Milano-Cortina 2026, serve più trasparenza

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A un anno dall’avvio delle Olimpiadi invernali, Open Olympics fa il punto sulle informazioni messe a disposizione da Simico sui cantieri, mette in guardia sui costi e chiede alla Fondazione un portale per il monitoraggio: “Se qualcosa va storto paghiamo tutte e tutti noi, con risorse pubbliche”

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Redazione
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14 febbraio 2025

C’è ancora molto da fare per la trasparenza delle Olimpiadi invernali del 2026 in Italia, a un anno dal loro inizio. Molto da fare per capire quanti soldi siano in ballo e come vengano spesi. Se la Società Milano-Cortina (Simico, società pubblica costituita da ministeri ed enti locali) ha accolto le richieste della campagna Open Olympics 2026 ed è possibile monitorare una parte dei lavori, “occorre un passo in più da parte degli enti territoriali e locali, così come di Anas S.p.A. e altri soggetti attuatori coinvolti, affinché venga garantita piena rendicontabilità anche su queste altre opere”. E serve trasparenza anche sulle spese di organizzazione della kermesse, in capo alla Fondazione Milano Cortina 2026, perché se ci sarà un buco nei bilanci, saranno gli enti pubblici e lo Stato a ripianare con i soldi dei contribuenti italiani. Lo si legge nel secondo report della rete di associazioni impegnate nel monitoraggio civico sull’utilizzo dei fondi per i Giochi e per le opere connesse, ma anche sull’impatto ambientale.

Olimpiadi Cortina, al via la campagna di monitoraggio

Il punto sui lavori in corso per Milano-Cortina 2026

Sono cento le opere da realizzare previste nel decreto del consiglio dei ministri del 2023 e nelle sue integrazioni successive. Sul portale di Simico destinato alla trasparenza, avviato a ottobre dopo le richieste delle associazioni di Open Olympics e aggiornato ogni 45 giorni, si possono ottenere informazioni su 94 lavori (ne mancano quindi sei).

Del totale, 30 opere riguardano effettivamente i giochi invernali, come l’impianto di innevamento a Livigno, la sistemazione dei tracciati di gara a Bormio, la riqualificazione della pista di bob a Cortina o i lavori del Cortina Olympic Stadium, per citarne alcuni.

Quaranta sono invece legate a infrastrutture stradali e ferroviarie (ma soprattutto stradali, per il 70 per cento, mentre la rimanente parte è destinata al trasporto pubblico) e 24 sono catalogate come opere di altro tipo. Sono opere che vengono etichettate come “legacy”, cioè come “eredità” lasciata dalla rassegna ai territori dopo la conclusione delle gare.

I costi delle opere per Milano-Cortina 2026

Dunque, la maggior parte dei lavori da effettuare non riguarda le Olimpiadi invernali. Lo si nota anche sul piano economico: “La spesa destinata alle opere stradali/ferroviarie è superiore di 5,6 volte rispetto a quella destinata alle opere essenziali per l’evento olimpico”, sottolineano le associazioni aderenti al progetto. I costi delle opere legate all’evento olimpico sono circa 440 milioni di euro, mentre quelle per le infrastrutture destinate a rimanere sono quasi 2,45 miliardi.

In totale, i costi finora preventivati ammontano a 3,83 miliardi di euro (corrispondenti, reputano gli autori del rapporto, alle basi delle gare d’appalto), ma le leggi di Bilancio del 2020 e del 2022 avevano previsto uno stanziamento di 3,19 miliardi di euro. “Come verrà coperta la differenza?”, si legge nel rapporto.

Le organizzazioni di Open Olympics 2026 chiedono uno sforzo maggiore nella rendicontazione dei costi perché “il portale di Simico al momento riporta un valore unico, circa la spesa messa a base d’asta” e perché al momento non si riesce a capire chi stia pagando, se il pubblico o i privati. “Ci auguriamo che vengano presto aggiunte due voci sul contrattualizzato e sulla spesa effettiva a conclusione dell’opera”.

Leggi il rapporto di Open Olympics 2026

Lo stato dei lavori

Soltanto sei opere (delle 94) sono concluse. 40 sono in fase di realizzazione, altre 40 in fase di progettazione e otto in fase di gara. Andando a spulciare meglio le informazioni, si scopre che 59 opere (legate soprattutto alle infrastrutture) saranno concluse genericamente entro il 4 febbraio 2026, ovvero due giorni prima dell’inizio della kermesse olimpica. E le altre? La scadenza è fissata a giochi conclusi, “in un arco temporale che va da aprile 2026 a luglio 2032”.

