Attesa per lo scambio di prigionieri di oggi. L’Europa e il Regno Unito cercano soluzioni col mondo Arabo per evitare il piano TRump su Gaza
C’è attesa per lo scambio di prigionieri di oggi, il sesto da quando è entrato in vigore l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza tra Hamas e Israele, dopo le accuse e le minacce che nei giorni scorsi hanno fatto temere il collasso dell’intesa e il ritorno dei combattimenti nella Striscia. Il gruppo militante palestinese ha annunciato che libererà tre rapiti, tutti con doppia nazionalità: si tratta del russo-israeliano Alexander Sasha Tropanov, l’americano-israeliano Sagi Dekel Chen e l’argentino-israeliano, Yair Horn.
Chi sono gli ostaggi israeliani e palestinesi che saranno liberati oggi
Hamas ha anche fatto sapere di attendersi la liberazione di 369 detenuti, tra cui 36 condannati all’ergastolo. Tutti e tre gli ostaggi sono stati portati via il 7 ottobre dal kibbutz Nir Oz. Il fratello del 46enne Yair, Eitan Horn, è ancora nelle mani dei rapitori e non fa parte della lista dei 33 nomi da liberare nella prima fase dell’accordo. Il 36enne Dekel-Chen è divenuto padre per la terza volta nel dicembre 2023 e incontrerà sua figlia per la prima volta domani. Troufanov è stato preso in ostaggio insieme alla nonna Irena Tati, la madre Yelena e la sua ragazza, Sapir Cohen, tutte e tre liberate nel novembre 2023. Il padre Vitaly è stato ucciso nel massacro.
All’inizio della settimana Hamas aveva accusato Israele di violare la tregua con il mancato ingresso di aiuti nella Striscia e aveva annunciato lo stop alla liberazione degli ostaggi. Durissima la reazione del presidente Usa Donald Trump che aveva minacciato “l’inferno” se per mezzogiorno di sabato non fossero stati liberati tutti i rapiti. Sulla stessa scia il governo israeliano, che aveva intimato il rilascio degli ostaggi.
Dopo un intenso lavoro diplomatico dei mediatori, Egitto e Qatar, ieri il gruppo palestinese ha ribadito la sua adesione alla tregua e oggi ha annunciato i tre nomi.
Il pressing per la liberazione di tutti gli ostaggi
Da ex ostaggi e familiari dei rapiti continua il pressing perchè tutti e 76 tornino a casa. L’israelo-americano Keith Siegel, rilasciato due settimane fa, ha diffuso un video in cui si rivolge a Trump, raccontando di aver patito la fame e di essere stato “torturato, sia fisicamente che emotivamente”. “I terroristi mi hanno preso a calci, mi hanno sputato addosso e mi hanno tenuto senza acqua, senza luce e senza aria per respirare. Signor presidente, gli ostaggi indifesi nei tunnel bui e freddi di Gaza si fidano anche di voi. Per favore, li riporti a casa”, ha affermato.
Proseguono gli sforzi del mondo arabo per una soluzione alternativa al piano Trump
Intanto, proseguono gli sforzi degli Stati arabi per trovare una soluzione alternativa al piano di Trump per Gaza, che punta a prendere il controllo della Striscia e sfollare forzatamente i palestinesi nei Paese vicini, a cominciare da Egitto e Giordania.
Secondo fonti diplomatiche citate dal Financial Times, i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Regno Unito e Italia terranno colloqui sulla crisi a margine della conferenza sulla sicurezza di Monaco con i principali Stati arabi. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato la sua partecipazione a Monaco a un incontro del Quintetto (Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito) con i Partner arabi (Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti) e con l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, Kaja Kallas. La riunione sarà incentrata sulla situazione di Gaza.
“Occorre rafforzare il dialogo per consolidare la tregua a Gaza e iniziare a lavorare alla ricostruzione per dare un futuro di pace e speranza a tutta la regione” ha spiegato Tajani. L’Arabia Saudita ha organizzato per il 20 febbraio a Riad un incontro con i leader di Egitto, Giordania, Qatar ed Emirati per parlare del piano del capo della Casa Bianca, prima del vertice della Lega araba al Cairo, fissato per il 27.
Rubio torna in Medio Oriente
In Medio Oriente arriverà nei prossimi giorni il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che visiterà Israele, Arabia Saudita ed Emirati. Nella sua agenda, il capo della diplomazia americana ha un incontro a Gerusalemme con Netanyahu domenica alle 10 (le 9 ora italiana). Parlando a un programma radiofonico Usa, Rubio ha sostenuto che il progetto di Trump per Gaza è “l’unico piano” e se i Paesi arabi hanno “un piano migliore, ora è il momento di presentarlo”.
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