Ripartire. Riprendere un cammino che non s’è interrotto, ma rallentato. Un rallentamento che ha consentito all’Inter di ridurre lo svantaggio dal Napoli da quattro punti a uno. È un week-end di sfide delicate per la capolista come per la sua prima antagonista, entrambe impegnate fuori casa: il Napoli oggi sul campo della Lazio, l’Inter domani su quello della Juve. Trappole per Conte e Inzaghi, aspettando lo scontro diretto di inizio marzo. Il Napoli ha perso l’ultima di quattro partite contro la Lazio l’8 dicembre, poi sette vittorie e due pareggi, quelli subiti in rimonta contro Roma e Udinese. Domenica scorsa si sono visti gli azzurri affaticati: giocare una partita a settimana non significa avere calciatori freschi come rose, soprattutto se a giocare sono sempre gli stessi. Il Napoli è apparso in difficoltà in attacco, nei secondi tempi contro Roma e Udinese non vi sono state ispirate conclusioni. E oggi è atteso da un obbligato cambiamento, a causa degli infortuni che hanno falcidiato la catena di sinistra.
Si torna al 3-5-2. Conte cambia modulo e deve subito ritrovare subito l’anima del vero Napoli, quello così aggressivo da piazzare spesso giocate vincenti nei finali di partita, alla pari del suo avversario di oggi, l’ex compagno dei tempi leccesi Baroni, che vuole difendere l’assalto della Juve al quarto posto. È un momento non agevole ma può essere superato con lo slancio dei giorni migliori, con un gioco efficace e un pieno di entusiasmo, con quella macchina da gol che va riattivata da Lukaku e Raspadori, che non gioca da fine agosto una partita da titolare e che deve affrontare questi 90 minuti con la carica di chi vuole ritagliarsi un ruolo da protagonista. La Lazio di Baroni ha vinto due partite su due (Coppa e campionato) contro gli azzurri. Ma è superabile con la compattezza difensiva che Conte era riuscito a creare – previsto il rientro di Buongiorno – e con un passo più agile rispetto alle ultime due gare. Vi sono stati errori individuali a determinare i gol di Roma e Udinese ma complessivamente la squadra è apparsa sotto tono.
Il tecnico ha chiuso il capitolo mercato, così come si fa con un libro che si mette in libreria. Adesso c’è da affrontare la gestione del finale di una stagione che ha scatenato gli entusiasmi e che vede il Napoli, con merito, al primo posto. Può difenderlo se riprenderà a correre e se ci crederà fino in fondo. Conte lo ha messo al riparo dagli eccessi di responsabilità, evidenziando che De Laurentiis ha chiesto a lui il ritorno in Europa e che l’Europa è anche un posto in Conference League. Ma questa poteva essere l’aspirazione del Napoli della scorsa stagione. Conte ha avuto la capacità di recuperare la personalità dei campioni del 2023 e di abbinarla alle qualità dei giocatori presi in estate: tale mix ha fatto sì che la squadra fosse quasi subito protagonista. È possibile che, come ha detto il vecchio capitano Bruscolotti a Radio Kiss Kiss, la squadra sia più avanti rispetto ai piani della società. Ciò non vuol dire che ci si possa “accontentare” della Conference. Proprio Conte ha dichiarato che mai ha firmato per obiettivi minimi nella sua carriera. Capello, altro allenatore pluridecorato, ha definito così il potere di Antonio nel programma “L’uomo della domenica” di Sky: «Sa trasmettere alla squadra quella voglia di vincere, di superarsi che nella testa dei giocatori, dei tifosi, può davvero portare allo scudetto». Non sono due pareggi, accolti con perplessità al momento eccessive, a determinare un brusco cambiamento di rotta. E, a proposito di rotte, il comandante Antonio – uomo di mare – ha adoperato nuovamente la metafora sulla squadra-nave da condurre in porto: ha spesso navigato, grazie ai suoi risultati, in acque tranquille ma non teme le burrasche.
Più fattori possono incidere sugli ultimi 14 atti della volata scudetto, tra i più importanti ci sono gli arbitraggi. Su Massa e Mariani, designati per i big match di Roma e Torino, è in particolare puntata l’attenzione specie dopo l’intervento del presidente dell’Aia, Zappi, che ha espresso insoddisfazione per quanto accaduto nelle ultime settimane e aperto la porta a modifiche del regolamento Var. I tempi non saranno brevi, ammesso che l’Ifab (l’organo che decide sulle regole del calcio) sia propenso per un cambiamento. E allora, considerando i limiti del protocollo Var, occorrerà la massima concentrazione in campo per evitare clamorosi errori e ulteriori polemiche. Sembra di capire – si ascolti Gasperini dopo la partita di Champions persa dall’Atalanta per un rigore inventato («Forse dall’Italia, con le incertezze sul Var, stiamo contagiando l’Europa») – che di questi arbitri si fidino sempre meno allenatori e giocatori: ma c’è qualcuno che può fischiare un’espulsione contro di essi?
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link