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Olimpiadi Cortina 2026, Giochi invernali e trasparenti

Mancano dati sull’impatto ambientale

“I dati evidenziano come la maggior parte delle opere non sia stata sottoposta alle valutazioni ambientali, di fatto largamente bypassate grazie ai commissariamenti straordinari”

Le associazioni denunciano però la mancanza di informazioni legate all’impatto che le opere delle Olimpiadi avranno sull’ambiente: “I dati evidenziano come la maggior parte delle opere non sia stata sottoposta alle valutazioni ambientali, di fatto largamente bypassate grazie ai commissariamenti straordinari”. Servono informazioni, perché a poco vale citare le cifre degli alberi piantumati per compensare quelli tagliati. Sarebbero utili, ad esempio, dati sull’impronta di CO2 (“carbon footprint”): “In alcune interlocuzioni pubbliche Simico ha detto che sta lavorando affinché il portale contenga quest’informazioni in futuri aggiornamenti”, annotano fiduciosi i promotori della campagna, che però temono che la fretta di chiudere i 59 cantieri da terminare entro l’avvio delle Olimpiadi invernali possa avere effetti nefasti sull’ambiente e sulla tutela della sicurezza dei lavoratori.

L’impegno della campagna Open Olympics 2026

“Faremo in modo che il portale Open Milano Cortina 2026 restituisca dati sempre più completi, organici, utili”, affermano le associazioni aderenti alla campagna. L’obiettivo è pubblicare sul portale tutti i dati contenuti nel piano delle opere (del Dpcm 2023) e di tutti quei progetti che, pur non inseriti nella lista, “fanno riferimento ai Giochi invernali, presenti sul portale di Anac o negli atti autorizzativi (determine o delibere) degli enti”.

Un’arma in più per i cittadini: il monitoraggio civico

Il capitolo sulla Fondazione Milano Cortina 2026: serve un portale per la trasparenza

“Se qualcosa va storto paghiamo tutte e tutti noi, con risorse pubbliche”

La campagna vuole anche sollevare l’attenzione sull’utilizzo delle risorse pubbliche destinate alla Fondazione Milano Cortina 2026 per l’organizzazione e la promozione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026, che potrebbero costare 1,6 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale di 1,3 miliardi. È una “cifra che Fondazione Milano Cortina 2026 è chiamata a trovare mettendo insieme investimenti privati, sponsor, vendita di biglietti, attività di promozione…”, ma che se non sarà coperta dovrà essere ripianata dagli enti locali e dallo Stato italiano.

Le associazioni che aderiscono a Open Olympics 206 sono già in allarme. L’ultimo documento societario pubblicato, il Financial statement aggiornato al 31 dicembre 2023 “riporta come, a quella data, la Fondazione abbia un deficit patrimoniale pari a poco meno di 108 milioni di euro”. E nel bilancio di esercizio “si legge un richiamo di responsabilità degli ‘Enti Territoriali partecipanti coinvolti nel programma olimpico e paralimpico (Regione Lombardia, Regione del Veneto, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Comune di Milano, Comune di Cortina d’Ampezzo), relativi alla copertura dell’eventuale deficit della Fondazione, nonché dalla garanzia prestata dallo Stato italiano (art. 4 della Legge Olimpica)’”. La sintesi di Open Olympics è chiara: “Se qualcosa va storto paghiamo tutte e tutti noi, con risorse pubbliche”.

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Per questo “crediamo che la sola ipotesi di un deficit sulle spalle del pubblico basti di per sé a spronare la Fondazione a garantire un ‘di più di trasparenza’, riportando un dettaglio di come sia utilizzata ogni singola risorsa e secondo quali criteri si sta decidendo di spendere all’interno di Fondazione. Al tempo stesso, chiediamo di sapere in dettaglio quali siano le fonti di finanziamento e sponsorizzazioni private trovate finora dalla Fondazione che dovrebbero dare garanzia dal rischio di un’eventuale spesa pubblica, così come, d’ora in avanti, lo stato della vendita dei biglietti”. Così Open Olympics chiede alla Fondazione Milano Cortina 2026 si creare “un portale che ricalchi quello di Simico S.p.A. quanto ad accessibilità, completezza, aggiornamento e facilità di fruizione del dato”.

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