Gli archivi della ricerca medica USA sono a rischio a causa degli ordini esecutivi di Trump

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Le notizie si susseguono ora dopo ora. Non può che essere così quando si firmano centinaia di decreti in pochi minuti. Il nuovo corso di Donald Trump a capo degli Stati Uniti sembra essere iniziato con un dogma chiaro e preciso: stop alla burocrazia. Ci sono intere squadre di lavoro che provano a tagliare gli sprechi statunitensi e poco sembra importare se in questi tagli ci finiscono anche questioni che dovrebbero essere analizzate con più calma del tempo di una firma. 

Da inizio febbraio alcune delle riviste scientifiche più importanti, come Nature e The Lancet, avevano lanciato l’allarme per quanto riguarda le azioni del neo Presidente: dall’uscita dagli Accordi di Parigi al ritiro dall’OMS, dalla chiusura dell USAID con relativi blocchi agli aiuti fino alla direttiva, inviata dal responsabile scientifico dell’agenzia ad alcuni membri del personale il 31 gennaio scorso, in cui si parlava di “allineare il CDC a un ordine esecutivo emesso quello stesso mese dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”. L’ordine, come si legge su Nature, mira a ripristinare la “verità biologica” all’interno del governo federale, riconoscendo solo due sessi: maschile e femminile. 

Intervenire in modo così drastico e diretto su un’agenzia come US Centers for Disease Control and Prevention però, oltre a cercare di imporre idee antiscientifiche, può comportare una perdita di materiale che è fondamentale quando si parla di prevenzione e salute. 

Sempre la rivista Nature, lo scorso 7 febbraio, ha raccontato la storia di Niema Moshiri, un bioinformatico che lo scorso 30 gennaio ha ricevuto un messaggio di notte da un collaboratore di lunga data, il quale lo esortava a fare un backup del sito web dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti. Sembra una Resistenza 2.0 ma le notizie che trapelano e le azioni spesso dirette ed impulsive del Presidente degli Stati Uniti, hanno messo in allerta anche il mondo scientifico.


CDC’s website is being modified to comply with President Trump’s Executive Orders

Sta di fatto che, come continua Nature, nelle ultime settimane alcuni siti web del governo federale statunitense contenenti importanti set di dati e informazioni sulla salute pubblica e sulla demografia sono stati rimossi. Tra questi ci sarebbero stati quelli relativi ai programmi globali contro l’HIV e alle indagini nazionali sulle malattie croniche. Ad oggi alcuni di questi sono stati ripristinati, ma non tutti. 

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Lo sforzo personale di diverse persone, come Moshiri, è encomiabile per mettere al riparo centinaia di terabyte di dati che altrimenti rischierebbero di svanire nel nulla. È materiale vitale e per cercare di salvarlo è intervenuta anche la magistratura. È di martedì la notizia che un giudice federale ha ordinato ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di ripristinare temporaneamente le pagine che erano state rimosse per conformarsi all’ordine esecutivo del presidente Trump. Ricordiamo che tale ordine vieta qualsiasi riferimento alla razza, all’identità di genere o all’orientamento sessuale e, un esempio concreto di ciò che è stato rimosso riguarda le pagine che includevano informazioni del Youth Risk Behavior Surveillance System, un sondaggio nazionale che dal 1990 monitora i comportamenti degli studenti delle scuole superiori.

L’ordinanza del giudice John D. Bates del Tribunale Distrettuale Federale di Washington D.C richiede quindi che i siti vengano ripristinati al più presto. Per ora i portavoce sia del CDC che dell’agenzia madre, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, hanno rifiutato di commentare. Ad ora però (giovedì 13 febbraio ore 11 GMT+1) la funzione per ricercare dati, inclusi quelli suddivisi per razza e genere, non era ancora stata ripristinata mentre già da alcune ore una pagina relativa alle persone “transgender” era funzionante. Se si entra nel sito del CDC poi, è chiaro come l’ordine esecutivo abbia già avuto un impatto non indifferente. “CDC’s website is being modified to comply with President Trump’s Executive Orders” questo è il messaggio che si legge nella home page.





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