Il futuro del trasporto marittimo sta affrontando una sfida senza precedenti. Con la crescente attenzione verso le problematiche ambientali, la comunità internazionale si sta impegnando per decarbonizzare un settore che, purtroppo, ha un impatto significativo sulle emissioni globali di gas serra. In vista della prossima riunione del gruppo di lavoro sui gas serra dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), in programma la settimana prossima (ISWG-GHG 18), l’industria marittima e le istituzioni internazionali si trovano di fronte a un momento cruciale. L’obiettivo è ambizioso: ridurre le emissioni di carbonio nel trasporto marittimo entro il 2050, con il fine ultimo di garantire la sostenibilità e la resilienza del settore.
Con l’appuntamento della IMO del prossimo mese, il mondo marittimo è chiamato a fare un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità, consapevole che la decarbonizzazione del trasporto marittimo è non solo una necessità ambientale, ma anche una grande opportunità economica per il futuro.
Un sistema di incentivi e responsabilità
In tale contesto, il Segretario Generale della Camera di Commercio Internazionale (ICC), Guy Platten, ha recentemente espresso un messaggio di speranza e ottimismo, sottolineando i progressi compiuti verso la creazione di un sistema equo e trasparente per la decarbonizzazione del trasporto marittimo. In particolare, Platten ha evidenziato come 51 co-sponsor, tra cui la Commissione Europea e l’International Chamber of Shipping (ICS), abbiano recentemente presentato una proposta congiunta. Questa proposta mira a stabilire un testo normativo che preveda la creazione di un meccanismo di fissazione del prezzo dei gas serra, fondato su un sistema di imposte.
Il principio alla base di questa iniziativa è chiaro: le navi dovranno contribuire annualmente, versando un contributo per ogni tonnellata di CO2 equivalente emessa. Questi fondi saranno destinati a un “Fondo per l’attuazione della strategia sui gas serra” dell’IMO, con l’obiettivo di finanziare soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni. La proposta, se approvata, stabilirebbe un sistema di responsabilità in cui gli operatori marittimi sono incentivati a ridurre le loro emissioni, mentre i fondi raccolti potrebbero essere reinvestiti in tecnologie e pratiche ecologiche.
Un passo decisivo per la Blu Economy
La discussione in corso all’interno della IMO rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione di un’economia blu sostenibile. La Blu Economy è un modello di sviluppo che punta a coniugare l’espansione delle attività economiche legate al mare con la tutela ambientale e la conservazione delle risorse marine. Il trasporto marittimo, come parte integrante di questa economia, deve fare la sua parte nel ridurre le emissioni, garantendo al contempo la crescita economica e la competitività globale.
La proposta in discussione non si limita a fissare un prezzo per le emissioni di CO2, ma va oltre, mirando a integrare uno standard IMO sui carburanti, al fine di definire parametri chiari e condivisi per l’intero settore. “È chiaro che i governi stanno riconoscendo sempre di più che un meccanismo di fondi e premi basato su imposte, integrato da uno standard IMO sul carburante, rappresenta la soluzione migliore”, ha dichiarato Platten, sottolineando la necessità di un approccio che sia al contempo efficace e realizzabile. In altre parole, l’industria marittima vuole un sistema che sia semplice, trasparente, equo e che possa essere implementato rapidamente e con efficienza.
Le sfide e le opportunità del trasporto marittimo verde
Il settore marittimo è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di gas serra, un dato che ne fa uno dei principali contributori all’inquinamento atmosferico mondiale. Sebbene negli ultimi anni si siano fatti significativi progressi in termini di efficienza energetica e tecnologie a basse emissioni, il cammino verso la completa decarbonizzazione è ancora lungo. Il trasporto marittimo non solo deve affrontare le sfide legate alla riduzione delle emissioni, ma deve anche far fronte alla crescente pressione delle normative internazionali e alle aspettative di un pubblico sempre più attento alla sostenibilità.
In questo contesto, l’introduzione di un sistema di fissazione del prezzo delle emissioni, unita alla creazione di un fondo per le tecnologie verdi, rappresenta una grande opportunità per stimolare l’innovazione e la ricerca. Le risorse finanziarie derivanti dal sistema delle imposte potrebbero finanziare lo sviluppo di carburanti alternativi, come l’idrogeno verde, il metano sintetico e altre soluzioni a basse emissioni, favorendo la transizione verso navi a zero emissioni.
Tuttavia, una delle principali difficoltà riguarda la realizzazione di un sistema che sia effettivamente globale e che garantisca che tutte le nazioni e le aziende siano parte attiva di questa transizione. La cooperazione internazionale è fondamentale, così come la definizione di politiche che non penalizzino i paesi in via di sviluppo, ma che al contempo creino incentivi per le aziende che investono in tecnologie pulite.
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