Nuove truffe segnalate dall’Agenzia delle Entrate: riguardano le criptovalute e il trading online. Un esempio di come funzionano
L’Agenzia delle Entrate ha segnalato nuove truffe a tema criptovalute e trading online.
Le false email e comunicazioni hanno l’obiettivo di ottenere soldi dal pagamento di presunte imposte da versare.
Nelle comunicazioni sono riportati importi, prospetti di calcolo e richieste di pagamenti anticipati per presunti obblighi (inesistenti) sulle percentuali degli importi da accreditare.
Lo schema non si limita all’invio di email. Un esempio delle comunicazioni e come comportarsi.
Criptovalute, come funzionano le nuove truffe? Un esempio
L’Agenzia delle Entrate mette in guardia sui tentativi di truffa relativi alle operazioni di trading online e alle criptovalute.
Il nuovo tentativo, comunicato sul portale istituzionale il 14 febbraio, si aggiunge a quelli già segnalati in precedenza.
Nelle false comunicazioni vengono segnalati alcuni elementi:
- importi casuali elevati;
- prospetti di calcolo delle imposte fissate dallo Stato italiano;
- eventuali richieste di pagamento anticipato obbligatorio di una percentuale dell’importo da accreditare.
Ovviamente si tratta di informazioni false, inserite con lo scopo di ottenere pagamenti di somme o dati rilevanti dei contribuenti.
Le comunicazioni sfruttano la credibilità istituzionale dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, inserendo i relativi loghi e firme false.
Sul portale dell’Amministrazione finanziaria è presente anche un esempio di falsa email, riportata di seguito.
Tra gli elementi per favorire la buona riuscita della truffa ci sono l’indicazione di una scadenza stringente e di sanzioni e interessi da versare per presunte imposte da pagare.
Nella comunicazione sono inoltre specificate le modalità di pagamento: dal bonifico bancario al versamento diretto dal portafoglio delle criptovalute.
I tentativi di truffa prevedono, in alcuni casi, anche l’invio di documenti falsi che possono contenere i seguenti elementi:
- loghi e timbri di Agenzia Entrate o Agenzia Entrate – Riscossione;
- prospetti di calcolo e finte cartelle esattoriali;
- firme di figure apicali, anche di altre Amministrazioni;
- errori grammaticali, di punteggiatura e omissioni nel testo;
- minacce di coinvolgimento di un ente preposto al recupero crediti o iscrizione al ruolo;
- Imposizione di scadenze impellenti e senso d’urgenza generale.
Oltre alle comunicazioni elettroniche i contribuenti potrebbero ricevere anche chiamate telefoniche, provenienti sia da numeri italiani che esteri (ad esempio con prefisso +44).
L’Amministrazione finanziaria invita a prestare particolare attenzione e a seguire pochi e semplici consigli per non cadere nelle truffe.
Criptovalute e trading online: cosa fare se si ricevono comunicazioni sospette
Nel caso in cui i contribuenti ricevessero comunicazioni sospette l’Agenzia delle Entrate raccomanda di prestare la massima attenzione.
Nel caso in cui si ricevessero email o documenti simili a quelli descritti nel portale istituzionale i consigli da seguire sono:
- non cliccare su eventuali link presenti nelle comunicazioni;
- non scaricare, aprire e compilare eventuali allegati;
- non fornire credenziali d’accesso, dati personali o coordinate bancarie.
Tale consiglio deve essere tenuto in considerazione soprattutto nel caso di eventuali telefonate legate. In tale eventualità si consiglia di non ricontattare il numero da cui proviene la chiamata.
Come riportato nella notizia pubblicata sul portale istituzionale dell’Amministrazione finanziaria:
“L’Agenzia delle Entrate disconosce questa tipologia di comunicazioni, rispetto alle quali si dichiara totalmente estranea. In caso di dubbi sulla veridicità di un messaggio ricevuto dall’Agenzia, è sempre preferibile verificare se si tratta di una casistica di phishing nota, consultando la pagina “Focus sul phishing” del sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate, rivolgersi ai contatti reperibili sul portale istituzionale www.agenziaentrate.gov.it o direttamente all’Ufficio territorialmente competente.”
Nel portale istituzionale sono presenti anche esempi di precedenti tentativi di truffe o di furto di dati, che sfruttano sia la credibilità dell’istituzione e la complessità di misure di natura fiscale, quale ad esempio le regole sulla tassazione delle criptovalute.
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