui nacque la Lega “bossiana”.

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Per di più, complice anche la visione differente con la premier in politica estera (più filo Trump la Meloni, più filo Putin Salvini), il nostro eroe sembrerebbe voler rispolverare l’atteggiamento “movimentista” che aveva già sperimentato con altri Governi.

Chiaro che per uscire da questo stallo serve un bel colpo di reni, un’idea capace da un lato di mettere in imbarazzo la Meloni, e dall’altro mostrare ad un settore ben preciso della società italiana che il vero difensore dei suoi interessi è la Lega e non Fratelli d’Italia. 

Quindi, cosa c’è di meglio di un ulteriore condono fiscale?

Salvini evidentemente è convinto che un condono è come un diamante per una donna; funziona sempre.

E quindi via con la proposta di un’ennesima rottamazione delle cartelle esattoriali.

In fondo, come ho letto in qualche dichiarazione dei leghisti, la “Pace fiscale” non fa parte del programma di Governo?     

E allora dove starebbe il problema?

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L’idea è quella di avviare una ulteriore rottamazione delle cartelle esattoriali. 

Con una novità, però: l’operazione dovrà essere di quelle che non si dimenticano, ossia 120 rate in dieci anni, senza sanzioni e senza interessi. 

L’obiettivo, lo ha spiegato lo stesso Vicepremier, è quello di “aiutare milioni di italiani onesti in difficoltà” (sic!).

Sarebbe facile stroncare come “inopportuna”, e per quanto mi riguarda anche immorale,  questa iniziativa chiaramente finalizzata a lisciare il pelo agli evasori fiscali, fra l’altro in una fase in cui si sta pensando ad una Commissione incaricata di analizzare il “magazzino della riscossione”, pari a 1.275 miliardi (sic!) e proporre soluzioni per evitare l’ulteriore accumulo di crediti non riscossi.

Ma come accennavo, se il tuo obiettivo è quello di recuperare consensi, sei disposto a passare sopra a tutte le obiezioni possibili.

E vediamola qualche obiezione.

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Salvini parla, come abbiamo visto, di “aiutare milioni di italiani onesti in difficoltà”.

Bene, però mi deve spiegare con chiarezza come si distinguono gli onesti che non pagano perché in oggettiva difficoltà, dai disonesti che non pagano perché non vogliono pagare, e preferiscono vivere sulle spalle di coloro che invece le tasse le pagano.

Qualunque risposta vi venga data prendetela con le molle, perché il mitico Isee non è sufficiente, e spesso succede di vedere gente che fa la bella vita ma poi è esente dai ticket sanitari.

Quindi, il rischio è quello di concedere la rottamazione ai tanti, troppi, furbetti che abitano nel nostro Belpaese.

Seconda obiezione. 

Ma se si vanno a premiare evasori ed elusori, spesso incalliti, cosa c’è per tutti gli onesti che, magari con qualche difficoltà, hanno sempre assolto il proprio debito con l’Erario?

Il solito bel calcio sui cog….ni, con l’aggiunta che devono farsi carico anche degli ulteriori costi della rottamazione?

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Già perché, nella sua foga “pacifista”, il Vicepremier Salvini dimentica di dire che non esistono pasti gratis, e che questa “operazione” costerebbe qualcosa come 5 miliardi.

E questo è il vero motivo per cui questa proposta sta, almeno in questa prima fase, trovando l’opposizione del Ministero dell’Economia.

Il perché è evidente. Lo spread ed i Bpt vanno bene grazie alla politica moderata ed attenta alla gestione del debito voluta da Giorgetti e Meloni.

Come sarebbe letta degli analisti la nuova “pace fiscale” in salsa salviniana?  Non credo applaudirebbero!

Ed oltre a questi motivi di prudenza, credo non possa essere trascurato l’aspetto dell’opportunità politica di una tale scelta.

La metto giù brutalmente.  

Perché lo Stato dovrebbe premiare con un ulteriore condono gli evasori, e non impiegare qui miliardi per abbassare  ad esempio l’aliquota centrale per i kulaki del ceto medio che tengono in piedi questo Paese? 

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O magari impiegare quelle somme considerevoli in investimenti, magari nella sanità?

Per far contento Salvini, permettendogli di dimostrare che l’unico vero difensore degli “onesti che non pagano le tasse” è la Lega?

Spero che Giorgia Meloni non acconsenta a questa ulteriore “porcata”  a danno degli italiani perbene ed onesti.

Per concludere mi sento di fare un’ultima osservazione.

Credo sia ormai evidente che quello dei condoni è un malcostume di una classe politica non all’altezza del proprio compito.

Qual è infatti la strategia che sta dietro alla “pace fiscale”?

Fatto il condono, tutto a posto? 

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Fine degli evasori?     

L’esperienza negli anni ha dimostrato tutto il contrario. 

Perché l’evasione per certi italiani è una filosofia di vita, spesso giustificata con il fatto che la pressione fiscale è troppo elevata. 

Morale della favola: anche dopo il condono chi finora ha evaso continuerà a farlo nella speranza di non incappare in controlli, speranza ben fondata visto che il mantra del Governo è quello del “Fisco amico” (sempre dei soliti noti però!)

Con una ulteriore aggravante; quella che chi finora magari di malavoglia ha pagato, di fronte alla politica “assolutoria” dei Governi, potrebbe essere tentato di passare dalla categoria dei “fessi” che pagano, a quella di “furbi” che evadono impunemente.

Ma purtroppo so già che tutte queste considerazioni, che io giudico di buon senso, non hanno alcun valore di fronte a leader il cui unico obiettivo è quello di granellare qualche voto in più, costi quel che costi.

Senza tener nel dovuto conto che la gente non è, come forse credono, del tutto stupida, e di fronte ad una tale palese e smaccata “predilezione” per chi sfugge all’obbligo fiscale, può essere che gli elettori (sempre meno) che finora hanno votato Lega scelgano di cambiare cavallo.

Umberto Baldo





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