Dopo Spagna e Portogallo , nuovi paradisi per i pensionati italiani , la Tunisia offre altre opportunità per i pensionati in fuga dall’Italia.Â
Si parte dal solito monologo tutto in salsa italiana, quando una volta si diceva ovunque -non solo al bar-che l’Italia fosse un paese per pensionati e senza nessuna prospettiva per le giovani generazioni in cerca di lavoro.
Abbiamo assistito alla fuga dei cervelli, quei giovani laureati che hanno scelto di mettere le loro competenze in qualsiasi campo, al servizio di altri paesi. Giovani stanchi, demotivati e soprattutto poco inclini ad essere sottopagati, nonostante l’enorme bagaglio culturale, tecnico e scientifico. Di conseguenza, di fronte alle richieste dall’estero e con l’onda dei baronati all’interno delle università e nelle più importanti realtà aziendali italiane, ecco la fuga dei cervelli e di conseguenza il consistente depauperamento del capitale umano in Italia. Risultato?
Niente crescita, niente prelievi fiscali, niente giovani cervelli eccellenti che possano contribuire alla crescita del PILÂ e alle Engine of growth su tutto il territorio nazionale.
Fin qui ci sarebbe da dire qualcosa in merito alla fuga dei cervelli e a gran parte dell’opinione pubblica italiana è scappata la diagnosi certa e relativa al malessere di un paese che ha subito un significativo calo demografico e che sta diventando nel termine più stretto e chiaro; un paese per pensionati.Â
Incidenza della tassazione, pressione fiscale, caro vita, indice inflazionistico e aumento dell’età pensionabile, spingono quelli rimasti-i pensionati-a scegliere mete più consone alle aspettative di vita.
Con un saldo negativo, tra entrate e uscite, le stime numeriche sono da capogiro 30,42 miliardi: a pesare sul deficit del sistema pensionistico, con un disavanzo della gestione dei dipendenti pubblici, che evidenzia da sola un passivo di oltre 44 miliardi (erano 33 prima della pandemia).
Numeri che la dicono lunga sulle aspettative di pensione da parte degli italiani e sulle politiche scelte dal governo per rilanciare il connettivo socio economico, verso strade che tengano presente l’implementazione di politiche che vanno verso la detassazione, verso lo sviluppo sostenibile e verso scelte ancora più coraggiose che portino il sistema Italia in un porto sicuro e lontano dai venti deficitari e inflazionistici.
Ahimè! Non abbiamo considerato, il clima di totale incertezza che riguarda il sistema pensionistico italiano con l’INPS, che potrebbe registrare un deficit di venti miliardi già nel 2032. Fatte queste considerazioni e analizzando l’intero sistema pensionistico e l’assegno di previdenza percepito, ecco spuntare l’incidenza della tassazione e il mantenimento degli stessi pensionati all’interno del ciclo economico italiano. Risultato? La presa di coscienza da parte di molti pensionati, di non poter più vivere in un paese dove tutto è in costante aumento.Â
Spagna e Portogallo fino al 2022 erano le mete preferite di anziani italiani percettori di assegno pensionistico, e che fuggivano dalla pesante pressione fiscale italiana.Â
I dati parlano chiaro e sarebbero 350 mila gli italiani pensionati che vivono all’estero con un tenore di vita più confortevole ed in paesi dove la pressione fiscale è ridotta di un netto 5%.
Spagna, Portogallo ed in ultima analisi anche la Tunisia, sarebbero le mete preferite di pensionati che spostano la loro residenza in paesi dove il tenore di vita per i pensionati è molto diverso da quello italiano.
Il 2,6% degli oltre diciassette milioni di pensionati si è stabilito in diversi paesi all’estero e ricevono quasi 1,5 miliardi di euro di pensioni dalla previdenza.
La Tunisia è l’ultimo paradiso individuato dal turismo pensionistico, con i risultati tangibili di una capacità superiore del potere d’acquisto e una tassazione inferiore fino al 7%. Numeri che in Italia non esistono, soprattutto se andiamo a vedere l’incidenza della tassazione che ha raggiunto in termini di pressione fiscale il 42,8% nell’area OCSE, correlato alle fluttuazione periodiche del PIL.
A Dicembre del 2024, con la stangata economica alle porte, l’inflazione sale con un più 2,2%, complici gli aumenti generalizzati del carrello della spesa e degli approvvigionamenti energetici, altra tema scottante che incide su un assegno previdenziale di 978, euro mensili e dove il 35% viene prelevato dalla mano pesante dello stato.
Il punto appare chiaro e visibile, le mete per i pensionati aumentano costantemente e l’Italia diventa un paese che sta assistendo al depauperamento del capitale umano, su tutte le fasce di età dai più giovani ai più vecchi in età pensionabile, diretti in quei paradisi dove la pressione fiscale e un sistema sanitario nazionale meno caro e più snello, offre buone possibilità di sopravvivenza e buone aspettative di vita.Â
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