La Voce Cosentina – Nicola Gratteri, Procuratore della Procura di Napoli, “offuscata la libertà di stampa, la democrazia sempre più a rischio”

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Le ultime riforme che hanno praticamente disintegrato la libertà di stampa sono passate sotto silenzio in una stagione civile e sociale caratterizzata dal quel triste fenomeno che prelude e funge da apripista alla fine della democrazia e all’avvento di forme oligarchiche e autoritarie.


Quella triste decadenza sociale dove i valori non esistono più e dove “il sonno della ragione genera mostri“, tanto per citare una incisione ad opera del celebre artista Francisco Goya del 1797 nella quale l’artista intendeva denunciare i vizi della società spagnola del suo tempo e l’epoca della crudele e sanguinaria “Santa Inquisizione” e continue guerre di dominazione.

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L’Incisione di Francisco Goya con la scritta ” il Sonno della ragione genera mostri” del 1797

 

A denunciare con veemenza e con la solita schiettezza e per l’ennesima volta l’attuale Procuratore Capo di Napoli, dott. Nicola Gratteri, già Procuratore capo a Catanzaro e voce autorevole della lotta contro lo strapotere della criminalità e dell’organizzazione più potente, al ‘ndrangheta, da tempo una potentissima holding internazionale.

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( nella foto di apertura il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Napoli, dott. Nicola Gratteri in un convegno sulla legalità di qualche tempo fa )

Nell’occasione di una sua presenza a Casa sanremo per  Next Gen Legality, il procuratore Nicola Gratteri, evidenziando come la Liguria sia stata la prima regione del Nord dove si è insediata la ‘ndrangheta imprenditrice, e discutendo dello strapotere economico dell’organizzazione criminale di origine calabrese ma oramai stabilmente insediata da decenni al Nord conquistando notevolissimi spazi nell’economia italiana e in particolare in Lombardia, ha anche discusso delle recenti riforma che hanno praticamente imbavagliato i giornalisti.

Le riforme che hanno riguardato i giornalisti  – ha affermato Nicola Gratteri sono state molto dure. Per chi fa cronaca nera, ormai è quasi impossibile fare il proprio mestiere. Fare il sunto, l’estratto di un’ordinanza di custodia cautelare è difficile ma soprattutto pericoloso.

Gli editori li ho visti poco preoccupati di queste riforme, non ho visto i giornalisti scioperare”.
E su questo il Procuratore Gratteri ha centrato il problema considerando che gli editori sono legati a filo doppio con il potere politico e che i giornalisti, vivendo in uno stato di precarietà eterna, sono troppo deboli per far sentire la loro voce.

Infatti lo stesso Procuratore Capo di Napoli ha affermato anche che “Nel campo del giornalismo c’è troppo precariato. Uno si ribella e cinque sono pronti a prendere il suo posto. Un lavoro bellissimo ma davvero difficile“.

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Un grande Maestro del giornalismo, Indro Montanelli soleva affermare in più occasioni che il vero ruolo del Giornalismo è quello di essere “il cane da guardia della Democrazia” e che la “Libertà di Stampa è alla base di un Paese che vuole ritenersi democratico“.

Oggi non vi è più, dopo l’approvazione della famigerata “Legge Bavaglio”, la possibilità di esercitare il ruolo di “cane da guardia del giornalismo”.

In poche parole il vero giornalismo è defunto, è deceduto, si è estinto senza che nessuno abbia mosso un ciglio.

Nella gioia del potere che per come ha affermato Nicola Gratteri “da sempre chiunque è al potere non vuole essere controllato“.

Frase che riassume l’eterna lotta fra il potere politico e il giornalismo d’inchiesta con la vittoria della classe politica che con il Governo Meloni ha realizzato uno dei sogni del defunto Silvio Berlusconi e uno dei fondamentali progetti contenuti nel “Piano di Rinascita Democratica” sequestrato dalle Autorità Giudiziarie nel luglio 1982 e ideato da Licio Gelli, fondatore dell’allora potentissima Loggia P2.

In un Paese dove la corruzione dilaga ed è sempre più impunita, dove lo strapotere delle organizzazioni criminali è praticamente immenso, dove non vi sono più anticorpi sociali e civili e dove la libertà di stampa non esiste più.

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Tutte le condizioni per annichilire la magistratura al potere politico, concepire riforme che tendono a creare l’uomo forte e solo al comando e che sono da preludio per nuove forme di autoritarismo e potere oligarchico.

Certamente non potranno ritornare in vita forme di dittatura del ‘900 anche perchè la storia non si ripete, ma non è detto che la conquista della democrazia e della libertà sia eterna.

Sono conquiste che si conservano con la libertà e la civiltà,

Se si perde la libertà e la civiltà, si possono aprire scenari ad oggi impensabili.

Questo è il rischio di oggi nella inconsapevolezza di tutti e soprattutto del popolo al quale basta, per come dicevano i latini, “Panem et Circenses”, “Pane e giochi circensi”, che oggi si possono definire come “il minimo per sopravvivere, canzoni e canzonette e il calcio negli Stadi”.

Il Procuratore Nicola Gratteri non perde occasione per lanciare allarmi ma nessuno lo ascolta.

Sperando che non sia già troppo tardi per poter sperare che non si perda il valore della Democrazia e della Libertà, per le quali tanti italiani sono morti nei tempi passati.

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Sperando anche che non siano morti invano.

Redazione





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