Elezioni in Germania, chi sono i candidati alle federali e la situazione politica

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La tornata elettorale si tiene dopo la caduta dell’esecutivo di Olaf Scholz, sfiduciato dal Bundestag lo scorso 16 dicembre. Si vota in un turno unico. Sette i principali partiti in corsa

Il 23 febbraio la Germania va al voto per eleggere un nuovo governo. La tornata elettorale si tiene dopo la caduta dell’esecutivo di Olaf Scholz, sfiduciato dal Bundestag lo scorso 16 dicembre. Le elezioni tedesche si svolgono in un turno unico. Ecco chi sono i candidati e qual è la situazione nel Paese.

I partiti in corsa

A correre in questa nuova elezione sono principalmente sette partiti. Del governo Scholz facevano parte i Socialdemocratici del cancelliere, i Verdi e i Liberali. Oltre a questi tre partiti, alle elezioni parteciperanno anche la Linke, una formazione di estrema sinistra, la Cdu di centrodestra e Alternative für Deutschland (AfD), di estrema destra e in ascesa nei sondaggi. Da una scissione della Linke guidata da Sahra Wagenknecht è nato poi il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW).

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I candidati a cancelliere

Per quanto riguarda la cancelleria, al momento i candidati o co-candidati in campo sono: per la Cdu-Csu, Friedrich Merz, per i Verdi, Annalena Baerbock/Robert Habeck, per Spd l’ex cancelliere Olaf Scholz, per AfD la leader Alice Weidel, per Linke Jan van Aken/Heidi Reichinnek, per i Liberali, Christian Lindner, e per Bsw la già citata Sahra Wagenknecht.

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I sondaggi

La Spd potrebbe contare sul 15% dei voti, mentre la AfD è salita intorno al 23%, stando ai dati di YouGov raccolti in un sondaggio condotto fra il 24 e il 27 gennaio. Il partito dell’estrema destra sarebbe così il secondo partito dopo la Cdu/Csu, su cui potrebbe convergere, secondo la stessa ricerca, il 29%. Il sostegno per i Verdi sarebbe intorno al 13%, mentre i Liberali sarebbero sotto la soglia di sbarramento del cinque 5%. La populista Sahra Wagenknecht Alliance (BSW) è intorno al 6%. 

Il ruolo di AfD

Intanto, crescono le preoccupazioni per l’esplosione di consensi di AfD. La sua leader, Alice Weidel, è un’economista di 45 anni, che ha lavorato per grandi banche come Goldman Sachs e Bank of China. Di recente ha incassato anche il sostegno di Elon Musk, che ha detto: “Solo Afd può salvare la Germania”. Il partito Alternative für Deutschland, è nato oltre 10 anni fa per proporre che la Germania lasciasse l’euro. Poi, dal 2015, è passato a concentrarsi principalmente sulla lotta all’immigrazione “incontrollata”. Nelle recenti elezioni regionali, il partito ha raggiunto il 30,6% dei consensi. 

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L’avvicinamento dei conservatori ad AfD

Il 2 febbraio, intanto, è andata in scena una manifestazione pacifica a Berlino, dove almeno 160mila persone – secondo le stime della Polizia – hanno preso parte a una protesta contro le posizioni ritenute troppo morbide della Cdu (Unione Cristiano-Democratica) di Frederich Merz rispetto all’estrema destra dell’AfD. Pochi giorni prima era fallita l’intesa per arrivare a una nuova stretta sui migranti che vedeva unite proprio Cdu e AfD. Nonostante questo, però, in molti evidenziano come i conservatori siano diventati troppo morbidi con l’estrema destra. Lo slogan della manifestazione è stato infatti “Salvate il Brandmauer”, il cordone sanitario dei partiti che tradizionalmente ha isolato l’ultradestra.

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Berlino, 160mila in piazza contro asse Cdu-AfD in vista del voto. FOTO

Il tema economico

L’economia gioca un ruolo importantissimo in questa tornata elettorale. Scholz aveva promesso un nuovo boom economico, ma i risultati sono stati deludenti: il Pil tedesco è cresciuto appena dell’1,4% nel 2022 per poi entrare in una fase di contrazione, mentre il settore manifatturiero, pilastro dell’economia nazionale, è stato colpito da tensioni commerciali, interruzioni nelle catene di approvvigionamento e dalla crisi energetica. L’industria automobilistica tedesca, intanto, sta vivendo un momento particolarmente critico: Volkswagen ha annunciato il taglio di 35.000 posti di lavoro entro il 2030 e la produzione interna è diminuita di oltre 730.000 veicoli. La decisione del governo di eliminare i sussidi per le auto elettriche alla fine del 2023 ha aggravato la situazione, causando un crollo delle vendite.

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