VIBO VALENTIA – Vincenzo Bruni, assessore all’ambiente nell’amministrazione Limardo, oggi componente del coordinamento cittadino di Forza Italia, guidato da Carmen Corrado, fa un’attenta analisi dell’operato dell’attuale assessore all’ambiente.
«Le dichiarazioni dell’assessore Miceli sulla percentuale di raccolta differenziata raggiunta offrono l’occasione per evidenziare ancora una volta la totale assenza di una visione strategica per il miglioramento del servizio. Manca una programmazione chiara per il futuro e quei pochi indirizzi politici forniti finora hanno solo creato disagi ai cittadini».
E, ancora: «Celebra il raggiungimento del 77% di raccolta differenziata, ma omette di dire che questa percentuale è scontata, anzi il minimo con il nuovo capitolato così impostato, perché ottenuta grazie alla drastica riduzione della raccolta dell’indifferenziato a due sole volte al mese; al riguardo in realtà i dati vanno letti in maniera diversa e non come li celebra ed espone l’assessore: si riduce l’indifferenziato ma gli si chiede, non avendo noi contezza dei dati, le quantità di rifiuto differenziabile sono aumentate? Altrimenti il problema sarebbe tutt’altro e molto serio (valutazione facile per gli addetti ai lavori)».
Tuttavia, l’avvio di questa nuova organizzazione «è stato gestito con evidente disorganizzazione: invece di essere pianificata per quartieri, con una progressiva implementazione e un’adeguata campagna informativa, è stata imposta in modo improvviso su tutto il territorio, nonostante i sei mesi di tempo disponibili dall’avvio del cantiere».
Sarebbe stato più efficace «coinvolgere i residenti attraverso incontri pubblici con la presenza della parte politica, della ditta incaricata e dei tutor ambientali, che avrebbero potuto illustrare i benefici del nuovo sistema e rispondere ai dubbi. Peraltro, questa attività era già prevista gratuitamente nel progetto tecnico del gestore».
Alla luce di tutto ciò, «si conferma la bontà della programmazione avviata dalla precedente amministrazione, oggi seguita in piena continuità. La decisione politica di ridurre l’indifferenziato si è rivelata vincente e attuabile, portando benefici ambientali ed economici, con la concreta prospettiva di una nuova riduzione della Tari dopo quella già effettuata nel 2024».
Tuttavia, le poche modifiche apportate dalla nuova amministrazione al servizio si sono rivelate dannose per i cittadini:
• Il cambio della raccolta settimanale della carta con quella del vetro è una scelta insensata, adottata senza un chiaro razionale. I dati dimostrano che le frazioni più prodotte dalle utenze domestiche, escluse l’organico, sono plastica e carta, seguite dal vetro. Anche uffici e studi professionali generano principalmente carta, ed è su questa base che era stato strutturato il capitolato d’appalto (art. 26). Ora, però, si assiste a un accumulo di carta non raccolta lungo le strade il martedì. Certo, il vetro pesa di più e migliora la percentuale di raccolta differenziata, ma ciò non può avvenire a discapito delle reali esigenze dei cittadini.
• L’eliminazione della raccolta nei giorni festivi è ormai una prassi consolidata, come confermato dal nuovo calendario. Tuttavia, il servizio è già pagato dai cittadini attraverso la TARI e la sua sospensione è una violazione del capitolato di gara. Paradossalmente, viene presentata come una “miglioria” dall’azienda, quando in realtà comporta un evidente disservizio.
• Il mistero delle telecamere di videosorveglianza: si annuncia l’introduzione di un sistema di monitoraggio, ma che fine hanno fatto le 12 telecamere installate con il precedente appalto? La loro gestione doveva essere affidata al nuovo gestore (art. 14 del capitolato), eppure sono sparite. E che dire delle 4 telecamere rubate nel Parco Urbano, mai sostituite, con conseguente aumento dei danni alle strutture?
Si evidenzia infine «l’incoerenza dell’assessore Paladino, che quando era all’opposizione si presentava come sostenitore del Plastic Free e della tutela ambientale, salvo ora autorizzare (forse senza nemmeno rendersene conto, il che sarebbe ancora più grave) la rimozione dei cestini in acciaio a quattro scomparti – costati 660 euro l’uno – destinati alla raccolta differenziata (indifferenziato, carta, plastica e vetro) nei punti più frequentati della città. Al loro posto sono stati installati contenitori in plastica per il solo indifferenziato, per di più nemmeno saldamente ancorati al suolo».
Da un lato «si chiede ai cittadini di migliorare la differenziazione dei rifiuti, dall’altro si rimuovono gli strumenti per farlo, incentivando di fatto la produzione di indifferenziato. Qual è la logica di questa scelta? Non sarebbe stato più opportuno ampliare la copertura in altre zone ancora sprovviste?».
Infine: «A otto mesi dall’insediamento, continuiamo ad attendere una vera programmazione politica per il settore Ambiente e una chiara definizione degli obiettivi da raggiungere. La speranza è che, almeno in futuro, le decisioni non vadano a discapito dei cittadini. Amministrazione Romeo non si differenzia più, amministrazione Limardo si differenziava».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it
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